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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

"Le imprese non assumono perché è difficile licenziare"

Il premier Monti parla della riforma del lavoro da Tokyo: "Sarà una riforma soprattutto per i giovani e i disoccupati. E gli italiani la vogliono. Abbiamo un alto consenso"

Prosegue il viaggio in Oriente del premier Mario Monti. Da Tokyo, dove oggi incontrerà il primo ministro giapponese Noda, il Professore torna sul tema caldo del momento: la riforma del mercato del lavoro.

LE PAROLE DEL PREMIER - "Le imprese hanno paura di assumere perché è molto difficile licenziare anche per ragioni economiche. È una riforma che certamente provoca alcuni risentimenti e discussioni anche aspre in questo momento nel paese, ma ho l'impressione che la maggioranza degli italiani percepiscano questa riforma del lavoro come un passo necessario nell'interesse dei lavoratori".

"La percezione degli italiani - ha aggiunto il presidente del Consiglio parlando ad una conferenza organizzata dal Nikkei, il colosso dei media economici nipponici - è che la riforma del lavoro alla fine promuoverà l'interesse dei lavoratori, sia attuali che futuri, in modo più efficace di quanto non lo faccia l'attuale sistema che, mi spiace, scoraggia le imprese italiane dagli investimenti nel Paese, così come quelle straniere".

"Sono fiducioso sul fatto che la riforma del lavoro passerà, anche perché l'esempio delle pensioni mi lascia ben sperare ed inoltre credo nella persuasione. Il premier ha quindi aggiunto: "Abbiamo il dovere di tenere un equilibrio, in modo che l'intero pacchetto della riforma sia davvero positivo per l'occupazione e la crescita". Il professore ha quindi negato che il ddl "alteri la distribuzione delle entrate, togliendole ai lavoratori per darle alle imprese". Insomma, ha proseguito Monti, "crediamo che questa riforma del lavoro sia per i lavoratori e specialmente per quelli giovani e disoccupati".

"QUESTO GOVERNO HA IL CONSENSO, I PARTITI NO" - Monti ha poi fatto un'analisi critica per sfatare la tesi secondo cui l'Italia ha un sistema politico instabile. "Nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi. I partiti no, anche perché noi siamo una breve eccezione". "Alcuni ritengono che il nostro governo - ha spiegato Monti in inglese - sia la prova tangibile che il sistema politico italiano è instabile o inadeguato. Bisogna però ricordare che la politica ha avuto la consapevolezza di una difficoltà acuta alcuni mesi fa e ha affrontato il problema".

Il professore ricorda, lodandolo, il passo indietro del suo predecessore. "Non è facile trovare un sistema politico dove il primo ministro non chiaramente sconfitto in Parlamento decida di ritirarsi", ha detto Monti. Inoltre, ha aggiunto, non è comune che "i partiti, che prima erano belligeranti, abbiano deciso un momento di unità nazionale". Ora però, gli investirtori internazionali negli Usa, in Asia e auspicabilmente in Giappone, dicono: "Ok, questo governo non è male per niente: abbiamo deciso di tornare in Italia, ma cosa succederà dopo, fra un anno? La mia fiduciosa speranza è che questo sia un anno di trasformazione per il Paese, non solo sul fronte del consolidamento di bilancio, per la crescita e l'occupazione, ma anche perché i partiti politici italiani stanno vedendo che gli italiani sono molto più maturi di quello che pensavano. La gente sembra apprezzare un modo moderato e non gridato di affrontare i veri problemi e nonostante alcuni giorni di declino recenti a causa della nostre misure sul mercato del lavoro questo governo sta godendo di un alto consenso nei sondaggi di opinione, i partiti no". E ciò è dovuto anche al fatto che "siamo e dovremmo essere una breve eccezione".

Ma quando i partiti torneranno al potere, ha aggiunto il premier, "credo che saranno lievemente diversi perché saranno più consapevoli che c'è una domanda di governance da parte dei cittadini, mentre forse in passato è mancata l'offerta di governance" e c'era il solo "obiettivo di corto periodo delle prossime elezioni, mentre ora gli italiani sembrano capire che la cosa importante è l'interesse di lungo periodo del Paese". "Quindi - è la conclusione del Professore - anche l'obiezione sulla stabilità del sistema politico deve essere circoscritta e non credo resista ad una più equilibrata e matura analisi".

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