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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Chi vuole Mario Draghi premier al posto di Conte

Il partito che apprezzerebbe l'ex presidente della Bce a Palazzo Chigi guadagna consensi mentre procede l'esplorazione di Fico. E anche Mattarella gli telefona, "ma non per sondarlo". Un'ipotesi a cui sarebbe difficile dire di no

"Non rinunceremo al nuovo governo, ma al posto di Conte ci sarà Draghi. Ti dispiace?": un aneddoto raccontato nei giorni scorsi dai giornali e ripreso oggi da La Stampa racconta che Matteo Renzi abbia risposto così a un senatore di Italia Viva che era dubbioso sullo strappo con l'Avvocato del Popolo e sulla possibilità che questo portasse alle elezioni anticipate o all'uscita dei renziani dal governo.

Aggiornamento: Chi è Mario Draghi, chi voterà il suo governo tecnico e cosa succede adesso

Chi vuole Mario Draghi premier al posto di Conte

Vero o falso che sia, il racconto è di certo verosimile. Perché da mesi il nome dell'ex presidente di Bankitalia e della Banca Centrale Europea rimbalzava nel totopremier ogni volta che il clima tra le forze di maggioranza si scaldava e oggi che si è aperta la crisi al buio e l'Esploratore Roberto Fico è stato chiamato a dipanarla è ancora più attuale. I giornali hanno raccontato che Draghi si trova sempre nel suo ufficio da emerito in via Nazionale assai vicino a quello dell'attuale governatore Ignazio Visco e a pochi passi dal Quirinale, facilmente raggiungibile attraverso via della Consulta, che è anche la strada più breve per arrivare al palazzo che ospita la Corte Costituzionale fino a poco fa presieduta da quella Marta Cartabia, anche lei indicata da molti come papabile per Palazzo Chigi.

Ma a parte le coincidenze di luogo, il partito di chi vuole Draghi premier al posto di Conte si ingrossa ogni giorno di più. Superando agevolmente quello di chi pronosticava il suo nome come quello del prossimo presidente della Repubblica, mentre alcune voci lo volevano anche al ministero dell'Economia al posto di Roberto Gualtieri: l'imbarazzo della scelta, insomma. L'elemento di novità però è quello che racconta Ilario Lombardo, ovvero che tra le tante telefonate ricevute dall'uomo del "Whatever it takes" ce n'è una particolarmente prestigiosa: quella di Sergio Mattarella, arrivata appena tre giorni fa, ovvero quando Roberto Fico non aveva ancora ricevuto il mandato esplorativo. 

Dal Quirinale precisano che non c’è stata alcuna volontà di sondarlo, che non è quello il senso da ricercare nei colloqui abbastanza frequenti del Presidente della Repubblica con l’ex numero uno della Bce.

Eppure è evidente a tutti che quello di Draghi sarebbe un nome di prestigio assoluto, a cui sarebbe difficile dire di no da parte di ogni partito attualmente presente in parlamento (o quasi, visto che Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia non ha mai nascosto la sua ostilità in molte occasioni), soprattutto perché l'autorevolezza dell'ex inquilino di Palazzo Koch varrebbe in ogni sede, anche quelle europee.

Non è un segreto che la sua disponibilità ad assumere incarichi politici di primo livello sia stata sondata, anche nello scorso decennio quando la Seconda Repubblica era in auge e a sfidarsi sul campo erano Berlusconi e Prodi. Nell'occasione rifiutò ogni offerta, forse perché a chiederglielo non era la persona giusta. Oggi la situazione potrebbe chiedergli un sacrificio e sarebbe difficile dire di no. O per Palazzo Chigi o per il Quirinale. Oppure prima per uno e poi per l'altro. 

Mario Draghi nuovo presidente del Consiglio se cade Conte?

Ora come allora, però, si può escludere a priori che Draghi rifletta sull'ipotesi di diventare vegano se glielo chiede Ciampolillo, nel senso che non accetterebbe di guidare un governo che non fosse costituito da una maggioranza ampia e compatta. E quindi non è un caso che tra i suoi sponsor ci sia Mara Carfagna di Forza Italia, di recente uscita allo scoperto per proporlo evidentemente con l'intenzione di votarlo poi in Parlamento e trascinare così il suo partito in una situazione che lo vedrebbe allontanarsi dal centrodestra a guida populista.

Così come Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini all'epoca del governo con il M5s, ha buoni uffici con l'ex Bce tanto da essersi esposto in qualche occasione ("A me piace") e finendo ovviamente stoppato dal Capitano, che ha paura di scoprirsi ulteriormente a destra dopo il Papeete e mentre la sua maggior concorrente per l'elettorato di riferimento, la Meloni, cresce sempre di più nei sondaggi. Ma almeno si può dire che pezzi di Forza Italia e della Lega non vedrebbero come il fumo negli occhi l'ipotesi Mario Draghi presidente del Consiglio. Soprattutto se questo provocasse la caduta dell'odiatissimo Conte. Tanto che, per paradosso, i giornali raccontano che Salvini è costretto a tifare Conte proprio per evitare il rischio che nel Carroccio molti passino ad appoggiare Draghi. L'ipotesi piace anche a Idea-Cambiamo, il raggruppamento che fa capo a Giovanni Toti e può contare su tre preziosissimi senatori. 

Proprio questo è lo spauracchio evocato da Conte nei confronti del MoVimento 5 Stelle, di cui avverte il progressivo sgretolarsi attorno al suo nome vista l'apertura di Crimi a Italia Viva, secondo quanto racconta oggi un retroscena di Repubblica. Perché il grande ostacolo a questa ipotesi, oltre a Conte, sono proprio i grillini. Che a questo dovrebbero ingoiare non solo il ritorno di Renzi in maggioranza (che ha già provocato dieci maldipancia a Palazzo Madama) ma anche quello dell'addio all'Avvocato del Popolo. Per accogliere un rappresentante di quell'"aristocrazia finanziaria" che hanno sempre odiato. Anche se, bontà sua, Luigi Di Maio dopo l'incontro con Draghi disse che gli aveva fatto una "buona impressione" (e chissà se è stata reciproca).

E Renzi? Lui ha detto che vuole un governo politico, ma nell'intervista di oggi al Corriere è piuttosto interlocutorio: "Eviterei di tirare per la giacchetta Draghi, una personalità di valore assoluto che stimo moltissimo. Stiamo parlando di una delle riserve più importanti della Repubblica che nessuna forza politica può intestarsi. Se il presidente della Repubblica riterrà di voler sondareoincaricare Draghi lo deciderà lui. Ogni tentativo di alimentare oggi una discussione su Draghi è offensivo verso Draghi stesso e soprattutto verso il presidente della Repubblica e verso le sue competenze costituzionali". Maria Elena Boschi gli ha fatto eco in un colloquio con La Stampa: "Non sta a me suggerire nomi. Tanto meno in questa fase in cuitutto è nelle sagge mani del presidente della Repubblica. Tuttavia, penso che nessuno possa dubitare del valore di una figura come quella di Mario Draghi che rappresenta un orgoglio italiano. Ma i nomi spettano al presidente della Repubblica,non anoi". Agatha Christie diceva che tre indizi fanno una prova. Qui ce ne sono ben più di tre. 

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