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Martedì, 19 Marzo 2024
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Tregua Conte-Grillo: nessuna scissione nel Movimento 5 stelle, ma c'è lo scoglio dei due mandati

Si apre la strada al tentativo di mediazione in extremis tra il fondatore e l'ex premier sul nuovo statuto pentastellato. Ci sono però ostacoli come quello del limite dei due mandati (che manderebbe a casa gran parte dell'attuale "classe dirigente") non ancora superati e secondo molti difficilmente superabili senza snaturare la ragion d'essere del M5s

Mentre il nuovo comitato è già al lavoro per programmare le prossime tappe, la scissione nel Movimento 5 stelle si allontana forse definitivamente. Nessuna comunicazione ufficiale, ma non si respirà più aria di rottura come la scorsa settimana.

E' quasi tregua tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo

E' quasi tregua tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, la mediazione di Fico e Di Maio sta dando i suoi frutti. L'ex premier valuta positivamente il tentativo di mediazione in atto, dal momento che lui stesso ha sempre lavorato per trovare una sintesi. C'è stata una cena di Beppe Grillo con Luigi Di Maio e Roberto Fico, venerdì sera a Marina di Bibbona, e da lì in avanti la strada è parsa in discesa.

L'incontro del fondatore del M5s con il ministro degli Esteri e il presidente della Camera ha preceduto il post su Facebook con cui Grillo ha sospeso la votazione del direttivo e incaricato un comitato di sette, inclusi gli stessi Di Maio e Fico, di una mediazione su statuto, carta dei valori, codice etico. Di Maio si è mostrato ottimista: "Non è semplice ma io ci credo, troveremo una soluzione per ripartire".

Si apre così la strada al tentativo di mediazione in extremis tra il fondatore del Movimento e Giuseppe Conte sul nuovo statuto pentastellato. Per questo è stato individuato e annuciato da Grillo il comitato di sette persone che si dovrà occupare delle "modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità". Il comitato, che dovrà agire in "tempi brevissimi", è composto dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi, dal capogruppo della camera Davide Crippa e del senato Ettore Licheri, dal capogruppo in parlamento europeo Tiziana Beghin, da un rappresentate dei ministri Stefano Patuanelli, da Roberto Fico e Luigi Di Maio.

Entro metà luglio la sintesi andrà trovata, ma per ora non c'è alcuna scadenza in calendario. Se si arriverà a un accordo con l'ok sia da Grillo che da Conte il passaggio successivo dovrebbe essere un voto degli iscritti sulle nuove regole del M5s entro il mese di luglio.

Il limite dei due mandati

Torna a parlare anche Luigi Di Maio, a margine di un evento in Campania: "E’ un momento molto delicato, proprio per questo credo che si debba parlare pochissimo e lavorare per una soluzione comune. Io ci credo, non è semplice ma troveremo una soluzione comune per far ripartire questo progetto il prima possibile". Non è dato sapere cosa ci sia nello Statuto però, ci sono scogli come quello del limite dei due mandati (che manderebbe a casa gran parte dell'attuale classe dirigente M5s) non ancora superati e secondo molti difficilmente superabili senza snaturare la ragion d'essere del M5s.

Molti eletti chiedono da tempo a Conte di prendere una posizione netta sull'argomento. Il garante Beppe Grillo ha più volte espresso la sua contrarietà all'idea di mandare in soffitta la regola dei due mandati, blindando quello che di fatto resta uno degli ultimi totem del Movimento. La linea del garante viene sposata da numerosi eletti alla prima legislatura, pronti alle barricate per impedire eventuali modifiche alla regola del doppio mandato (invocate, invece, dai 'veterani'). Conte ha invece un approccio molto più morbido.

"Conte capo politico e Grillo garante"

"Nei giorni scorsi mi sono espresso sulla persona che ritengo il naturale leader del nostro Movimento, capace di guidarci con maturità e con rinnovato entusiasmo - dice il deputato M5s Francesco D'Uva - Dobbiamo tornare al più presto a portare avanti le battaglie e le sfide che abbiamo ancora da vincere nell'interesse dei cittadini. E per farlo, non smetterò mai di ripeterlo, abbiamo bisogno di una solida struttura, ma anche di una leadership forte, che sia realmente capace di garantire al Movimento 5 Stelle un profondo rinnovamento e una rinascita, uno sguardo costante, puntato al futuro. Insieme, uniti".

"La revoca delle votazioni del direttorio e l'individuazione dei sette saggi lascia intravedere finalmente un approdo unico e nel solco dell`ipotesi che ci ha tenuto impegnati in questi ultimi mesi - ragiona il deputato M5s, Aldo Penna -  Conte capo politico e Grillo garante del processo evolutivo del Movimento. Se le incomprensioni tra due grandi uomini hanno provocato questo terremoto, immaginiamo cosa produrrà la loro collaborazione leale. La destra può iniziare a smettere di gongolare, il Movimento Cinquestelle c`è e ci sarà e la passeggiata elettorale che hanno sognato si trasformerà in una loro disastrosa Caporetto".

I sondaggi sul futuro del Movimento 5 stelle

Secondo l'analista dei sondaggi Alessandra Ghisleri nel M5s "esiste ancora quella base che crede nella partecipazione diretta, quella forza dal basso che ha stimolato l'opinione pubblica proprio grazie a Beppe Grillo, tuttavia oggi gli elettori pentastellati chiedono di tradurre in una o due opzioni politiche pragmatiche la linea Conte e la linea Grillo". Ma nelle intenzioni di voto "il Movimento 5 Stelle passa dal 16.2% di due settimane fa al 14.5%" di oggi. "Nell'ipotesi ad oggi solo artificiosa di un possibile partito personale di Giuseppe Conte - rileva Ghisleri - le conseguenze nel campo progressista sarebbero notevoli: il Partito Democratico passerebbe dal 19.8% al 17.4% perdendo quasi 2.4%, mentre il M5S si dimezzerebbe passando dal 14.5% al 7.0%"

Il tutto in favore "di un ipotetico partito di Giuseppe Conte che, sull'onda degli ultimi avvenimenti politici, si attesterebbe su un virtuale 10.5%" nota Ghisleri. Virtuale, appunto. E' un azzardo fare calcoli e strategie politiche basandosi su sondaggi estivi, il M5s non può permettersi di disperdere voti e consenso con una eventuale scissione in questa fase. Sembrano averlo capito tutti, adesso. 

Cosa rischia Conte con la scissione e il progetto di un partito personale

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