rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi economica / Torino

Fiat avverte il Governo: "In Italia fabbrica di troppo". A meno di sgravi fiscali...

L'ad Fiat alla presentazione a Torino della 500L, prodotta però in Serbia, suona l'allarme: "Ritrovare tranquillità industriale". L'esempio è l'accordo Gm in Gran Bretagna: 51 settimane lavorative, 3 turni produttivi e sabato lavorativo obbligatorio

In Italia "c'è almeno uno stabilimento extra in Italia". Così Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, ha 'avvertito' i vertici del nostro paese al termine della presentazione della 500L a Torino.

ALLARME INDUSTRIA - "Fino a quando non riusciremo a trovare un accordo per mantenere un livello di tranquillità industriale e usare i nostri assett per esportare in America, diventa molto molto difficile guardare agli stabilimentri italiani come risposta al mercato europeo. Se si guarda alla domanda, c'e almeno uno stabilimento extra in Italia, bisognerebbe tagliarne uno" ha spiegato il manager del Lingotto.

MARCHIONNE E LA TRANQUILLITA' - "Se riusciamo a esportare verso l'America, ovviamente il problema scompare" ha aggiunto, anche se Marchionne è apparso molto cauto per quanto riguarda una ripresa del mercato dell'auto in Europa. "Nei prossimi 24 -36 mesi la situazione non credo si modifichera" ha spiegato. Ma cos'è la "tranquillità industriale" per Marchionne? "Lo standard" è quello dell'accordo tra General Motors e sindacati per lo stabilimento Vauxhall di Ellesmere Port, in Gran Bretagna: 51 settimane lavorative, 3 turni produttivi, sabato lavorativo obbligatorio.

CHRYSLER FONDAMENTALE - "Senza l'accordo con Chrysler - ha spiegato l'ad Fiat - sarebbe stato impossibile tenere aperta la rete produttiva italiana. E' in corso una guerra al ribasso sui prezzi. Il mercato è difficile, il problema non sono solo i volumi. Con questi prezzi che ci sono in Europa sarebbe un grandissimo fallimento portare la nuova Punto. Questi prezzi vanno bene per i clienti, ma non per i costruttori, bisogna essere estremamente cauti".

"PIANO SERBIA" - Per quanto riguarda invece l'investimento in Serbia per il nuovo stabilimento di Kragujevac, dove viene costruita la 500L, Marchionne ha spiegato che questo sarà di "un miliardo di euro" per produrre "200mila unità all'anno". E, chiudendo immediatamente ogni tentativo di domanda sul fatto che la produzione della 500L è in Serbia anziché a Mirafiori, Marchionne ha spiegato che "questo non ha determinato nessun grande risparmio" in quanto "ci sono stati alti costi sulla struttura". Costi compensati, però, "dal costo della manodopera che è inferiore".

Inoltre "c'era il prestito della European Investment Bank (istituto di credito partecipato dai 27 stati membri dell'Ue che ne hanno sottoscritto il capitale, ndr) e gli incentivi fiscali del Governo serbo". Per questo - e sembra quasi un messaggio al Governo italiano in tema di sgravi fiscali - "valeva la pena farla lì". Una convenienza chiara "dal punto di vista economico".

RICORSO "CONTRO FIOM" - Oggi, intanto, la Fiat depositerà il ricorso contro la sentenza del tribunale di Roma, che impone l'assunzione a Pomigliano di 145 operai iscritti alla Fiom. "No affatto" ha risposto lapidario Marchionne a chi gli domandava se Fiat avesse discriminato operai a Pomigliano.

"Abbiamo assunto i migliori per fare il lavoro che dovevano fare. Se andiamo a vedere i numeri nel 2010 abbiamo assunto 20 operai che erano iscritti alla Fiom" ha concluso il manager.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiat avverte il Governo: "In Italia fabbrica di troppo". A meno di sgravi fiscali...

Today è in caricamento