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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Governo del presidente: Mattarella convoca Mario Draghi

Domani mattina a mezzogiorno l'ex presidente della Bce è atteso al Quirinale per ricevere l'incarico di formare un nuovo esecutivo dopo il fallimento del Conte-Ter

Un governo di alto profilo, senza formula politica. Sergio Mattarella, dopo l'annuncio del fallimento dell'esplorazione di Roberto vuole conferire un incarico per un nuovo governo guidato da un tecnico, anche se il presidente della Repubblica non lo ha apertamente dichiarato. E annuncia che chiamerà Mario Draghi a Palazzo Chigi fino alla fine dell'emergenza coronavirus. L'ex presidente della Banca Centrale Europea è atteso domattina a mezzogiorno al Colle. 

Chi è Mario Draghi, chi voterà il suo governo tecnico e cosa succede adesso

Governo del Presidente: cosa succede dopo che Renzi ha fatto saltare il Conte-Ter

Nel suo breve discorso al Quirinale Mattarella ha indicato due strade precise. La prima è quella di dare vita a un governo tecnico. La seconda è quella di andare subito alle elezioni. Poi il Capo dello Stato ha spiegato che l'emergenza coronavirus e tutto quello che è collegato, tra cui il blocco dei licenziamenti e il Recovery Plan. "Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo e neppure potrebbe. Dallo scioglimento delle camere alle elezioni passano sessanta giorni, altri venti ne passano per nominare gli eletti, eleggere i presidenti delle camere e varare un governo. Nel 2018 sono trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro paese in stallo", ha spiegato il presidente della Repubblica. "I cittadini chiedono risposte concrete e rapide. E ci troviamo nel pieno della pandemia, il contagio del virus è diffuso e allarmante", ha concluso. L'inquilino del Quirinale, descritto da sempre come l'esatto contrario di Napolitano, diventa quindi interventista e sceglie la formula del governo del presidente. E insieme fa un appello a tutte le forze politiche affinché lo appoggino. I nomi del possibile premier governo del presidente Mattarella erano due:

  • uno era quello di Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale e rimbalzata come candidata presidente del consiglio sui giornali in questi giorni: ieri aveva ricevuto anche una telefonata da Conte e pare che l'avvocato le abbia offerto di diventare ministra della Giustizia nel suo Conte-Ter. Come è andata a finire lo sappiamo, ma ora la situazione potrebbe avere risvolti inaspettati forse anche per lei;
  • l'altro era proprio quello di Mario Draghi, il nome preferito di Matteo Renzi.

Alla fine Mattarella ha scelto Draghi. E nei giorni scorsi alcune fonte renziane avevano fatto sapere che proprio Draghi era stato sentito da Renzi che ne aveva sondato la disponibilità in caso di fallimento del tentativo del Conte-Ter. Da mesi il nome dell'ex presidente di Bankitalia e della Banca Centrale Europea rimbalzava nel totopremier ogni volta che il clima tra le forze di maggioranza si scaldava e oggi che si è aperta la crisi al buio e l'Esploratore Roberto Fico è stato chiamato a dipanarla è ancora più attuale. I giornali hanno raccontato che Draghi si trova sempre nel suo ufficio da emerito in via Nazionale assai vicino a quello dell'attuale governatore Ignazio Visco e a pochi passi dal Quirinale, facilmente raggiungibile attraverso via della Consulta, che è anche la strada più breve per arrivare al palazzo che ospita la Corte Costituzionale fino a poco fa presieduta proprio da Cartabia. Il mondo è piccolo. 

Così il Conte-Ter può saltare oggi

Chi vuole Mario Draghi premier 

il partito di chi voleva Draghi premier al posto di Conte si ingrossava ogni giorno di più. Superando agevolmente quello di chi pronosticava il suo nome come quello del prossimo presidente della Repubblica, mentre alcune voci lo volevano anche al ministero dell'Economia al posto di Roberto Gualtieri: l'imbarazzo della scelta, insomma. L'elemento di novità però è quello che era stato raccontato da La Stampa nei giorni scorsi, ovvero che tra le tante telefonate ricevute dall'uomo del "Whatever it takes" ce n'era una particolarmente prestigiosa: quella di Sergio Mattarella, arrivata appena tre giorni fa, ovvero quando Roberto Fico non aveva ancora ricevuto il mandato esplorativo. 

Dal Quirinale precisano che non c’è stata alcuna volontà di sondarlo, che non è quello il senso da ricercare nei colloqui abbastanza frequenti del Presidente della Repubblica con l’ex numero uno della Bce.

Successivamente la telefonata era stata smentita con toni secchi dal Quirinale. Eppure è evidente a tutti che quello di Draghi è un nome di prestigio assoluto, a cui è difficile dire di no da parte di ogni partito attualmente presente in parlamento (o quasi, visto che Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia non ha mai nascosto la sua ostilità in molte occasioni), soprattutto perché l'autorevolezza dell'ex inquilino di Palazzo Koch vale in ogni sede, anche quelle europee.

Non è un segreto che la sua disponibilità ad assumere incarichi politici di primo livello sia stata sondata, anche nello scorso decennio quando la Seconda Repubblica era in auge e a sfidarsi sul campo erano Berlusconi e Prodi. Nell'occasione rifiutò ogni offerta, forse perché a chiederglielo non era la persona giusta. Oggi la situazione potrebbe chiedergli un sacrificio e sarebbe difficile dire di no. O per Palazzo Chigi o per il Quirinale. Oppure prima per uno e poi per l'altro. Tra i suoi sponsor c'è Mara Carfagna di Forza Italia, di recente uscita allo scoperto per proporlo evidentemente con l'intenzione di votarlo poi in Parlamento e trascinare così il suo partito in una situazione che lo vedrebbe allontanarsi dal centrodestra a guida populista.

Così come Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini all'epoca del governo con il M5s, ha buoni uffici con l'ex Bce tanto da essersi esposto in qualche occasione ("A me piace") e finendo ovviamente stoppato dal Capitano, che ha paura di scoprirsi ulteriormente a destra dopo il Papeete e mentre la sua maggior concorrente per l'elettorato di riferimento, la Meloni, cresce sempre di più nei sondaggi. Ma almeno si può dire che pezzi di Forza Italia e della Lega non vedrebbero come il fumo negli occhi Mario Draghi presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi i giornali raccontavano che Salvini era costretto a tifare Conte proprio per evitare il rischio che nel Carroccio molti passino ad appoggiare Draghi. L'ipotesi piaceva anche a Idea-Cambiamo, il raggruppamento che fa capo a Giovanni Toti e può contare su tre preziosissimi senatori. Ieri il Capitano aveva detto: "Tra Conte e Draghi io preferisco gli italiani. Un governo tutti insieme per fare cosa?". Domani cambierà idea? Di certo l'ex presidente di Bankitalia e della Bce non piace a tutti:  "Draghi sul Britannia: il discorso dell'inizio della fine dell'Italia. Nel 2011 Monti. Oggi Draghi. Non governerà col mio voto. Mi spiace!", dice il senatore del MoVimento 5 Stelle Elio Lannutti pochi minuti dopo l'annuncio. 

Mario Draghi era il nome di Renzi per Palazzo Chigi

E Renzi? Lui ha sempre detto che voleva un governo politico, ma nell'intervista rilasciata al Corriere era stato piuttosto interlocutorio: "Eviterei di tirare per la giacchetta Draghi, una personalità di valore assoluto che stimo moltissimo. Stiamo parlando di una delle riserve più importanti della Repubblica che nessuna forza politica può intestarsi. Se il presidente della Repubblica riterrà di voler sondare o incaricare Draghi lo deciderà lui. Ogni tentativo di alimentare oggi una discussione su Draghi è offensivo verso Draghi stesso e soprattutto verso il presidente della Repubblica e verso le sue competenze costituzionali". Maria Elena Boschi gli aveva fatto eco in un colloquio con La Stampa: "Non sta a me suggerire nomi. Tanto meno in questa fase in cuitutto è nelle sagge mani del presidente della Repubblica. Tuttavia, penso che nessuno possa dubitare del valore di una figura come quella di Mario Draghi che rappresenta un orgoglio italiano. Ma i nomi spettano al presidente della Repubblica, non a noi". Agatha Christie diceva che tre indizi fanno una prova. Qui ce ne sono ben più di tre. Mario Draghi era il nome preferito di Renzi. Che è riuscito a cacciare Conte da Palazzo Chigi, non farlo rientrare con il Conte-Ter e oggi ad avere il suo nome come premier in attesa di trovare una maggioranza che lo voti. Ma questa è un'altra storia. Che comincia a partire da domani a mezzogiorno. 

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