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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

E' morto Marco Pannella, addio al paladino dei diritti civili

Lo storico leader dei Radicali è deceduto nella clinica romana dove era stato ricoverato mercoledì pomeriggio. Da tempo lottava contro due tumori. Dal divorzio all'aborto, ripercorriamo le tappe di 60 anni di storia italiana

ROMA - Un leader politico tra i più contestati e nello stesso tempo, se non tra i più amati, sicuramente tra i più seguiti e tra i più discussi. Questo è stato Marco Pannella, che ha attraversato con le sue proteste, i suoi bavagli, la sua non violenza, oltre sessanta anni di politica italiana. Una personalità forte, che ha sempre lottato - mai in maniera sguaiata seppure a volte in modo dirompente - per la crescita civile, morale e politica del Paese e che però non è riuscito a sconfiggere il tumore. Anzi - e rientra nel personaggio, quasi fatalmente - i due tumori, uno al fegato e uno ai polmoni, che lo hanno portato alla morte a 86 anni.

GLI INIZI - Membro della Gioventù liberale e poi leader dell'Unione goliardica italiana negli anni dell'università, Pannella è stato tra i fondatori nel 1955 del Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali, la formazione politica promossa dalla sinistra liberale fuoriuscita dal Partito liberale italiano, e raccolto intorno al settimanale, diretto da Mario Pannunzio, Il Mondo. Il nuovo Partito Radicale riprese il nome della storica formazione erede dell'estrema sinistra storica nel Parlamento post-unitario, ma in più occasioni, nel corso della sua lunga carriera politica, Pannella lascerà intendere pubblicamente di guardare anche ai valori della destra storica del paese. Non sono un caso infatti, anche se non parliamo di destra vera e propria, i suoi rapporti politici (a volte stretti, a volte meno) negli anni con il leader dello schieramento di centrodestra, Silvio Berlusconi.

Addio a Marco Pannella, storico leader dei radicali

SESSANT'ANNI SULLE BARRICATE - Una figura, quella di Pannella - nato a Teramo nel 1930 - tra le più longeve della scena politica (è stato deputato dal 1976 al 1992), e protagonista delle battaglie civili degli anni settanta e della fase di transizione tra la prima e la seconda Repubblica. Una figura sulla quale le etichette negli anni si sono sovrapposte, come quelle delle mete dei viaggi sulle valige di una volta: giornalista (vero, era corrispondente da Parigi de Il Giorno negli anni Sessanta), radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento. Collocazioni, definizioni che gli hanno però permesso di impegnarsi in tutte quelle battaglie da lui ritenute giuste, eticamente e moralmente doverose. Fino ad arrivare a sit-in, scioperi della fame, della sete portati avanti in pratica fino alla sua fine, anche quando la salute malferma non glielo avrebbe permesso. La sua azione politica lo ha portato a essere noto per aver fatto costantemente ricorso ai metodi della lotta politica nonviolenta resi popolari dal Mahatma Gandhi (con la denominazione Satyagraha) e da Martin Luther King.

CARCERI E GIUSTIZIA - Poi le battaglie sulla giustizia, cavalcando casi simbolo come quello di Enzo Tortora. L'amore per la libertà, la democrazia accompagnato sempre - occorre dirlo di fronte ad alcuni comportamenti imbarazzanti tenuti da politici di oggi - al rispetto delle regole dello Stato democratico e della Costituzione. Addirittura - cosa che oggi non è più - con il rispetto assoluto dell'avversario. Anche se di fronte ad esso Pannella, fosse l'istituzione in generale o il singolo politico, si presentava in tv imbavagliato, con un cartello appeso al collo con sopra scritto l'atto di accusa.

IN PARLAMENTO - Il tentativo di Pannella di cambiare il sistema passava anche attraverso candidature in Parlamento (con spesso conseguenti elezioni) di personalità, figure destabilizzanti il pensiero comune, la morale in vigore in quel momento. Come la pornostar Ilona Staller (in arte Cicciolina) o il professore padovano in odore di Br Toni Negri, entrambi eletti. O come lo scrittore, che oggi diremmo antimafia, Leonardo Sciascia, anch'esso eletto.

I DIRITTI CIVILI - Ma se parliamo di impegni etici, morali che puntavano a cambiare radicalmente la società non si possono non ricordare le battaglie (vincenti) sulle leggi sul divorzio e sull'aborto. Insomma un politico 'pesante', con il quale il sistema ha dovuto confrontarsi e dal quale, in alcuni casi, ha dovuto prendere spunto per i suoi interventi. Un politico attento e 'contro' ma non orecchiante, con interventi sempre precisi e mai fuori registro.

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