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Giovedì, 28 Marzo 2024
Caso Ligresti

Dalla torre cade Renzi: Letta salva la Cancellieri

Alla riunione Pd sul caso Cancellieri, il premier ha convinto tutti: "E' un attacco politico al governo, la risposta deve essere un rifiuto". "Sconfitto" Matteo Renzi

ROMA - Il "compagno" Renzi o la collega Cancellieri? Il premier Enrico Letta non ha avuto dubbi e, ancora una volta, ha ribadito la sua decisione: avanti fino all'ultimo con il guardasigilli. Al voto di sfiducia, oggi alla Camera, il Pd voterà "no". Anna Maria Cancellieri non perderà la sua poltrona per quelle "strane" telefonate al Dap per conoscere la salute di Giulia Ligresti, la figlia dello storico amico di famiglia Salvatore finita in carcere nell'inchiesta Fonsai. 

La vittoria del presidente del consiglio è arrivata alla fine di una riunione di gruppo durata un'ora. Con buona pace del sindaco di Firenze e di Civati che da più giorni auspicavano un passo indietro del ministro. 

La mozione di sfiducia al ministro Cancellieri "è frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito. Vi chiedo di considerarla per quello che è: un attacco politico al governo - ha ricordato Letta ai democratici - E la risposta deve essere un atto politico: un rifiuto".

"Se siamo arrivati qui a questo punto, con un voto di sfiducia, vuol dire che questo è un passaggio politico a tutto tondo - ha continuato il premier durante l'assemblea - Un voto di sfiducia è una sfiducia al governo. Una sfiducia presentata peraltro con argomenti aggressivi e marcati. La campagna dei 5 Stelle più è aggressiva più è deludente sui territori e sul piano dei voti". 

"Per quanto mi riguarda - ha concluso Letta - cerco di ispirare la mia azione e quella del governo al senso di responsabilità anche di fronte a situazioni molto difficili".

La "carta politica", quindi, ha funzionato e alle 22 di ieri sera erano tutti d'accordo: fiducia alla Cancellieri. D'accordo, sì. Felici, un po' meno. Soprattutto Renzi che in giornata aveva riattaccato: "O il presidente del Consiglio dice 'io ci metto la faccia', si prende la responsabilità sulla vicenda, io fossi in lui non lo farei, oppure il Pd deve votare".

E, soprattutto, Civati che alla fine si è piegato alla ragion di Stato: "Non sono d’accordo su come è stata posta la discussione - ha spiegato al termine dell'assemblea - Sicuramente non si può votare la mozione M5S, ma si poteva discutere che fare, anche una sfiducia individuale. Se comunque l'opinione della maggioranza è questa, mi attengo"

Stessa linea anche per l'altro candidato alla segreteria Pd, Cuperlo: "Se il premier ci chiede un atto di responsabilità politica, dobbiamo essere tutti responsabili". 

In nome della responsabilità e della maggioranza, la Cancellieri è salva. Almeno così sembra. 

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