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Venerdì, 29 Marzo 2024
SCANDALI

Caos Monte Paschi, Monti e Grillo attaccano: "Colpa del Pd"

Doppio affondo contro il Partito democratico dopo lo scandalo Montepaschi. Monti duro: "Il Pd c'entra, politica fuori dalle banche", poi Grillo (presente all'assemblea degli azionisti): "Fuori i soldi"

Con la voragine dei derivati che entra a gamba tesa nella campagna elettorale, il Partito democratico finisce nell'occhio del ciclone per il caso del Monte dei Paschi di Siena. Mario Monti e Beppe Grillo attaccano, ma anche il governatore democratico della Toscana, Enrico Rossi, critica il suo partito ed ammette che "la finanza ha incantato anche la sinistra".

MONTI: "BASTA INCROCI POLITICA-BANCHE" - Intervenendo a Radio anch'io a proposito della vicenda del Montepaschi, il Professore ha detto: "C'entra in questa vicenda quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca". "Io - ha aggiunto - non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l'uno l'indice contro gli altri".

Si tratta di "problemi - ha spiegato ancora il premier - che derivano da una brutta bestia che è la commistione tra banca e politica: io 20 anni fa rifiutai la vicepresidenza della Banca commerciale italiana nell'occasione in cui le cariche di vertice per la prima volta erano state lottizzate. Ho indagato sulle commistioni da commissario Ue e in Italia mi sono sempre molto occupato di questioni bancarie da studioso e ho sempre fatto raccomandazioni contro la commistione tra le banche e la politica".

ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI - Intanto, è cominciata l'assemblea straordinaria di Mps sull'aumento di capitale necessario per beneficiare dei Monti-bond. In sala il leader del movimento Cinque stelle, Beppe Grillo, che ha detto di avere la delega per un centinaio di azioni e potrebbe quindi intervenire. L'ex comico appena arrivato ha gridato: "Fuori i soldi" aggiungendo che "è tutta colpa di un solo partito, dei Ds prima, del Partito Democratico poi".

GRILLO ATTACCA IL PD: GUARDA IL VIDEO

In assemblea - ha sottolineato il presidente Alessandro Profumo - è presente il 52,8% del capitale sociale. A oggi, ha spiegato il presidente, la fondazione Mps è il primo azionista della banca col 34,9%; poi ci sono Finamonte (famiglia Aleotti) col 4%, Axa col 3,3%, Unicoop Firenze col 2,7% e Jp Morgan col 2,5%.

IL PD FA AUTOCRITICA - Non manca, in seno al Pd, chi fa autocritica: "La grande sirena della finanza internazionale ha incantato anche noi della sinistra. Adesso la politica deve riflettere a fondo, dettare regole precise e allontanarsi dalla gestione. Niente rapporti diretti con le banche". Lo ha affermato in un'ntervista a 'Repubblica' il governatore della Toscana, Enrico Rossi, criticando come aveva fatto il sindaco di Firenze Matteo Renzi l'intreccio tra Pd e la finanza.

"Non possiamo chiamarci fuori - ha ribadito Rossi - ma trovo che attaccare il Pd in questo momento sia molto strumentale", ora la banca "ha preso un nuovo corso" e "credo sarebbe meglio preservarla dal tritacarne della campagna elettorale". "Purtroppo - ha osservato - il localismo ha pesato molto su certe scelte, anche nella selezione delle competenze e del management". "L'errore è stato innamorarsi della completa liberalizzazione senza percepirne il pericolo, pensare che le banche potessero staccarsi dall'economia reale e lanciarsi in speculazioni finanziarie". Rossi ha sottolineato quindi che pur senza "crocifiggere nessuno" "il sistema va cambiato": la politica "ha il dovere di pronunciarsi sulle regole da dare alle banche e su questo sarà bene che il Pd dica parole chiare e forti".

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