Cancellieri, mozione di sfiducia dei Cinque Stelle: "Come Berlusconi con Ruby"
Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri nella bufera per la vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti. Sul blog di Grillo: "Nessun monito da parte di Napolitano, ma saranno travolti"
Il Movimento Cinque Stelle va all'attacco del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri per la vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti e pubblica, sul blog di Beppe Grillo, il testo della mozione di sfiducia individuale dei cinquestelle al Guardasigilli.
La mozione definisce come "aspetti molto discutibili" da chiarire "sul piano politico e non solo su quello giudiziario" quelli legati all'interessamento del Guardasigilli sulla scarcerazione di Giulia Ligresti.
Il testo della mozione è preceduto da un duro attacco alla politica tutta: "La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l'ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati".
"Il solo sospetto che un ministro della Giustizia possa aver ricevuto ed esercitato pressioni, è un'ombra di cui un membro delle istituzioni non si può vestire. D'altra parte - si legge nella mozione - siamo memori di un caso, avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un presidente del Consiglio dei ministri e la Questura di Milano che può sembrare molto simile alla situazione in questione". La mozione è pubblicata sul blog di Beppe Grillo e figurano tra gli atti d'accusa dei cinquestelle i rapporti tra la famiglia della Cancellieri e i Ligresti.
"Risulta che l'interessamento del Ministro verso la situazione di Giulia Ligresti sia confermato anche nel verbale di interrogatorio del 22 agosto - si legge -, durante il quale il Ministro dichiarava al procuratore aggiunto Vittorio Nessi che: 'si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione'.
L'intervento del Ministro a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti 'per motivi legati all'anoressia' presenta aspetti molto discutibili e che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario, in quanto risulta grave che l'intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica detenuta eccellente".
"Inoltre, per completezza di informazioni - si legge ancora -, occorre sottolineare come la vicinanza tra il ministro e la famiglia Ligresti, sia di tutta evidenza in considerazione del fatto che il figlio del Ministro, Piergiorgio Peluso, risulta aver lavorato in Fonsai dal maggio del 2011, dopo essere stato responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit per l'Italia, posizione dalla quale aveva trattato l'esposizione delle società della famiglia siciliana. Peluso risulta aver incassato nel 2012 una buonuscita di 3,6 milioni di euro dopo un anno di lavoro come direttore generale della compagnia assicurativa Fondiaria Sai in virtù delle clausole contenute nel suo contratto che consentivano, in caso di cambio di controllo o di demansionamento, la possibilità di dimettersi con giusta causa e di incassare l'equivalente di tre annualità".