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Venerdì, 29 Marzo 2024
La soluzione

Con Meloni tornano le trivelle: "Sfruttiamo i nostri giacimenti"

Durante il suo discorso alla Camera la nuova premier ha affrontato anche l'ostico tema della crisi energetica, aprendo alla possibilità di nuove trivellazioni: "I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno"

La crisi energetica e il caro-bollette sono due dei principali scogli che il nuovo governo dovrà affrontare. Due problemi su cui Giorgia Meloni ha speso molte parole durante il suo discorso di alla Camera, ad iniziare dallo "stop" al ricatto di Putin. Secondo il nuovo presidente del Consiglio, l'Italia ha un grande potenziale per superare questo problema, le energie rinnovabili: "La nostra priorità deve essere mettere un argine al caro energia e trovare altre fonti di approvvigionamento: i nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno e il Mezzogiorno è il paradiso delle rinnovabili, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Con coraggio e spirito pratico l'Italia potrebbe uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima".

"Sfruttiamo i nostri giacimenti di gas"

Nel lungo discorso pronunciato alla Camera, la leader di Fratelli d'Italia e neo premier ha delineato la strategia energetica del nuovo esecutivo: "Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette sia su quello del carburante. Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio. Ma oggi la nostra priorità deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale". Una frase che può essere tradotta in un via libera alle trivellazioni, sia quelle al momento ferme che quelle che potrebbero essere attivate con le concessioni rimaste bloccate.

La Meloni ha anche spiegato come, sfruttando i nostri giacimenti, si potrebbe trasformare il dramma della crisi in un'opportunità: "Perché voglio credere che dal dramma della crisi energetica possa emergere, per paradosso, anche un'occasione per l'Italia. I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno. E la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l'Italia, con un po' di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima. Oltre al caro energia, le famiglie italiane si trovano a dover fronteggiare un livello di inflazione che ha raggiunto l'11,1% su base annua e ne sta erodendo inesorabilmente il potere d'acquisto, nonostante una parte di questi aumenti sia stata assorbita dalle aziende". "Inoltre - ha aggiunto - intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni".

La "bellezza" come risorsa economica

Giacimenti da sfruttare ma non solo, secondo la Meloni l'Italia deve puntare anche sulle sue "bellezze", una ricchezza da sfruttare e una grande risorsa economica, come sottolineato alla Camera dalla Meloni: "Penso poi alla favorevole posizione dell’Italia nel Mediterraneo e alle opportunità legate all’economia del mare, che può e deve diventare un asset strategico per l’Italia intera e in particolare per lo sviluppo del meridione. E penso alla bellezza. Sì, perché l’Italia è la nazione che più di ogni altra al mondo racchiude l’idea della bellezza paesaggistica, artistica, narrativa, espressiva. Tutto il mondo lo sa, ci ama per questo e per questo vuole comprare italiano, conoscere la nostra storia e venire in vacanza da noi. È un orgoglio per noi, ma soprattutto una risorsa economica di valore inestimabile, che alimenta la nostra industria turistica e culturale. E aggiungo che tornare a puntare sul valore strategico dell’italianità vuol dire anche promuovere la lingua italiana all’estero e valorizzare il legame con le comunità italiane presenti in ogni parte del mondo, che sono parte integrante della nostra comunità nazionale. Perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà 'non disturbare chi vuole fare'".

Quanto gas abbiamo in Italia e perché non lo estraiamo 

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