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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tra meme e made in Italy

Meloni e l'ananas per spiegare la sovranità alimentare

Durante il discorso programmatico la presidente del consiglio ha usato l'immagine del frutto tropicale per spiegare il senso del cambio di denominazione del ministero dell'agricoltura

È diventato virale sui social l'accostamento tra la premier Giorgia Meloni e l'ananas. Tutto perché durante il discorso programmatico la presidente del consiglio ha usato l'immagine del frutto tropicale per spiegare il senso del cambio di denominazione del ministero dell'agricoltura diventato della sovranità alimentare.

"La piena sovranità alimentare che è non più rinviabile, non significa mettere fuori commercio l'ananas, come qualcuno ha detto, ma garantire che non dipenderemo da nazioni distanti da noi per poter dare da mangiare ai nostri figli" ha detto Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera.

Il riferimento e la stoccata sono per Laura Boldrini che aveva sollevato la provvocazione sulla fine del consumo di ananas in Italia.

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Boldrini che poi oggi ha rincarato: "Dopo il discorso di oggi ne esce indebolito, perché secondo quanto stabilito e affermato da Meloni bisogna dare da mangiare solo quanto coltivato in Italia, vediamo questo ananas dove si coltiva. Se si coltiva in Italia potremmo continuare, altrimenti chissà" ha detto intervenendo su Rai Radio1. Ma che cosa sarà dunque questo nuovo super ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare? Il ministero che farà capo al già capogruppo di Fratelli d'Italia Francesco Lollobrigida (e cognato della stessa premier).

Francesco Lollobrigida nuovo ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare 

La definizione in realtà non è inedita: anche in Francia Macron la ha adottata per il ministero guidato da Marc Fesneau. Nessun "sound" sovranista ma anzi un concetto coniato nel 1996 da 'Via Campesina' e ripreso nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, agenzia dell'Onu Fao compresa.

Niente autarchia né sovranismo quindi, ma un concetto ampio e complesso che sancisce l'importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell'uso delle risorse in un'ottica di bene comune.

Il termine si oppone ai monopoli e allo sfruttamento delle multinazionali, alla globalizzazione selvaggia delle filiere e allo sfruttamento intenso dell’ambiente. All'estero ad esempio in Canada ci si è posto l'obiettivo è quello di mettere al centro la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone e non la massimizzazione del profitto economico, incoraggiare lo sviluppo delle realtà locali ed eliminare gli sprechi.

Il neo ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato, riguardo al nuovo ministero della Sovranità alimentare: "Non è inedito ce l'hanno anche in Francia e sono quelli che hanno difeso meglio i loro prodotti, quindi riteniamo sia completamente in linea con la vocazione che avremo anche noi, difendere i nostri prodotti". Tre settimane fa, sempre Lollobrigida, in visita al Villaggio Coldiretti a Milano, affermava: "Il made in Italy è la vetrina dei prodotti migliori che abbiamo nella nostra Nazione e che dobbiamo difendere. In questi anni, purtroppo, non abbiamo avuto condizioni di favore". I motivi di questa scelta politica, nei fatti, li riassume il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all'intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall'estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità".

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