Renzi: "Sono stufo di questo Pd"

"Sono stufo di questo fuoco di sbarramento incomprensibile su ogni cosa che faccio": così Matteo Renzi in un'intervista alla Stampa in cui ribadisce da un lato la sua irritazione nei confronti del Partito Democratico, dall'altro che non ha intenzione di fare pressioni sul caso Shalabayeva e per le dimissioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano.

"Se non devo partecipare al congresso lo dicano, ma non strumentalizzino per vicende del Pd una bimba di sei anni che è stata presa dalle forze speciali" rincara il sindaco di Firenze che ieri aveva scritto sulla sua newletter "Non voglio far saltare il governo. Se cade Letta non si vota. E anche se si formasse un nuovo governo non sarei candidabile".

Il Pd e le larghe intese: governo a rischio dopo il congresso?

Tanto è sconfortato dalla cronaca politica da annunciare che dopo la visita a Angela Merkel interromperà il giro esplorativo che aveva avviato con i leader internazionali: "Mi auguro che questo serva a far sì che dentro il Pd qualcuno faccia una riflessione".

Shalabayeva e Renzi scuotono la politica: la lunga estate Pd-Pdl

"E' vergognoso" protesta Renzi "che per tutto il pomeriggio almeno una trentina di deputati del Pdl, Giovanardi in testa, abbiano fatto dichiarazioni contro di me, e anche una decina del Pd. Ho una notizia per loro: non sono disponibile a essere il loro alibi. Se sanno governare governino, se no sono capaci non governino".

Renzi: "Non credo che intesa Pd-Pdl possa durare molto"

Quanto al tour europeo "non credo che continuerò questo giro".

Renzi dalla Merkel e Letta si irrita: è già iniziata la battaglia

"Sono veramente amareggiato - continua Renzi - e anche deluso dall'atteggiamento del gruppo dirigente del mio partito che non perde occasione di aprire una polemica con me. Mi fa cadere le braccia un atteggiamento che deriva nel risentimento personale. A guardare i giornali dell'ultima settimana sembra che abbia attentato alla vita del governo almeno quattro volte. C'è un limite a tutto. Mi auguro che qualcuno nel Pd faccia una riflessione".

VICENDA KAZAKA -  Il Pd non voterà la sfiducia contro Angelino Alfano e non intende far cadere il governo. Ma il caso Shalabayeva non puo' chiudersi cosi' perchè "bisogna ridare credibilita' alle istituzioni. Nelle ultime ore prima del voto in Senato sulle mozioni Sel e M5S, venerdi', si fara' di tutto per convincere il ministro dell'Interno a dimettersi. La questione è stata lungamente dibattuta questo pomeriggio nella segreteria del Pd. La maggioranza ha premuto per evitare lo scontro frontale mentre diverse voci si sono levate per chiedere una posizione dura.

Caso Shalabayeva, Berlusconi blinda Alfano: "Non si tocca"

Sono a favore delle dimissioni di Alfano esponenti come Antonio Funciello, e poi sia fausto Raciti sia Cecilia Carmassi. Nonostante i renziani per primi ieri pubblicamente abbiano chiesto a gran voce le dimissioni di Alfano, durante la segreteria Luca Lotti, sulla scia di quanto pubblciamente detto dal sindaco di Firenze, ha chiesto di rimettersi alle decisioni che prendera' Enrico Letta. Dal canto suo, Guglielmo Epifani ha invitato alla cautela perchè, e lo si è letto chiaramente nella nota della segreteria, il rischio è che dimissioni traumatiche di Alfano provochino la caduta immediata del governo. Datemi il modo di risolvere il problema lontano dai riflettori, avrebbe detto il segretario. L'idea che chi era presente si è fatto è che Epifani speri che esercitando una moral suasion su Alfano, per il tramite dei rappresentanti piu' alti delle istituzioni, si possa arrivare a venerdi' con la questione gia' chiusa. Speriamo di non dover votare, ma se cosi' fosse non possiamo votare contro il governo, avrebbe chiarito il segretario.