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Giovedì, 25 Aprile 2024
PRIMARIE PD / Roma

Primarie Pd, Renzi scende in camper e fa il pieno a Roma

Bagno di folla per il sindaco di Firenze in comizio ieri all'Auditorium della Conciliazione. Molti i curiosi, pochi i big del partito. E Renzi carica: "C'è chi non fa politica per un rimborso elettorale"

ROMA - Forse non se l'aspettava neanche lui. Organizzata alla bell'e meglio a seguito di un invito a "Porta a Porta", la prima kermesse romana di Matteo Renzi fa subito sold out. Per la verità il comizio all' Auditorium non era partito sotto i migliori auspici, dopo che ieri il blog 'Romafaschifo' ha pubblicato le foto di alcuni manifesti abusivi affissi dal suo staff sui muri della Capitale; una malvezzo di cui hanno dato notizia molti giornali e che ha costretto Renzi alle scuse via Twitter ("clamoroso autogol").

La vicenda comunque non ha rovinato la festa dei renziani. Già alle 21, poco prima che il sindaco di Firenze salisse sul palco, la grande sala dell' Auditorium era quasi colma. Il copione è il medesimo delle altre tappe della campagna per le primarie partita a Verona il 13 settembre scorso.

Lo slogan "Adesso! Matteo 2012", spicca a caratteri cubitali sul palco, dove peraltro continua a non esserci traccia di bandiere del Pd; il pubblico è molto vario: pochi volti noti (i dirigenti democratici si contano sulle dita di una mano) molti curiosi, difficile dire se di sinistra o meno.

Più rappresentata la politica romana: c'è la candidata alle primarie della Capitale Patrizia Prestipino (Renziana doc), il consigliere regionale Claudio Moscardelli, l'ex presidente del I Municipio Giuseppe Lobefaro, ma anche i pidiellini, Gianluigi De Palo, assessore capitolino, e Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza in Campidoglio. Anche Alemanno voleva esserci ma poi si è tirato indietro ("la mia presenza verrebbe strumentalizzata").

Nel bel mezzo della scandalo Fiorito e a poche ore dalle dimissioni di Renata Polverini, per Renzi non ci poteva essere momento migliore per lanciare invettive all'indirizzo della classe politica capitolina direttamente in casa. Ma chi si aspettava riferimenti all'attualità è rimasto deluso. Renzi sceglie il basso profilo e mette le cose in chiaro fin da subito: "Non è una bella serata per la politica - dice alludendo alle dimissioni di Renata Polverini - ma non aspettatevi grandi discorsi sulla rottamazione".

Spazio dunque ai tre concetti cardine del suo programma, Europa, futuro e merito. Rottamare sì, dice il sindaco, ma non dieci parlamentari, bensì i luoghi comuni. Il primo? "Non considerare la crisi come un problema ma come un'opportunità per uscire da un'impasse che stavamo già vivendo". C'è poi da rottamare il modello infrastrutturale ("La sonda Curiosity è costata meno della Salerno Reggio Calabria"), il dibattito tra Keynesiani e anti Keynesiani, una visione sbagliata dell'uguaglianza ("che non è egualitarismo").

A infiammare gli oltre 1700 dell' Auditorium tuttavia sono però le stilettate agli apparati di partito. "Negli ultimi vent'anni sono cambiati solo i simboli, le facce sono rimaste le stesse", oppure: "Qualcuno mi accusa di voler spaccare il partito, mentre dovrei stare acquattato ad aspettare il mio turno di spartizione delle prebende". L'unica allusione allo scandalo Fiorito arriva nel finale : "C'è anche chi non fa politica per i rimborsi elettorali". Ma nulla di più.

Cala il sipario. Renzi scende dal palco, attorno a lui su forma un capannello di persone; c'è chi gli chiede autografi e chi vuole scattare foto. Lui dispensa sorrisi a tutti, anche agli esodati che lo contestano. Del resto riempire l'Auditorium in una manciata di giorni non è da tutti. Per il rottamatore, manifesti abusivi a parte, una serata da incorniciare. (da RomaToday)
 

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