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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il discorso

La replica della Meloni in Senato e il 'whatever il takes' sulla speculazione

"Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo", ha dichiarato la premier in occasione della fiducia al Senato

La replica in Senato della premier Giorgia Meloni inizia con delle scuse "per la voce e per la tosse" per passare poi ai ringraziamenti nei confronti dei senatori intervenuti al dibattito “franco, rispettoso e soprattutto composto". La neo presidente del Consiglio, ieri “criticata da vari interventi per aver cercato di segnare un manifesto programmatico”, deludendo chi si aspettava “risposte concrete”, ha iniziato dal tema più bollente: il caro bollette. Prima però ha voluto porre l’accento sulle “condizioni che ereditiamo”. Dagli interventi oggi al Senato, infatti, sono anche emerse diverse criticità e "sono emerse le scarse risorse che disporremo" per affrontare le emergenze.

Caro bollette

Le risorse per aiutare imprese e famiglie alle prese con il caro bollette, con “interventi calibrati”, arriveranno “dalle pieghe del bilancio, dagli extraprofitti (con una norma che per me è da riscrivere) e dai ricavi dello Stato”. Prima di cominciare a trovare nuove risorse, magari per scaricarle sul debito, però “bisogna fermare gli speculatori. Oggi si ragiona in Europa sul price dinamico, continueremo ad incalzare l'Europa per soluzioni comune. Tutto quello che si può fare contro la speculazione siamo pronti a farlo". L’Italia è pronta ad agire "sul disaccoppiamento crescente" tra il gas e le altre fonti ma è anche pronta a riprendere l’estrazione di gas naturale.

Lavoro e salari

Estendere la contrattazione collettiva e tagliare il cuneo fiscale. Questi gli interventi che il governo Meloni intende fare per migliorare il mercato del lavoro e il livello dei salari in Italia, specificando che "il salario minimo non è una soluzione ma uno specchietto per le allodole perché sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscale i salari saranno bassi comunque", per questo si impegna ad "arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine", ha specificato la premier. Per favorire il lavoro, invece, si può iniziare con una "superdeduzione del costo del lavoro, abbiamo immaginato di partire dal 120% per arrivare al 150%, un tema su cui si possono trovare delle convergenze".

Fisco e flat tax incrementale

Come detto in campagna elettorale la Meloni punterà sulla flat tax incrementale. "Ho parlato di regime forfettario e flat tax incrementale, cioè una tassa piatta del 15% su quanto dichiarato in più rispetto all'anno precedente: per chi è in difficoltà e si rimbocca le maniche è un segnale di merito".

"Metteremo mano al tetto al contante", ha aggiunto poi la Meloni specificando che non ci sono legami con l'evasione e che "la Germania e l'Austria non hanno un tetto al contante. Ci sono paesi in cui il limite non c'è e l'evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd".

Pnrr

Affrontando punto per punto tutte le critiche mosse ieri dall'opposizione, la Meloni si è ritrovata poi a parlare del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). "Non vogliamo stravolgere il Pnrr, non abbiamo mai detto che andasse riscritto. Ma rivederlo sulla base dell'articolo 21 del Next generation Eu che consente agli Stati di fare degli aggiustamenti se cambiano gli scenari e di valutare quegli scenari. Il Pnrr è stato scritto in un tempo in cui non c'era la guerra e gli aumenti dei costi dell'energia. È lecito ragionare se quegli interventi sono validi ancora oggi o no?", si chiede la presidente del Consiglio durante la replica al Senato.

Parlando di quanto speso sinora, la Meloni osserva che "il cronoprogramma delle spese del Pnrr prevedeva che al 31 dicembre di quest'anno avremmo speso 42 mld. Nel Def di aprile scorso il dato è stato aggiornato a 33,7 mld. Nella nota di aggiornamento del Def, prevede per il 2022 21 miliardi, meno della metà. E' andato tutto bene? Forse no. Per questo ci carichiamo la responsabilità di dare anche velocità all'attuazione del Pnrr".

Covid

Altro punto importante del discorso della Meloni al Senato riguarda la pandemia Covid. "Noi abbiamo sempre riconosciuto il valore della scienza, ma non abbiamo condiviso le decisioni prese senza il supporto di evidenze scientifiche, non abbiamo condiviso che si scambiasse la scienza con la religione", ha dichiarato la premier riferendosi alle misure restrittive sinora intraprese nella lotta al Covid. "Per esempio è stato un errore impedire a ragazzi di 12 anni non vaccinati di non fare sport quando la comunità scientifica non era unanime su questo. Lo sport gli avrebbe fatto bene", ha aggiunto.

Tutti gli altri punti del discorso

Nella replica al Senato la Meloni ha parlato anche di giovani e Sud, di sanità pubblica, di controlli e prevenzione contro gli incidenti stradali, di lotta alle mafie, di sovraffollamento delle carceri, di libertà di manifestare le proprie idee "ma nel rispetto di quelle altrui" ed infine di pace. Riferendosi alla guerra russo ucraina, la premier ha dichiarato che l'aggressione all'Ucraina è "inaccettabile" e che "lavoreremo per arrivare a una pace giusta. L'unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilbrio. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all'Ucraina, consentendole di difendersi" e non con le "bandiere arcobaleno sventolate nelle manifestazioni".

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