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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Napolitano saluta: "Governo, la parola passa al mio successore"

Il Presidente della Repubblica congeda i saggi e ricorda che la sua esperienza volge al termine: "Ora le decisioni toccano alle forze politiche e il prossimo capo dello Stato dovrà trarne le conclusioni"

ROMA - "Non si è perso nemmeno un giorno" per lavorare alla soluzione dello stallo politico prodotto dal voto del 24-25 febbraio. Ma il capo dello Stato Giorgio Napolitano, dopo aver messo in piedi la squadra di esperti, battezzati "saggi" dalla stampa, per offrire proposte e soluzioni che possano stimolare "la ricerca di convergenze tra le forze politiche", ricorda che il suo compito volge al termine. 

Giovedì 18 aprile inizieranno le votazioni per il nuovo inquilino del Colle e sarà proprio il prossimo presidente della Repubblica, insieme ai partiti, a dover sciogliere il nodo della governabilità del Paese. 

"SFORZO DI COLLABORAZIONE" - L'occasione per fare il punto della situazione è il congedo dei "saggi": il capo dello Stato, come promesso, annuncia la chiusura dell'esperienza e presenta le due relazioni, sui temi istituzionali e su quelli economico-sociali. Napolitano ribadisce la necessità e l'urgenza di un governo e sottolinea ancora una volta che solo uno sforzo di "collaborazione" può portare alla formazione di un governo. Ma "la parola ora spetta alla politica e sarà il prossimo presidente della Repubblica a trarne le conclusioni", dice senza mezzi termini il presidente.

I FAVORITI PER IL COLLE

FINE DEL SETTENNATO - Le parole del presidente - con i giornalisti chiamati ieri sera ad ascoltarle al tavolo di lavoro che vede riuniti inquilino del Colle ed esperti - suonano da un lato come una sintesi di fine settennato e da un altro come risposta alle critiche ricevute. Attacchi per il "modo" scelto dal Quirinale nel cercare di dare un governo al Paese e per l'opportunità di un'iniziativa come quella dei "saggi". Napolitano puntualizza tutto con tre ordini di considerazioni. La prima è che dopo "due cicli di consultazioni" è "risultato chiaramente che solo da scelte di collaborazione che spetta alle forze politiche compiere può scaturire la formazione di un nuovo governo". Ovvero, non era percorribile la strada intrapresa "con successo" nel 2011 quando l'incarico fu affidato per "impulso" del Quirinale a Mario Monti. Un fatto, essenzialmente, l'ha resa impossibile: le elezioni.

I SAGGI SALVANO IL FINANZIAMENTO AI PARTITI

IL LAVORO DEI SAGGI - I "saggi", inoltre, hanno portato a termine, in un tempo con una scadenza precisa, un "lavoro serio" (già disponibile sul sito del Quirinale) che Napolitano spera sia riconosciuto "al di là di dubbi e riserve". Nessuna interferenza, infine, "con l'attività del Parlamento nè con le decisioni che spettano alle forze politiche". Si tratta solo di "un elenco ragionato di possibili linee di azione": solo la politica potrà valutare "i margini di convergenza e di divergenza". Infine una precisazione per chi, da più parti, ricorda quotidianamente che sono passati "tot" giorni dal voto senza che si sia riusciti a formare un governo: Napolitano ribatte che si è lavorato "senza perdere nemmeno un giorno" e che, comunque, il conto dovrebbe partire "non dal 24 febbraio ma dal 19 marzo, giorno in cui si è concluso l'insediamento delle Camere".

IL PRESSING DELLA CEI - Chiede un governo subito anche il presidente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco: "La necessità e l'urgenza di un governo stabile e immediato si impone sempre di più", ha detto l'arcivescovo di Genova. Parlando poi del futuro capo dello Stato Bagnasco ha affermato che potrebbe anche essere una donna. "L'importante è il livello, la capacità personale, il profilo intellettuale e morale", ha spiegato. Come Chiesa, ha aggiunto il cardinale, "auspichiamo che il Paese possa esprimere una personalità di alto livello, di alta considerazione ma anche di equilibrio".

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