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Venerdì, 29 Marzo 2024
AFGHANISTAN / Afghanistan

Morte Giuseppe La Rosa: Camera vuota durante informativa del ministro Mauro

Il ministro della Difesa, nel corso dell'informativa, ha reso noto che a uccidere il capitano Giuseppe La Rosa in Afghanistan è stato un uomo di circa 20 anni, già arrestato, con la complicità di alcuni civili e forse di un poliziotto

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, non ha nascosto la sua "amarezza profonda" nel vedere l'aula della Camera vuota durante l'informativa urgente del Governo sull'attentato in Afghanistan che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa.
"Mi consenta presidente - ha detto Mauro rivolgendosi alla presidente Laura Boldrini - di non poter non sottolineare l'amarezza profonda a fronte di quello che è accaduto nel vedere quest'aula vuota... Mi consenta di sottolineare come la vita di Giuseppe La Rossa sia quel fatto a cui siamo tutti chiamati a guardare se un po di più vogliamo comprendere il nostro compito e il senso della nostra missione".

"A chi dovrebbe guardare la politica in Italia se non a un uomo come Giuseppe La Rosa per ricomprendere l'ampiezza e la profondità delle proprie ambizioni e la grandezza della vocazione a cui siamo chiamati?", si è chiesto il ministro, che in precedenza aveva sollecitato la "indispensabilità di una presa di coscienza da parte del Parlamento nella sua integrità".

LA DINAMICA DELL'ATTENTATO - A uccidere il capitano Giuseppe La Rosa in Afghanistan è stato un uomo "di circa 20 anni", che ha goduto della complicità di alcuni civili e forse di un poliziotto, che è stato arrestato ieri mattina dopo un altro attentato nella stessa zona in cui sabato ha perso la vita il soldato italiano. Lo ha comunicato il ministro della Difesa nel corso dell'informativa.

"Un giovane, di età valutata dai testimoni in circa 20 anni, barba corta, vestito in abiti marroni tipici degli adulti locali che stava parlando con un uomo della Polizia nazionale afgana al lato della strada nei pressi di un assembramento di persone, è salito velocemente sul mezzo in testa al convoglio e ha lanciato attraverso la botola superiore un ordigno, dandosi poi alla fuga e confondendosi tra la folla", ha spiegato Mauro nella sua ricostruzione alla Camera, "La granata è caduta nella parte posteriore del veicolo, occupata dal capitano La Rosa, e l'ufficiale ha gridato tre volte 'granata'. Valutata l'inutilità di evacuare il mezzo, si è interposto tra l'ordigno e i commilitoni per ridurre gli effetti dell'esplosione".

"Il poliziotto che era stato visto nell'incrocio all'inizio del fatto si è dileguato, nonostante fosse stato sollecitato a fornire supporto", ha aggiunto il ministro della Difesa, "L'attacco dei terroristi si è completato con una vera e propria azione di guerra psicologica, laddove è stata diffusa l'informazione che l'attentatore fosse un bambino di 11 anni, facendo percepire quasi un atto eroico di partecipazione popolare. Dai dati acquisiti finora invece emerge con tutta evidenza che si è trattato di un vero e proprio attacco terroristico accuratamente preparato, che ha goduto della complicità di alcuni civili presenti sul posto e forse di un poliziotto - o un uomo vestito come tale - e portato a compimento da un adulto particolarmente determinato".

Il ministro Mauro ha poi evidenziato come "la strategia terroristica è inoltre confermata dall'attentato di ieri mattina, quando sempre nel centro di Farah, a circa 300 metri dal luogo dell'attentato di sabato scorso, un elemento ostile ha lanciato una garnata da una distanza di circa 10 metri contro un nostro Vtlm inserito in un convoglio". In questo caso, ha proseguito, c'è stato "il ferimento di alcuni civili afgani. L'uomo è stato arrestato e interrogato dalla polizia e avrebbe reso piena confessione, in ordine non solo all'attentato che è stato visto compiere, ma anche a quello del giorno precedente. Si è assunto la piena responsabilità di quanto compiuto".

LA PRESENZA IN AFGHANISTAN - La partecipazione dell'Italia alle missioni di pace internazionali rappresenta uno dei "pilastri fondamentali" della politica estera e di difesa del Paese, ha sottolineato il ministro Mauro.
"Questa ulteriore perdita di un nostro militare, ripropone all'attenzione dell'opinione pubblica e delle nostre forze politiche il tema del nostro impegno in Afghanistan: anche in questo caso, come nelle circostanze precedenti, si è instaurato il dibattito tra chi dice che è giusto rimanere e chi invoca il ritiro immediato dei nostri uomini", ha spiegato il ministro, "Viviamo come è noto in un'epoca di profondi mutamenti socio-economici, di nuove sfide e di stravolgimenti internazionali. Nuove minacce transnazionali come quella del terrorismo si sono affacciate all'orizzonte. La risposta della comunità internazionale ha portato l'Italia in numerose aree di crisi, tra cui l'Afghanistan, ed è ferma opinione del governo che l'impegno dell'Italia per la gestione delle crisi internazionali attraverso la partecipazione alle missioni militari per il mantenimento e il ripristino della pace costituisca uno dei pilastri fondamentali della nostra politica estera e di difesa".

"E' nel nostro interesse concorrere alle decisioni della comunità internazionale, ma meglio direi che si tratta di un nostro diritto: gli effetti di queste decisioni ricadono inesorabilmente anche su di noi", ha aggiunto Mauro, che ha inoltre ricordato il "dovere di serietà e lealtà nell'ambito delle missioni internazionali a cui l'Italia non può venir meno".

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