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Venerdì, 29 Marzo 2024

Il padre di Di Maio ammette: "Lavoratori in nero in azienda, ma Luigi non c'entra"

Antonio Di Maio registra un video per chiarire la sua posizione ed aiutare il figlio, il vicepremier Luigi Di Maio dopo l'inchiesta su presunti casi di lavoro nero: "Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori"

"Salve a tutti: questa volta facebook lo uso io per parlare di una vicenda che ormai è sotto i riflettori. Sono molto emozionato e percio' preferisco leggervi una lettera che ho scritto". Esordisce così Antonio Di Maio in un videomessaggio pubblicato sui social in cui chiarisce la sua posizione dopo le accuse che hanno colpito le sua azienda edile.

La Municipale a "casa Di Maio"

"Chiedo scusa per gli errori che commesso. Chiedo scusa alla mia famiglia per il dispiacere che ha provato. E chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa", dice il padre del ministro dello Sviluppo parlando delle accuse di lavoro nero all'interno della sua azienda.

"Ho commesso degli errori. Mi prendo tutte le responsabilità ma dovete lasciar stare la mia famiglia. I miei figli non c'entrano nulla con tutto questo".

Solo giovedì scorso, dopo l'esplosione dello scandalo degli operai impiegati a nero, gli agenti della polizia municipale di Mariglianella avevano posto sotto sequestro alcune aree dove erano stati depositati dei rifiuti inerti in un terreno di proprietà di Antonio Di Maio.

Dopo l'inchiesta de Le Iene sui presunti casi di lavoro nero nell'azienda del padre, Luigi Di Maio aveva pubblicato alcuni documenti online, tra cui il contratto che lo legava all'azienda del padre e lo stipendio da manovale.

Sempre giovedì scorso era stata la zia di Di Maio, Elena Di Maio, a denunciare via social l'accanimento nei confronti della famiglia del vicepremier: "Nemmeno il più incallito camorrista si è visto un drone che girava di fronte casa eppure è successo a noi... una famiglia tranquilla, perbene e unita". 

Il testo della lettera del papà di Luigi Di Maio

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La mia lettera

Salve a tutti,
Questa volta Facebook lo uso io per parlare di una vicenda che ormai è sotto i riflettori. Sono emozionato perciò leggo questa lettera che sentivo il dovere di scrivere.

Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. Chiedo scusa per gli errori che ho commesso, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa. Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla. 

Come ogni padre ho provato a non far mancare nulla alla mia famiglia. Per questo, nei periodi difficili, ho cercato di andare avanti da solo perché non volevo pesare su di loro. So che tanti papà mi capiscono. 

Essere un piccolo imprenditore non è facile, soprattutto quando le commesse non vengono pagate. Quando c’è crisi e a volte si ha paura di non poter andare avanti. Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, per carità, ma l’ho fatto perché in quel momento non trovavo altre soluzioni a una situazione difficile. Io ho certamente commesso degli errori, delle leggerezze di cui mi prendo tutta la responsabilità. E, come ho già detto, sono pronto a rispondere dei miei errori ma dovete lasciar stare la mia famiglia. 

Ribadisco che i miei figli non c’entrano nulla con tutto questo. Ho nascosto i miei errori per un motivo banale che per me era importante: avevo paura di perdere la loro stima. Cosa che forse è accaduta comunque. Come ha scritto mia cugina “Non potendo attaccare l'onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi... ecco che sono partiti attacchi spropositati contro la sua famiglia pur di screditarlo e di togliergli la voglia di andare avanti. Cosa che, se conosco mio figlio, non succederà. 

Luigi a volte mi ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati. 
Io sono molto orgoglioso dei miei figli e sono orgoglioso di Luigi.

Volevo parlare poi anche di un altro argomento. Quando, nei giorni scorsi, la Polizia Municipale è venuta a Mariglianella per controllare il capanno sul terreno - che è di proprietà mia e di mia sorella -
l'area è stata sorvolata da un drone, come nei giorni scorsi anche la nostra casa. C’erano telecamere e giornalisti ovunque. Forse non spetta a me giudicare, ma mi sembra un trattamento che si riserva a un pericoloso criminale e mi spiace anche per i miei vicini e per tutto il Paese. 

Ammetto che nel cortile avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile e altre cose. Anche in questo caso, se ho sbagliato me ne assumo la responsabilità, ma essendo la mia proprietà privata non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale.

Riguardo, poi, il nuovo servizio delle Iene andato in onda ieri sera, voglio precisare una cosa importante: non esiste nessuna elusione fraudolenta. Nel 2006 ho deciso di chiudere la mia azienda per debiti tributari e previdenziali che non ero in grado di pagare. Questi avevano bloccato l'attività di impresa per cui non vi era altra strada che chiuderla. Non ho sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tanto è vero che, 4 anni dopo, nel 2010, Equitalia Polis Spa agente della riscossione per la provincia di Napoli iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella. 

Successivamente mia moglie ha avviato una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse. Quindi non c'è stato nessun intento elusivo: né elusione di imposte sui redditi prodotti dalla nuova ditta di mia moglie, né sottrazione della garanzia patrimoniale per i miei debiti pregressi alle pretese dei creditori. Ripeto che non voglio certamente discolparmi se ho fatto degli errori e voglio da padre a figlio dire a Luigi che mi dispiace per tutto quello che lui sta passando. 

Da padre, posso solo incoraggiarlo ad andare avanti, ma non perché è mio figlio, ma perché credo che stia facendo il bene di questo Paese, contro tutto e contro tutti.

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