Migranti costretti a sbarcare a La Spezia, il sindaco (di centrodestra): "Non abbiamo risorse"
Alla nave Geo Barents è stato indicato il porto ligure per l'approdo. Il primo cittadino scrive a Piantedosi e contesta l'assegnazione. Le altre ong accusano il Governo: "Viola il diritto internazionale"
Ancora polemica sull'approdo dei migranti sulle coste italiane. Da un lato c'è il braccio di ferro tra ong e Governo nell'interpretazione e nell'attuazione del decreto legge che detta le nuove regole per le attività di soccorso; dall'altro c'è il nodo di come l'arrivo dei migranti impatta sulle realtà cittadine. Anche i sindaci di centrodestra contestano le scelte dell'Esecutivo.
La nave umanitaria Geo Barents di Medici senza frontiere ha comunicato di aver effettuato tre salvataggi nelle scorse 24 ore "in conformità con il diritto internazionale marittimo". Le è stato assegnato il porto di La Spezia e l'arrivo è previsto per sabato 29 gennaio. Il sindaco dice: "Non abbiamo risorse".
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Il primo cittadino Pierluigi Peracchini, eletto nel 2017 con una coalizione di centrodestra, ha preso l'iniziativa mettendo nero su bianco in una comunicazione ufficiale al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi tutte le difficoltà dell'accoglienza. La Spezia non può "garantire ospitalità al cospicuo numero di persone sempre in aumento oggetto dell'emergenza umanitaria in corso. In particolare se questo coinvolge un'ingente presenza di soggetti minorenni", contesta il sindaco.
Peracchini fa riferimento alle strutture socio-sanitarie e del tessuto di assistenza sociale "oggettivamente sature". E ricorda che "è stato abbattuto uno degli ospedali cittadini, creando una carenza di 300 posti letto, e quindi il nostro sistema sanitario potrebbe non essere in grado di sopperire a prevedibili esigenze straordinarie, in attesa della costruzione della nuova struttura sanitaria", il nuovo ospedale del Felettino, atteso non prima del 2027. Peracchini suggerisce l'interessamento dei comprensori del ministero della Difesa, come il "Centro Logistico di Supporto Areale dell'Aeronautica Militare di Cadimare o - aggiunge - il Comando Militare Marittimo Nord".
Peracchini ha affrontato il tema anche con un post sulla propria pagina Facebook sottolineando ancora una volta le difficoltà del territorio. "Non abbiamo - scrive - risorse per affrontare tematiche così importanti soprattutto dal punto di vista umano. Sarebbe maggiormente opportuno che certe decisioni di assegnazione fossero accompagnate a risorse mirate e percorsi di inserimento nel pieno rispetto della dignità umana che deve venire sempre al primo posto. Da parte dell’Amministrazione c’è piena disponibilità e collaborazione proprio per garantire che le persone abbiano tutta l’assistenza necessaria".
Più sfumata la posizione del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. "Sarebbe immorale - dice - non dare un po' di respiro ai porti del sud Italia, quelli più oberati dal flusso migratorio. Dopo anni in cui non ci sono stati più arrivi nella nostra regione, credo che i numeri di cui stiamo parlando siano assolutamente gestibili e sono certo che tutto andrà per il meglio, senza ricadute negative sulla città della Spezia". Toti sottolinea la natura politica della questione, definita "una partita tutta governativa in cui noi abbiamo un ruolo limitato".
La vicenda della Geo Barents ben sintetizza la differenza di posizioni tra ong e governo, ma anche all'interno dello stesso centrodestra, ed è emblema di un "duello" giocato in punta di diritto.
Mentre navigava dal canale di Sicilia verso il porto assegnatole (La Spezia) con 69 persone salvate in un primo intervento, ha intercettato un sos della rete Alarm Phone. Così, durante la ricerca dell'imbarcazione da cui era partito l'allarme, se ne sono trovati davanti un'altra con 61 migranti, tra cui 13 donne e 24 minorenni. Infine, hanno soccorso le 107 persone a bordo del gommone sovraccarico che aveva chiesto aiuto. Fonti del Viminale fanno sapere che quando la Geo Barents sarà arrivata al porto assegnato si valuterà "se ha rispettato o meno le prescrizioni del decreto legge che impongono di raggiungere senza ritardo il porto indicato". Non c'è infatti un divieto esplicito di compiere più soccorsi, ma le attività della nave non devono impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco. Nel decreto viene stabilito l'obbligo di chiedere il porto di sbarco all’Italia immediatamente dopo aver effettuato il primo salvataggio e l'approdo indicato essere "raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso".
"Il Governo italiano - interviene duramente lo staff di Sea Watch, - continua a violare il diritto internazionale e i diritti umani delle persone soccorse in mare: i 237 naufraghi a bordo di Geo Barents di Medici Senza Frontiere toccheranno terra al porto di La Spezia, tra i più lontani mai concessi. Dopo giorni nel Mediterraneo, le autorità italiane costringono le persone ad altre decine e decine di ore di viaggio, in mare, con il rischio di peggioramenti meteorologici e l'unico vile obiettivo di infliggere altre sofferenze, tenendo le navi delle Ong lontane dalle zone Sar. La nostra solidarietà alle persone soccorse da Medici Senza Frontiere e all'equipaggio di Geo Barents, costretti a subire i soprusi di una politica senza umanità".