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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Orfini vuole stracciare gli accordi con la Libia: "Inaccettabile finanziare i lager"

Il deputato del Pd contesta la linea ufficiale del partito e annuncia che voterà contro il rifinanziamento dei patti siglati nel 2017 da Gentiloni: "E' arrivato il momento di smetterla con la guerra alle Ong"

Il Pd si spacca sugli accordi con la Libia. Nei prossimi giorni in Parlamento si discuterà sul rifinanziamento delle missioni internazionali e sulla proroga dei patti siglati dal governo Pd nel 2017 (patti che hanno portato a un drastico calo del numero dei migranti arrivati in Italia). Ufficialmente il partito è a favore, ma come spesso accade a sinistra non mancano i dissidenti.

Tra questi c’è anche Matteo Orfini, dirigente di peso dei dem che aveva già criticato molto duramente la “linea dura” di Minniti (“alcune scelte di governo hanno favorito lo sfondamento a destra. Se andiamo in tv a dire che l'immigrazione è un pericolo si fa un assist a Salvini” aveva detto in tv nel maggio 2018).

Insomma, Orfini e altri parlamentari dem si dicono pronti a non votare in linea con il resto del partito. Per Orfini quegli accordi vanno semplicemente stracciati: “La spiego semplice” scrive il parlamentare su facebook, “noi sosteniamo, addestriamo, armiamo la guardia costiera libica per pattugliare e riportare indietro i migranti che provano a scappare. Sostanzialmente chiediamo alla Libia di riportare nei lager chi scappa dai lager. Dobbiamo chiederlo per forza a loro, perché non potremmo farlo noi. Per una ragione banale: è illegale. La Libia non è un porto sicuro e quindi nessuna nave che non sia libica potrebbe riportare lì nessuno”.

Secondo Orfini il parlamento sarà chiamato a votare se “rifinanziare chi gestisce in questo modo i lager”.

“Molti nel Pd vogliono continuare a farlo, perché quegli accordi li firmò il governo Gentiloni” e perché “dicono che senza quella cooperazione la situazione si aggraverebbe. Che bisogna chiedere condizioni migliori in quei campi, ma per farlo bisogna mantenere il rapporto con la guardia costiera libica”.

Migranti, Orfini vuole tornare a "Mare Nostrum"

“A me pare una posizione inaccettabile - attacca Orfini -.Intanto perché non migliori le condizioni di un lager affidando a chi lo gestisce questo compito. E poi perché quei lager esistono anche perché ci sono quegli accordi. Noi chiediamo alla Libia di tenerli lì perché non vogliamo salgano sui barconi”.

“Io penso sia giunto il momento di smetterla. C'è stato un tempo non lontano in cui agivamo in modo diverso. La guardia costiera salvava le vite in mare, invece di far guerra alle ong. Era il tempo di Mare nostrum e delle successive missioni. C'era un tempo in cui salvavamo chi scappava dai lager e poi chiedevamo all'Europa di farsi carico insieme a noi dell'accoglienza. Possiamo farlo di nuovo”. 

Lia Quartapelle (Pd): "I lager non si chiudono con una risoluzione"

Lia Quartapelle, che insieme a Minniti ha preparato il testo votato in commissione dal Pd, ha già risposto nei giorni scorsi alle obiezioni mosse da Orfini, Migliore ed altri parlamentari dem: “Leggo che il PD sarebbe spaccato perché 6 deputati su 111 hanno firmato un testo sulle missioni internazionali e specificatamente sulla Libia diverso quello già votato in commissione dal Partito Democratico" ha scritto su fb.

“ll testo del PD dice una cosa molto semplice: abbandonare la Libia, votando contro le missioni internazionali in quel paese, vuole dire destabilizzarla". Secondo la Quartapelle  "Salvini vuole sigillare i problemi della Libia fuori dall’Italia, come sta facendo con la Seawatch. Noi vogliamo che l’Italia si responsabilizzi rispetto a quello che succede lì".

E poi: "Davvero c’è chi pensa che con una risoluzione si chiudano i campi in Libia? I campi in Libia si chiudono incalzando il governo a fare i corridoi umanitari come previsto dal piano del governo Gentiloni. Le condizioni dei campi in Libia si migliorano con la presenza delle ONG e dell’UNHCR come previsto dagli accordi Serraj-Gentiloni. Il problema è che il governo Conte sta facendo di tutto per non sostenere le ONG in Libia e per depotenziare la presenza dell’Unione europea nel mar Mediterraneo”. 

Sea Watch, De Luca: "Dai parlamentari del Pd un atto di ottusità politica"

Resta il fatto che qualche mal di pancia nel Pd c’è. E del resto che sull’immigrazione ci siano posizioni e sensibilità diverse è emerso anche sul caso Sea Watch. Se Orfini, Delrio e Farone hanno scelto di andare a verificare di persona la condizione dei naufraghi a bordo, schierandosi apertamente con la comandante Rackete, l’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti ha espresso solidarietà agli operatori della Guardia di Finanza che “hanno dovuto fronteggiare una situazione di altissima difficoltà e pericolosa”.

Il meno diplomatico (non è una novità) è stato il governatore della Campania Vincenzo De Luca che si è detto favorevole a far sbarcare i naufraghi della Sea Watch, ma “non sono convinto che vada tutto bene con le navi Ong e non è tollerabile che il capitano di una nave violi leggi dello Stato italiano". E ancora: “Il fatto che i parlamentari del Pd non abbiano colto questo aspetto del problema – ha aggiunto - è un altro atto di ottusità politica”. 

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