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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Fantapolitica o ipotesi reale?

Matteo Renzi e il "sogno segreto": la poltrona di segretario generale della Nato

L'attivismo del senatore e leader di Italia Viva sulla scena mediatica internazionale non fa altro che rafforzare secondo alcuni osservatori l’idea di un incarico fuori dall’Italia in futuro. Un'ipotesi reale o fantapolitica? Il mandato di Jens Stoltemberg scade l'anno prossimo

In queste complesse settimane di crisi di governo, Matteo Renzi, il leader di Italia Viva ed ex Presidente del Consiglio, ha concesso a più riprese interviste ai principali quotidiani internazionali, dal Financial Times al New York Times. Questo attivismo sulla scena mediatica non fa altro che rafforzare secondo alcuni osservatori l’idea di un incarico fuori dall’Italia in futuro. Con un sogno, come raccontato oggi dal Corriere della Sera: la poltrona di segretario generale della Nato nel 2022. 

Matteo Renzi segretario generale della Nato nel 2022?

Il peso specifico avuto da Renzi nella caduta del governo Conte è sotto gli occhi di tutti, mentre sulla scelta di coinvolgere Mario Draghi il senatore di Scandicci assicura che è "tutto merito del Presidente della Repubblica". Al quotidiano newyorchese la crisi di governo Renzi la sintetizza così: "È stata l’operazione più complessa di tutta la mia carriera politica". Una raffica di parole e interviste. A Le Monde pochi giorni prima diceva: "Da italiano Draghi ha salvato l’euro. Da europeo salverà l’Italia", mentre allo spagnolo El Pais rincarava la dose: "Tutti sapevano che Draghi era migliore di Conte, ma nessuno ha avuto il coraggio...".

Ci punta parecchio sull’estero Renzi, sul mantenere alta la sua visibilità negli ambientin internazionali che contano: secondo il Corriere i motivi possono essere vari: da una parte c'è la bassa popolarità in questo momento di Italia Viva in Italia. Ma ci sarebbero in ballo anche ragionamenti riguardanti il futuro politico.

Magari per un incarico internazionale come, ad esempio, grazie ai buoni rapporti che Renzi ha coltivato con il presidente Biden, la poltrona di segretario generale della Nato, che Jens Stoltenberg lascerà nel 2022.

Le indiscrezioni su una possibile candidatura dell’ex premier alla guida dell’Alleanza Atlantica si rincorrono non certoi da oggi, bensì da mesi. Sicuramente non è né credibile né corretto vedere nella crisi di governo aperta a cavallo tra 2020 e 2021 un mero trampolino di lancio verso altri obiettivi. 

Renzi non avrà alcun ruolo nel nuovo governo

Le certezze al momento sono poche: la prima è che Renzi non avrà alcun ruolo nel nuovo governo (mentre un ministero dovrebbe spettare a Italia Viva), la seconda che riprenderà la sua attività di conferenziere all’estero. Nei sondaggi il partito arranca e non supero secondo praticamente tutti gli istituti il 3 per cento, e anche nelle classifiche dei leader politici più apprezzati dagli italiani il senatore non è mai nelle prime posizioni.

Il mandato di Jens Stoltemberg scade l'anno prossimo ed è già stato prorogato una volta. In passato, sette anni fa, l’ex ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, era uno dei papabili per l’incarico, poi l'ipotesi sfumò e Stoltembrg, appoggiato da Mario Monti ed Enrico Letta, vinse la corsa. Proprio Renzi, nel frattempo diventato primo ministro, permise tra gli altri l’elezione del candidato norvegese che piaceva a Obama e Merkel. Secondo un articolo di Domani di un mese fa, "Qualche giorno dopo la nomina di Stoltenberg, l’allora ministra degli Esteri Federica Mogherini ribadisce: «L’Italia ha contribuito al raggiungimento del consenso unanime per Stoltenberg». Sette anni dopo, Renzi sarebbe pronto a vantare quel credito".

In ottica futura, il rapporto positivo di Renzi con Biden è un punto di partenza, ma al momento nulla di più. L'ultimo "latino" operativo al vertice della Nato era stato lo spagnolo Javier Solana nel quadriennio 1995-1999. L’ultimo italiano fu Manlio Brosio, in carica dal 1964 al 1971. 

La Nato è pronta a voltare pagina dopo anni complessi, nei quali Donald Trump ha definito più volte l’alleanza atlantica come una realtà "obsoleta". Per diventare segretari generali della Nato serve avere l’appoggio internazionale ancora di più rispetto al sostegno del proprio paese di origine. L’elezione si svolge con un voto che prevede l’unanimità dei 30 stati membri. Questo dipende anche da una forte campagna elettorale. Che forse è già iniziata.

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