Migranti, le ong spina nel fianco del Governo (che fa finta di non vedere la Ocean Viking)
Il neo ministro dell'interno Lamorgese apre un dialogo ma da cinque giorni costringe in mare cento migranti salvati dalla nave di Medici senza frontiere
C'è una nave delle Ong che da 5 giorni attende un porto: a bordo della Ocean Viking ci sono 104 persone, tra cui molte donne e minori, che aspettano tra le onde del braccio di mare tra Malta e Lampedusa. Una vicenda scivolata via nel silenzio, ma poco è cambiato con l'avvento del nuovo governo.
Come riporta la giornalista di Avvenire Ilaria Solaini, il rifiuto a collaborare da parte della Capitaneria di porto italiana ha lasciato molto sconcerto a bordo della nave gestita da Msf e Sos Mediterranée, anche perché il contenuto della email è l'esatto contrario di quanto scritto una settimana prima: allora, in meno di 24 ore, veniva assegnato il porto di Taranto per la discesa a terra delle persone.
Quello dei salvataggi in mare resta un tema politicamente scomodo, anche alla luce della votazione in seno al Parlamento europeo che - complice l'astensione del Movimento 5 stelle - ha portato alla bocciatura di una risoluzione comunitaria per l'apertura dei porti alle Ong e l'introduzione di un meccanismo di redistribuzione obbligatoria dei migranti.
Oggi al Viminale si è tenuto un incontro tra i rappresentanti delle Ong e il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese: "Un primo passo per l'avvio di una interlocuzione" spiega un dispaccio del Ministero.
Una riapertura salutata con favore da Medici Senza Frontiere, Mediterranea, Open Arms, Pilotes Volontaires, Sea Eye, Sea Watch e Sos Mediterranee. "Abbiamo ribadito i punti fondamentali per ripristinare un sistema di soccorso efficace".
"Rimettere al centro l`obbligo del soccorso di cui gli stati hanno la principale responsabilità, nel rispetto dei trattati internazionali, evitando pericolosi ritardi, omissioni di intervento e mancanza di comunicazione sulle imbarcazioni in difficoltà;
porre fine alle intercettazioni da parte della guardia costiera libica, che riporta le persone in Libia in violazione del diritto internazionale;
definire con il coinvolgimento europeo un sistema preordinato di sbarco in un vicino porto sicuro, evitando ai naufraghi giorni di attese in condizioni fisiche e psicologiche di grande vulnerabilità, come accade anche oggi per la nave Ocean Viking bloccata in mare da cinque giorni con 104 persone a bordo;
procedere con il rilascio immediato delle navi umanitarie illegittimamente poste sotto sequestro amministrativo, affinché tornino al più presto a salvare vite".
Migranti, dati oltre le bufale: fanno bene al bilancio dello Stato
Ma quanti sono davvero i migranti sbarcati in Italia con i "porti chiusi"? Nell'ultimo anno sono sbarcati in Italia un quinto dei migranti approdati in Grecia e la metà di quelli approdati in Spagna. In tale contesto, è sorprendente constatare che i 20 casi mediatici delle navi umanitarie cui il governo gialloverde ha vietato l’attracco - bloccandole in mare per una media di circa 10 giorni ciascuna - con la dottrina dei "Porti Chiusi" hanno riguardato, nel complesso, una quota di migranti minoritaria a fronte delle migliaia che nel frattempo sono approdare con i cosiddetti "barchini fantasma".
Secondo i dati dell'Agenzia Onu Unhrc nell'ultimo anno sono sbarcati in Italia oltre 9mila persone sul totale di ben 75mila persone che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2019.