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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Da Marta Cartabia a Maria Elena Boschi: i ministri possibili del Conte-Ter

Mentre i renziani dicono che è a rischio, il premier chiama l'ex presidente della Consulta per sondare la sua disponibilità a entrare nella squadra dei ministri. La presidente dei deputati renziani è l'altra indiziata per le infrastrutture o la Difesa

Il Conte-Ter non è ancora venuto alla luce, anzi: secondo il fronte renziano il rischio è che oggi salti tutto. Eppure intanto impazza il totoministri con due nomi che rimbalzano più di tutti: Marta Cartabia e Maria Elena Boschi. 

Da Marta Cartabia a Maria Elena Boschi: i ministri possibili del Conte-Ter

Ieri il premier Giuseppe Conte ha avuto un colloquio telefonico con la presidente emerita della Corte Costituzionale Marta Cartabia, come ha scritto il sito Tpi e ha confermato l'AdnKronos: "si tratta di un possibile nome da spendere al ministero della Giustizia, anche per spoliticizzare una delle caselle più discusse dell'intero esecutivo", ha spiegato una fonte di governo. Da qui la telefonata del premier dimissionario. E il fatto che Cartabia, vicina al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, venisse considerata una risorsa spendibile anche per Palazzo Chigi non può essere un caso nell'inquadrare la mossa di Conte. Oltre a Cartabia, altro nome che circola è quello di Paola Severino, un altro tecnico di fatto molto gradito ai 5 Stelle, "che così potrebbero digerire l'uscita di scena di Bonafede", spiega una fonte di governo. Altri nomi vicini al premier e, stando ai rumors, in partita, sono quelli del supercommissario Domenico Arcuri, che potrebbe andare allo Sviluppo economico. Ma si troverebbe davanti il muro di Italia Viva, a cui il Mise fa gola anche per via del Next Generation Eu, tant'è che tra i nomi che circolano in queste ore gira quello del renziano Luigi Marattin.

L'altro nome pesante sul tavolo è quello di Maria Elena Boschi, ma per motivi opposti. Nel senso che i renziani la candidano ben sapendo che sarebbe difficilmente digeribile da parte del MoVimento 5 Stelle. Per lei gli ultimi rumors dicono che sarebbe pronto il ministero delle Infrastrutture, che Italia Viva rivendica proprio per l'impulso che sta dando al tema durante la trattativa sul programma e per il fatto che con il Recovery Plan quel dicastero diventerà ancora più importante. La clausola "no indagati" che il MoVimento 5 Stelle voleva porre sulla formazione del nuovo esecutivo serviva proprio a "fermare" Med, e infatti, racconta oggi un retroscena del Fatto Quotidiano, quello della deputata è un nome che è visto come un incubo: “La Boschi non può far parte del prossimo governo”, dicono mentre difendono il posto alla Giustizia di Alfonso Bonafede, che invece appare in bilico. Forse la partita verrà risolta con un veto o con un ok a entrambi. Ai Trasporti - se il ministero venisse spacchettato - sembrerebbero in corsa il dem Graziano Delrio (sebbene il diretto interessato smentisca i rumors, deciso a restare nel suo ruolo di capogruppo alla Camera) e il grillino Stefano Buffagni. 

Così il Conte-Ter può saltare oggi

Gli altri nomi del Conte-Ter

"Domani sarà una lunga giornata...", ha detto la Boschi ieri a chi le chiedeva se fosse pronta a fare la ministra al termine del tavolo di maggioranza sul programma del nuovo governo, entrando in auto fuori Montecitorio. Per lei, scrive l'agenzia di stampa Dire, c'è anche l'ipotesi del ministero della Difesa: la Giustizia è stata scartata per la questione Bonafede che è ancora in ballo. Così, mentre la trattativa procede su due canali (quello del programma alla Camera e quello dei nomi in parallelo), la capogruppo di Italia Viva alla Camera viene collocata di volta in volta in questo o quel dicastero, spesso anche lontano dalle inclinazioni manifestate in passato. 

In serata questa ipotesi declina e inizia a circolare con insistenza un suo incarico alla guida della Difesa. In questo caso Lorenzo Guerini diventerebbe ministro dell'Interno. "Ma sulle caselle piu' delicate decide il premier", si affrettano a dire fonti interne al dossier. Il totonomi della vigilia porta con se' un naturale margine di incertezza. Ma che il profilo di Boschi sia tra quelli giudicati piu' ingombranti e' fuor di dubbio. Al punto da agitare le acque non solo nelle file dei Cinque Stelle. A quanto apprende la Dire, anche in Italia Viva la presidente dei deputati renziani è 'sorvegliata speciale'. Di più: è indiziata di aver aperto un canale di collegamento diretto con Luigi Di Maio, in questo supplendo anche alla sostanziale incomunicabilità tra Renzi e lo stato maggiore M5s. Un particolare di primo piano che tra i colleghi parlamentari di Iv fa ventilare il rischio che la crisi alla fine possa risolversi solo con una promozione per l'ex ministra delle Riforme.

Poi c'è l'Economia. Roberto Gualtieri è uno dei nomi nel mirino di Renzi, il cui sogno era sostituirlo con Mario Draghi o con l'ex direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta, che però, scrive oggi il Corriere della Sera, non può lasciare l'incarico di membro italiano del consiglio della Banca Centrale Europea. Il quotidiano scrive che i candidati alternativi sono Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Roberto Cingolani, che siede nel board di Leonardo. Una questione su cui ci si interroga in queste ore è poi quella delle cosiddette 'quote rosa', che potrebbe aprire le porte del ministero del Lavoro a Debora Serracchiani, visto che sempre in calo sono date le quotazioni dell'attuale titolare, Nunzia Catalfo. Per il dicastero del Lavoro circola anche il nome di Andrea Marcucci, capogruppo al Senato dei dem, considerato vicino a Renzi ma un suo upgrade al governo potrebbe 'liberare' la presidenza del gruppo dove - spesso - si è mosso in autonomia rispetto alla linea del Nazareno. 

C'è infine la questione vicepremier, che molti giudicano irrinunciabile per creare una cintura di 'costrizione', pretesa da Iv ma non solo, se Conte dovesse restare al suo posto a Palazzo Chigi. I nomi sono soltanto due, quelli di Dario Franceschini e Luigi Di Maio. O in alternativa, per i dem, quello di Andrea Orlando. Stesso ragionamento -limitare Conte- per l'indicazione di un possibile sottosegretario alla presidenza del Consiglio di 'peso', sulla falsariga di Giancarlo Giorgetti nel fu governo gialloverde. Tra i nomi si fa spazio quello di Goffredo Bettini, padre nobile del Pd e 'pontiere' numero 1 nell'accidentato percorso che potrebbe portare alla nascita del Conte ter.

EDIT ore 9,13: Maria Elena Boschi fa sapere di avere zero voglia di diventare ministra. Sarà vero?

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