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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il punto

Meloni e Salvini non sono mai stati così lontani

La leader di Fratelli d'Italia agli alleati: "Faremo questo percorso con o senza di voi". Salvini: "Sarei andato, ma non ero gradito"

Nell'area del centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono molto lontani. Forse non lo sono mai stati così tanto come oggi. Quanto detto dai due leader, al termine della convention di Fratelli d’Italia, tenutasi a Milano dal 28 aprile al primo maggio, lo evidenzia. Meloni, nel suo discorso conclusivo, ha lanciato un monito agli alleati di centrodestra: "Noi vogliamo compiere questo percorso con voi ma se non ci foste, siamo pronti a farlo da soli". Fratelli d’Italia si candida a governare il Paese. Salvini ha spiegato la sua assenza, rilanciando la palla della polemica nel campo degli alleati. "Sarei andato volentieri a salutare Giorgia, che è un'amica però qualcuno del suo partito ha detto in qualche intervista che non ero gradito. - ha detto il segretario della Lega - Per me l'unità del centrodestra è un valore. Ho l'impressione che qualcuno, invece, preferisce giocare da solo". 

Dove rischia di più il centrodestra alle elezioni di giugno

Meloni e Salvini, lontani, l'uno in attesa di una mossa da parte dell’altro. Il tempo e le liti (la più deflagrante quella sul voto per l’elezione del Presidente della Repubblica) hanno esacerbato gli animi. Adesso Fratelli d’Italia, forte della sua (virtuale) posizione di primo partito in Italia, alza la posta e tenta di portare Berlusconi e Salvini dove vuole lei: la costruzione di un grande centrodestra che candidi lei, Giorgia Meloni, a Presidente del consiglio dei Ministri. La stessa investitura a cui ambisce però anche Salvini. In teoria, la regola non scritta del centrodestra (per cui il Premier è il leader del partito più votato) avallerebbe la candidatura di Meloni. Nella Lega però si cerca di scongiurare questa possibilità e si prende tempo. Il deputato del Carroccio Luigi Galli, parlando a Today, aveva detto che "si vedrà" perché quella "è la norma generale", come a dire che poi si può anche rivedere a seconda del contesto. "E poi non bisogna dare per scontato che non sia la Lega il primo partito al momento delle elezioni" aveva ribadito Galli. 

Tuttavia non si può parlare di rottura. I due non se lo possono permettere. Finché ci sarà come legge elettorale il Rosatellum, con un misto di proporzionale e premio di maggioranza con collegi uninominali, non c’è scelta: se il centrodestra non si organizza in una coalizione, vince a mani basse il centrosinistra, che si presenterà unito con almeno Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Leu. Siccome nessuno vuole perdere e siccome la destra vede davvero la possibilità di conquistare Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche del 2023, Meloni e Salvini non vanno più d’accordo, ma un accordo sono costretti a trovarlo. 

Meloni sfida Salvini e lancia il programma elettorale di Fdi

A meno che non cambi la legge elettorale in un sistema proporzionale. A quel punto il partito più avvantaggiato a destra resta Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha in mano il pallino del gioco. Per questo, dal palco di Milano, ha sfidato tutti e ha lanciato la bozza del suo programma elettorale. 

Sulla guerra in Ucraina, Meloni "imita" Berlusconi e prende le distanze dalla Lega. Evita qualunque flirt con la Russia e Putin (anche se lei era stata tra le più contente di fronte alla rielezione del presidente della federazione russa) e si schiera dalla parte di Kiev. Si è detta a favore del sostegno della Unione europea e della Nato. 

Si pone in modo più moderato di fronte al ruolo dell’Italia in Europa e della stessa Ue (Unione europea). Se una volta Bruxelles era vista come il luogo in cui si praticava la schiavitù dei Paesi sovrani, adesso Meloni chiede un'Europa con una solida politica estera e di difesa comune. In pratica più Europa, ma anche in chiave anti Stati Uniti. "Non prendiamo ordini da nessuno, né dalla Francia né dalla Germania".

Su pandemia e Pnrr, la posizione resta la stessa. Negli anni Meloni si è costruita un abito su misura con la parola "coerenza" e lo indossa, almeno su certi temi, con audacia. "Non moriremo cinesi" ha urlato dal palco, ribadendo come Fratelli d’Italia resti contraria al Green pass e in generale alle forme di restrizione messe in atto in questi due anni di lotta al coronavirus. Poi chiede indennizzi per le aziende che pagheranno il prezzo delle sanzioni perché "l’Italia non sarà un mulo da soma".

Sul piano prettamente politico, non usa mezzi termini. Chiede agli alleati Fi e Lega di uscire dall’alleanza con la sinistra e lavorare per governare insieme. Poi una vera stoccata, più per la Lega che non per Forza Italia: "In una coalizione servono chiarezza, regole, orgoglio. Se si sta da questa parte, l'alleanza non ha porte girevoli. Non ci si allea con i nostri avversari. L'ultima volta che ho chiesto questo, io mi sono trovata con due poltrone vuote accanto e gli italiani sono stati massacrati da tre governi".

Salvini però non ci sta a passare per quello che ha guardato i propri interessi. "Meloni mette legittimamente prima di tutto l'interesse del suo partito, ne ha tutto il diritto ma quando c'è stato da fare scelte di responsabilità io non me la sono sentita di fare solo gli interessi di partito e di lasciare il paese in mano al Pd o al M5s" ha detto Salvini, per il quale, "senza la Lega al governo avremmo avuto ius soli e patrimoniale.

Sarà anche vero, ma Salvini ha perso molto in termini di consenso. È obbligato a con Meloni se vuole vincere le prossime elezioni con la legge elettorale di Ettore Rosato (Iv). A questo punto, visti i sondaggi, anche nell’eventualità di una legge proporzionale. Potrebbe non esserci tempo per votarla, ma non è detta l’ultima parola. A sinistra la vogliono tutti e dalle parti del Pd, c’è chi lavora per convincere proprio Fratelli d'Italia a votarla, approfittando delle crepe in casa del centrodestra. Magari non è un caso che, proprio di recente, anche Letta abbia dato legittimazione politica a Meloni, riconoscendola come un'interlocutrice privilegiata, affidabile e non più un esponente dell'estrema destra impresentabile. Salvini è avvisato. 

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