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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Migranti, Avramopoulos: "In Italia oltre 7mila i rifugiati, gli arrivi calati dell'81% dal 2016"

Il commissario europeo all'immigrazione intima a Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca il rispetto delle quote sulla ricollocazione dei rifugiati dopo la sentenza del Tribunale di Giustizia Ue, ma i "Paesi Visegrad" fanno di nuovo muro: "Irresponsabile"

"In Italia gli arrivi in agosto quest'anno sono scesi del 81 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno". Lo ha detto il commissario europeo all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, durante la presentazione l'ultimo rapporto sul meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo. Rispetto a luglio il calo è del 66 per cento.

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Il risultato "riflette il lavoro positivo fatto lungo la rotta del Mediterraneo centrale con tutti i partner coinvolti, inclusi i governi di Libia e Niger", ha spiegato Avramopoulos. 

Avramopoulos, ultimatum ai Paesi Visegrad

Il commissario all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha poi lanciato un ultimatum hai paesi che non accolgono i richiedenti asilo secondo le quote stabilite dai trattati Ue

"Se nelle prossime settimane" Polonia, Ungheria e Repubblica ceca non accetteranno richiedenti asilo da Italia e Grecia nell'ambito del programma di relocation, la Commissione europea "farà l'ultimo passo nella procedura di infrazione", deferendo i tre paesi davanti alla Corte di giustizia.

Ricollocamenti, Corte Ue: "Paesi devono rispettare impegni"

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Proprio oggi inoltre la Corte di giustizia europea ha rigettato la richiesta di annullamento del sistema di quote di redistribuzione per l’accoglienza dei rifugiati decisa dalla Commissione europea. 

"La Corte rigetta le azioni intraprese da Slovacchia e Ungheria contro il meccanismo provvisorio per le ricollocazioni obbligatorie dei richiedenti asilo- ha reso noto il Tribunale che ha sede a Strasburgo - Tale meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015"

La Slovacchia ha annunciato che pur "rispettando pienamente" la sentenza della Corte Ue, non cambierà la sua politica migratoria. "Rispettiamo pienamente la sentenza della Corte dell'Ue - ha dichiarato il premier slovacco, il socialdemocratico Robert Fico - ma la nostra posizione rispetto alle quote non cambia. Nel futuro proseguiremo a lavorare perché la solidarietà sia mostrata in altre maniere rispetto ad accettare i rifugiati che non vogliono stare qui".

Dal suo canto il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto ha definito "irresponsabile" la sentenza del Tribunale di Giustizia dell'Unione europea e che, per questo, il suo Paese "non intende accettare neanche un immigrato". 

Posizione che ha irritato le diplomazie comunitarie, tanto che un altro stop alle politiche anti immigrazione dell’Ungheria è arrivato dal capo della Commissione europea Jean Claude Juncker che ha risposto con toni freddi e inflessibili alla richiesta del primo ministro ungherese Victor Orban di rimborsi per la difesa dei confini esterni dell’Ue dall’immigrazione clandestina sottolineando come la solidarietà “è una strada a due corsie” e non una “pietanza à-la-carte”.

Juncker aveva dichiarato di essere pronto a valutare la richiesta di rimborso della metà dei circa 800 milioni di euro che Budapest aveva dichiarato di aver speso per la difesa dei confini. In una lettera inviata ieri al premier conservatore, il capo dell’esecutivo Ue ha, però, sottolineato che Budapest ha già ottenuto somme significative per quel compito e non ha mai fatto la sua parte nel ruolo dell’accoglienza.

Il sistema di "quote" terminerà il 26 settembre

Non sarà rinnovato il sistema di "ricollocamento" dei migranti in scadenza il prossimo 26 settembre. L'annuncio del commissario europeo all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos che ha anche sottolineato il ruolo giocato dall'Italia in Libia "è stato molto positivo e costruttivo. Il governo italiano ha contribuito a salvare vite umane e assistere i migranti dentro la Libia".

Secondo il commissario, grazie a questa politica condotta dall'Italia, "nelle ultime settimane molte meno persone hanno perso la vita cercando di attraversare il mar Mediterraneo rispetto ai mesi precedenti". 

In Italia ci sono oltre 7mila rifugiati

In Italia ci sono 7.200 rifugiati che hanno le caratteristiche per essere redistribuite in altri paesi Ue secondo lo schema Ue del ricollocamento, ma "solo 4 mila sono stati registrati". Ecco perché la Commissione europea invita l'Italia ad aumentare il ritmo delle registrazioni, in modo da poter redistribuire altre persone entro la scadenza del prossimo 26 settembre.

Finora il meccanismo Ue ha permesso la redistribuzione di 27.695 rifugiati, di cui 19.224 dalla Grecia (soprattutto siriani) e 8.451 dall'Italia (in gran numero eritrei). Al momento, spiega la Commissione, oltre ai 7.200 in Italia, le persone in attesa in Grecia sono 2.800, mentre altre 2000 aspettano il riconoscimento dei criteri per poter essere redistribuiti. 

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