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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Migranti, il M5s spacca l'Europa: bocciata la redistribuzione obbligatoria

L'astensione degli europarlamentari pentastellati fa naufragare una risoluzione che avrebbe impegnato gli Stati Ue a tenere i porti aperti alle Ong e a implementare un meccanismo permanente e obbligatorio di ricollocamento dei migranti

Il Parlamento europeo, con due soli voti di scarto, ha respinto la risoluzione sui salvataggi in mare dei migranti che chiedeva, tra l'altro, che i porti fossero aperti alle navi delle Ong. 

Decisiva è risultata quindi la scelta dell'astensione del Movimento 5 Stelle che con i suoi 14 voti, se avesse votato insieme agli alleati di governo del Pd a favore del testo, ne avrebbe assicurato l'approvazione. Tra i 290 contrari al testo la stragrande maggioranza del Ppe (con Forza Italia), le destre sovraniste di cui fa parte la Lega, l'Ecr dove siede Fratelli d'Italia e qualche eurodeputato di Renew Europe. A favore il gruppo dei Socialisti e democratici di cui fa parte il Pd, la stragrande maggioranza dei Liberali, la Sinistra Unita Gue ed i Verdi.

La proposta di risoluzione che è stata bocciata dalla plenaria dell'Europarlamento invitava "gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi, comprese le navi delle ONG, che hanno effettuato operazioni di salvataggio intendono far sbarcare i passeggeri".

Il testo, grazie a un emendamento presentato dai Socialisti, dai Verdi e dal Movimento 5 Stelle, chiedeva inoltre "un meccanismo permanente e obbligatorio di ricollocamento per gli arrivi via mare".

La risoluzione chiedeva anche di "potenziare le operazioni proattive di ricerca e soccorso fornendo una quantità sufficiente di navi e attrezzature specificamente dedicate alle operazioni (...) lungo le rotte sulle quali possono contribuire efficacemente al salvataggio di vite umane". Il testo evocava una possibile missione di salvataggio Ue "coordinata da Frontex" o una serie di "operazioni internazionali, nazionali o regionali distinte, preferibilmente civili".

Porti aperti a ong e migranti, il Parlamento Ue dice 'no'

"Un'occasione persa” che “poteva trasformarsi nella presa di posizione forte che l’Italia e l’Europa aspettano da anni”, l'ha definita la deputata del M5S Laura Ferrara, spiegando che l'astensione è stata dovuta a al fatto che non erano stati accettati alcuni emendamenti del Movimento che, a suo avviso, “restituivano concretezza e ambizione ad un testo altrimenti vago e polarizzato”. Nello specifico ha fatto discutere il paragrafo 9 che nel testo originale invitava “gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi delle Ong”.

L'emendamento del Movimento 5 Stelle chiedeva di aggiungere "delle Ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso, in linea con le pertinenti convenzioni internazionali e altre norme applicabili".

E proprio il riferimento alle “altre norme applicabili” non è piaciuto ai promotori del testo, i gruppi dei Socialisti&Democratici, i Liberali di Renew Europe, Verdi e la Gue, che hanno bocciato l'emendamento ritenuto un chiaro riferimento al decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini, che al contrario di quanto richiesto dalla risoluzione tende a criminalizzare il lavoro dele Ong che salvano i migranti in mare.

La mossa dei 5 stelle rischia di creare un nuovo fronte di scontro con i colleghi del governo del Pd. Ma secondo alcune fonti dell'Eurocamera, al di là delle dichiarazioni ufficiali, l'obiettivo dei deputati pentastellati era proprio quello di mandare un messaggio al fronte progressista, Verdi compresi.

"Finora i 5 stelle, nonostante l'appoggio all'esecutivo di Ursula von der Leyen, non hanno ottenuto quelle contropartite che si aspettavano - dice una fonte di Strasburgo - I Verdi non hanno ancora sciolto le riserve sul loro ingresso nel gruppo e di fatto i deputati M5s sono ancora tra i non iscritti, con una agibilità politica molto limitata. Oggi hanno ricordato che i loro voti hanno comunque un peso". Se questo è davvero il messaggio, bisognerà vedere se colpirà nel segno. "Secondo me è stato un grave autogol", dice un'altra fonte, vicina al partito di Di Maio.

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