È morto Roberto Maroni
Avvocato e politico, volto della Lega, è stato ministro e governatore della Lombardia. I funerali venerdì 25 novembre a Varese
È morto Roberto Maroni, 67 anni, ex segretario leghista, governatore lombardo e ministro dell'Interno e del Welfare. Maroni lottava da tempo contro una grave malattia. I funerali si terranno venerdì 25 novembre a Varese come annunciato dal vicepremier Matteo Salvini che ha ricordato come sempre a Varese sia ancora ricoverato il fondatore della Lega Umberto Bossi.
"Questa notte alle ore 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciati. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto: 'Benè. Eri così Bobo, un inguaribile ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico". Così la famiglia ha comunicato sulla pagina Facebook di Roberto Maroni la morte dell’ex ministro avvenuta nella casa di Lozza, un paese del varesotto".
Chi è Roberto Maroni
Maroni, classe 1955, nasce a Varese dove al liceo scopre la passione per la politica grazie a un suo professore cattolico-marxista, Cesare Revelli. Poi nel 1979 l'incontro con Umberto Bossi che cambia la sua vita: "Ero un giovane neolaureato che votava Democrazia proletaria. Un mio amico mi disse che c’era un tipo interessante da conoscere. Mi trovai una sera nella sua casa di Capolago, frazione di Varese. Lui parlava di autonomie, federalismo. Io pensavo: 'Questo è matto. Sto perdendo tempo'. Ma poi disse che voleva fondare una rivista. Mi proposi e nacque il sodalizio".
Nel 1985 viene eletto consigliere comunale della Lega Lombarda a Varese. Nel 1992 entra in Parlamento eletto alla Camera dei Deputati. Con la vittoria del Polo delle Libertà alle elezioni politiche del 1994 diventa vice presidente del Consiglio e ministro dell'Interno del governo Berlusconi tra il 1994 e il 1995. In quei mesi si distingue per aver firmato il decreto Biondi sull'abolizione della custodia cautelare che ha fatto uscire di prigione i corrotti di Tangentopoli: Maroni disse di non aver compreso l'entità del provvedimento e di essere stato ingannato.
Nella succesiva esperienza di governo è stato anche ministro del Lavoro per 5 anni (2001-2006) firmando la riforma del lavoro promossa dal giuslavorista Marco Biagi che ha riformato i cosiddetti contratti atipici di lavoro: la legge ha introdotto o modificato i contratti di lavoro subordinato, come quella del co.co.pro, della somministrazione di lavoro del contratto di lavoro ripartito, al contratto di lavoro intermittente, o al lavoro accessorio e al lavoro occasionale, nonché il contratto a progetto.
Maroni torna poi al governo salendo ancora al Viminale nel triennio 2008-2011 il quarto Governo Berlusconi. Del triennio sono i primi decreti sicurezza che ha aumento le pene per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, ha introdotto il reato di “atti persecutori” a firma Mara Carfagna per prevenire i fenomeni di stalking il carcere obbligatorio per chi è sospettato di reati di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e pedopornografia, turismo sessuale. E ha introdotto la tessera del tifoso.
Con Umberto Bossi il rapporto si incrina viste le divergenze di vedute ma questo non gli impedisce di salire alla guida del partito tra il luglio 2012 e il dicembre 2013 dopo lo scandalo Belsito: furono gli anni di transizione della Lega dall’era Bossi a quella Salvini.
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Chiusa l’esperienza da segretario, nel 2013 diventa governatore della Regione Lombardia succedendo a Roberto Formigoni. Nel quinquennio si è fatto promotore del referendum consultivo sull'autonomia svoltosi nel 2017. A causa di gravi problemi di salute rinuncia sia alla candidatura alle Regionali del 2018 che a sindaco di Varese nel 2020.
Continua a suonare l'organo Hammond in un gruppo musicale "Distretto 51" e, appassionato di vela, ha effettuato nel 2018 la traversata atlantica in catamarano con cinque amici. Nel 2020 entra nel Consiglio di amministrazione del primo gruppo ospedaliero privato d'Italia, il Gruppo San Donato. Nel 2021 viene nominato dalla ministra Lamorgese presidente della Consulta per l’attuazione del protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato.
Roberto Maroni è morto oggi 22 novembre 2022 per le conseguenze di un tumore con cui lottava da tempo.
La malattia
L'ex governatore lombardo lottava da tempo contro un tumore. Nonostante il lungo periodo di malattia, d'accordo con la famiglia, Maroni aveva mantenuto il riserbo sulle sue condizioni di salute. A luglio 2021, per motivi di salute era stato rimandato il processo che lo vedeva imputato per presunte irregolarità inerenti due contratti di collaborazione a termine su progetti relativi a Expo 2015. Il 4 gennaio 2021, dopo aver accusato un malore mentre era in casa sua, era caduto battendo la testa. Qualche giorno dopo, poi, era stato operato all'Istituto neurologico Besta di Milano.
Il cordoglio della politica
"Grande segretario, super ministro, ottimo governatore, leghista sempre e per sempre. Buon vento Roberto", ha scritto sui social il leader della Lega Matteo Salvini commentando la scomparsa di Roberto Maroni. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una nota, scrive: "Sono profondamente colpita dalla notizia della scomparsa di Roberto Maroni. Un amico, un politico intelligente e capace, un uomo che ha servito le Istituzioni con buonsenso e concretezza. Il Governo esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza alla famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile".
Tanti i messaggi di cordoglio che arrivano dal mondo politico. "Un amico. Una persona perbene. Un uomo che ha portato buonsenso, concretezza e moderazione nelle Istituzioni. Da Parlamentare, da Ministro, da Presidente di Regione. Esce a testa alta dalla vita. Che la terra ti sia lieve Roberto" ha scritto su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia, ricorda Maroni come "un amico con il quale ho condiviso gran parte della mia vita politica. Una persona intelligente e mai sopra le righe".
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un tweet scrive: "Roberto Maroni è stato un protagonista della politica italiana. Ha ricoperto con grande senso dello Stato incarichi molto importanti. Difendendo sempre con coraggio le sue idee. Prego per la sua famiglia in questo momento di dolore. Riposi in pace".