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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le ipotesi

Meloni e la prima sfida energetica: tra un mese stop al petrolio russo

Il prossimo 5 dicembre scatta l'embargo Ue e il governo dovrà risolvere il caso della Lukoil, messa in difficoltà dalle sanzioni. Draghi aveva "congelato" il dossier, ma con il nuovo governo tutto potrebbe cambiare. Il ministro Urso: "Stiamo valutando l'ipotesi di acquisire la raffineria di Priolo"

Nuovo governo, nuove sfide. Giorgia Meloni, neo presidente del Consiglio, dovrà affrontare diverse problematiche, prime tra tutte quelle legate alla crisi energetica. Una prima opportunità potrebbe arrivare tra circa un mese, il prossimo 5 dicembre, quando scatterà l'embargo Ue per impedire le importazioni di greggio dalla Russia. Al momento l'unico stabilimento che lo acquista è quello trattato da Lukoil nell'impianto Isab in provincia di Siracusa, che tra l'altro non può rifornirsi da altre fonti a causa del blocco delle linee di credito. Con Draghi l'argomento era rimasto nel cassetto, ma con Giorgia Meloni tutto potrebbe cambiare. Nei giorni scorsi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva aperto all'ipotesi di acquisire le raffinerie di proprietà di una società italo-svizzera con partecipazione russa: "Stiamo seguendo l'ipotesi di acquisizione della raffineria Isab di Priolo, di proprietà di Lukoil".

Il governo Meloni e il caso Lukoil

L'idea ha mandato in allarme i sindacati, ma gli interessi intorno a Lukoil sono enormi, tanto da solleticare l'interesse del nuovo esecutivo, che su questa strada sembra incontrare anche il favore dell'opposizione, almeno di una parte. L'ipotesi paventata da Urso era stata ben accolta dal Pd, come testimoniano le parole del senatore siracusano Antonio Nicita, rilasciate all'Agi: "Tra le ipotesi più fattibili c'è l'opzione di una partecipazione azionaria pubblica in un contesto in cui potrebbero entrare altri soggetti, tra cui fondi internazionali. Peraltro, non è affatto detto che il controllo dell'azienda debba essere pubblico. Bisogna anche verificare le intenzioni dell'attuale società anche se mi pare di aver compreso che siano disposti a varie soluzioni. In ogni caso, si tratta di una questione che necessita di tempo ma il 5 dicembre è praticamente alle porte. Qui si deve scongiurare il blocco dell'attività, anche se piccole interruzioni sono tollerabili, ma secondo me sia la vicenda dell'acquisizione delle raffinerie sia il via libera alla linea di credito all'attuale società sono strade percorribili".

Invece, per quanto riguarda il credito di Litasco bloccato dalle banche, il problema è legato al rischio sanzioni per gli istituti bancari, che potrebbero creare un rapporto con una società in "orbita" Russia: "Il tema non è dato dalla proprietà dell'azienda. Per le banche è importante - ha aggiunto Nicita - la garanzia giuridica dell'operazione e per questo il Comitato di sicurezza finanziaria potrebbe fornire rassicurazioni sulla sua liceità. In ogni caso, serve fare presto con lo sblocco del credito perché la società, in poco tempo, deve sottoscrivere dei contratti di acquisto e predisporre le navi per rifornire di greggio le raffinerie". 

Cosa succederà? Tutti gli scenari

Come verrà risolta la questione? Secondo l'agenzia Reuters, il governo intende fare in modo che l'impianto possa rimanere operativo. La questione, risulta da un verbale visto da Reuters, è stata discussa in una riunione presso il ministero dell'Industria il 17 ottobre con i rappresentanti delle due principali banche italiane, Intesa Sanpaolo e UniCredit, e dell'agenzia statale per il credito alle esportazioni Sace, come risulta da un verbale dell'incontro visto da Reuters. Il finanziamento verrebbe garantito da Sace.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha assicurato oggi che tra i dossier che verranno affrontati al più presto c'è anche quello della Lukoil: "Lavoreremo ai grandi temi del Paese, che in alcuni casi, spero, mi porteranno a risolvere delle crisi o a creare opportunità. Partirò dalla siderurgia italiana, con Piombino e l'Ilva, così come da alcune crisi aziendali, penso alla Whirpool e agli altri 70 tavoli aperti. Particolare attenzione c'è ora sulla Lukoil, un'azienda italiana messa in difficoltà dalle sanzioni che ragioneremo sull'acquistare. Posso rassicurare che troveremo una soluzione e che annunceremo quando avremo assunto le nostre determinazioni":

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