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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Discriminarono i migranti", ora i Comuni anti-accoglienza sono condannati a risarcire

La vicenda esaminata dal tribunale di Milano nasce nel settembre 2017 quando numerosi sindaci leghisti avevano adottato un unico modello di ordinanza per imporre una serie di oneri a tutti i privati che intendevano mettere a disposizione i propri immobili per attività di accoglienza

Per il tribunale di Milano, adottare le ordinanze sulla base della presunta pericolosità dei richiedenti asilo costituisce molestia discriminatoria per ragioni etniche e razziali.

La vicenda esaminata dal tribunale di Milano nasce nel settembre 2017 quando numerosi sindaci leghisti avevano adottato un unico modello di "ordinanza sindacale contingibile e urgente" con la quale avevano imposto una serie di oneri procedimentali a tutti i privati che intendessero mettere a disposizione i propri immobili per attività di accoglienza dei richiedenti asilo mediante convenzioni con la Prefettura.

"Ora i comuni sono stati condannati a pubblicare la decisione e a risarcire il danno" spiega l'Associazione studi Giuridici sull'immigrazione, che insieme a Naga (associazione volontaria di assistenza socio-sanitaria e per i diritti dei cittadini stranieri, rom e sinti) e Apn (Avvocati per niente onlus)  avevano proposto ricorso contro i Comuni che non avevano tempestivamente revocato le ordinanze (Inzago, Cologno Monzese, Gallarate e altri in provincia di Bergamo).

La prima sezione del Tribunale di Milano con due ordinanza del giudice Paola Gandolfi ha "pienamente accolto" il ricorso accertando  il carattere discriminatorio delle ordinanze e "condannato i Comuni a pubblicare la decisione sul sito del Comune e a un risarcimento del danno 'da discriminazione' nella misura simbolica di 1000 euro a favore di ciascuna associazione".

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