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Giovedì, 28 Marzo 2024
ROMA

Roma, Marino non è più sindaco: "Accoltellato da 26, un solo mandante"

L'ex primo cittadino attacca il premier: "Nell'ultimo anno con lui non ho avuto nessun rapporto". E sul Pd: "Ha rinunciato alla democrazia"

"Sono stato accoltellato da 26 nomi e cognomi ma da un unico mandante". Lo ha detto Ignazio Marino decaduto da sindaco di Roma dopo le dimissioni di 26 consiglieri capitolini. Il riferimento al premier Matteo Renzi è fin troppo scoperto. 

"Non ho affatto avuto un rapporto turbolento con Renzi, nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto", ha aggiunto l'ex sindaco di Roma rispondendo ai giornalisti sul comportamento dei dirigenti ed esponenti del Pd. "Non mi fa piacere vedere da democratico che il Pd è andato dal notaio con chi ha militato nel partito di Berlusconi", ha aggiunto Marino.

"La crisi politicha che si è aperta al comune di Roma auspicavo che si potesse chiudere in Aula con un dibattito chiaro e trasparente e invece si è preferito andare dal notaio segno di una politica che decide fuoi dalle sedi democratiche e dimostrando una totale mancanza di rispetto per le cittadine e per i cittadini elettori. 

MARINO CACCIATO DAL CAMPIDOGLIO: E' FINITA

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"ABBIAMO RISANATO I CONTI" - "Con la mia Giunta Roma è tornata a essere virtuosa", ha aggiunto l'ex sindaco. "Dico qui quello che avrei voluto dire in Aula Giulio Cesare. Agli eletti avrei detto innanzitutto grazie per il contributo allo straordinario cambiamento di Roma, abbiamo risanato i conti della capitale al momento dell'insediamento avevamo trovato un lascito di un buco di 816 mln nel comune di roma e solo Atac 874 milioni di debiti", mentre "ora i conti sono in ordine ora possono ripartire investimenti". 


"PALADINO DELLA LEGALITA'" - Marino è poi tornato a dipingersi paladino della legalità. "Oggi Roma è tornata e a essere virtuosa", infatti "abbiamo chiuso il capitolo parentopoli, assunzioni amici amici, dei privilegi ai soliti pochi e sbarrato porte al malaffare". 


"NON HO CAPITO PERCHE' MI MANDANO VIA" - "Io le ragioni di questa crisi non le ho capite. Qui si sta consumando quelacosa di importante sulla democrazia, il bene supremo per la nostra comunità. Avrei risposto punto per punto e avrei parlato anche del Pd partito in cui ho combattuto e che più mi ha deluso perchè ha negato il proprio stesso nome e il proprio dna". 


LE DIMISSIONI - Marino è decaduto dopo che le dimissioni dei 26 consiglieri capitoline sono state protocollate. Ai 19 consiglieri Pd hanno unito contestualmente le loro firme Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato, del movimento politico che fa capo a Raffaele Fitto, Roberto Cantiani dell'Ncd, Daniele Parrucci del Centro Democratico, Svetlana Celli della Lista Marino, Alfio Marchini e Alessandro Onorato della Lista Marchini.

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