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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Quando Salvini criticava Draghi: "Complice di chi sta massacrando la nostra economia"

Da burocrate a presidente del consiglio in un governo di salvezza nazionale sostenuto dalla Lega: come è cambiato negli anni il giudizio del segretario del Carroccio

Draghi sì, Draghi no. Da burocrate complice “di chi sta affamando la nostra economia” a presidente del consiglio in un governo di salvezza nazionale votato anche dalla Lega. Cambiare idea è lecito (ci mancherebbe) e talvolta anche sintomo di intelligenza, politica e non. Certo è che le giravolte di Matteo Salvini nel giudizio sul premier incaricato sono parecchie. Come ha fatto notare, tra gli altri, il giornalista e debunker David Puente su Twitter, in passato il segretario della Lega ha criticato con toni durissimi l’ex capo della banca centrale europea ritenuto per molto tempo un ostacolo al sovranismo e dunque, aggiungiamo noi, all’ascesa della Lega. Il “presidente della Bce Draghi invita [gli] Stati a ‘cedere sovranità all’Europa’. Mavaffanbagno. Sovranità ai cittadini, non ai burocratici incapaci”. “Draghi si accorge che l’Europa non cresce, meglio tardi che mai…”. Così scriveva sui suoi canali social il segretario del Carroccio nell’estate 2014.

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Tutte le frasi di Salvini contro Draghi

Tre anni dopo il suo giudizio sul capo della Bce non era affatto cambiato. “I complici della Merkel, di Draghi e della Ue che ci sta affamando non potranno mai sedersi al tavolo con noi” (12 febbrao 2017). “Draghi: l’Euro ci tiene uniti, è irrevocabile’. Spiace che un italiano sia complice di chi sta massacrando la nostra economia”. E dire che il discorso sul “Whatever it takes” (“ho un messaggio chiaro da darvi: nell'ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza”) era stato pronunciato già da un pezzo. Nel frattempo Draghi era stato ribattezzato SuperMario e i giornali di tutto il mondo (vedi il “New York Times”) si sperticavano in elogi. Al capo della Bce veniva (e viene) riconosciuto un ruolo fondamentale nell’aver salvato l’euro da una crisi finanziaria che avrebbe potuto minare l’impalcatura europea dalle fondamenta.

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Sul suo conto Salvini però inizierà a cambiare idea solo a fine del 2018. “Mario Draghi da presidente della Bce si è impegnato per l’Italia, gli italiani e i loro risparmi. Ci sono burocrati peggiori. Draghi ha fatto il suo”. Un anno dopo, un po’ a sorpresa, il leghista aveva aperto perfino ad una possibile candidatura di Draghi al ruolo di Capo dello Stato. "Mario Draghi presidente della Repubblica? Why not". A marzo 2020 i toni di Salvini si erano fatti ancora più concilianti. Draghi veniva visto come un prezioso alleato in chiave antitedesca. “Ben vengano uomini come Draghi che ha saputo, saprebbe e saprà fronteggiare la signora Merkel e lo strapotere della Germania in Europa”.

In un discorso pronunciato al Senato, il segretario del Carroccio trovò il modo di ringraziare SuperMario “per le sue parole, perché è caduto il mito del non si può fare debito, oggi ci ha detto che 'si può fare debito'". "Benvenuto presidente Draghi ci serve l'aiuto di tutti, ci serve anche il suo, quindi sono contento, di quello che potrà nascere". Il resto è storia dei nostri giorni. Dopo qualche resistenza iniziale, complice anche la mediazione di Giorgetti, Salvini si è convinto che Draghi sia l'uomo giusto per gestire i soldi del recovery fund e traghettare il Paese verso le elezioni, tanto che i giornali di centrodestra lo descrivono ormai come "innamorato" del premier incaricato. Non sappiamo se sia così: ma la svolta moderata del "Capitano", nei toni prima che nella linea politica, è comunque una buona notizia. 

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