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Martedì, 16 Aprile 2024
Presidente della Repubblica

Elezione presidente Repubblica: il futuro è ancora Giorgio Napolitano

Dietro l'ok del presidente una serie di garanzie affinché tra i partiti non ci si limiti al suo nome ma si arrivi alla formazione di un governo di larghe intese

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accettato di ricandidarsi al Quirinale. E' riuscito quindi il pressing dei partiti che, dopo i flop di Marini e Prodi, si erano rivolti al presidente uscente per provare a ricompattare il Parlamento. 

AL VIA LO SPOGLIO – È appena terminata a Montecitorio la sesta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Inizia ora lo spoglio delle schede.

CIVATI, SCHEDA BIANCA“Ho votato scheda bianca e non sono l’unico nel Pd”. Lo ha detto Pippo Civati parlando con i giornalisti durante il sesto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. “Capisco che era necessario – ha detto il parlamentare del Pd – che a questo punto era necessario eleggere il Presidente della Repubblica, ma così non va. E non capisco perché' non si sia voluto prendere in considerazione il nome di Rodotà”.

GRILLO: "E' COLPO DI STATO, TUTTI IN PIAZZA

GRILLO E LA MARCIA SU ROMA – Il Parlamento si prepara a proclamare il Napolitano bis, Grillo sbarca a Roma. Alle 19:30 sarà in piazza Montecitorio: “Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. È in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati. Hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale”.

VENDOLA 2 – Più che un no a Napolitano, un no forte e chiaro a Berlusconi e all’ipotesi di un governo di larghe intese: “Difficile non cogliere che Silvio Berlusconi è il vero vincitore di questa partita perché esce fuori forte l’ipotesi di un governo di larghe intese che noi contrasteremo perché sarà una sciagura per il Paese”.

VENDOLA CONFERMA RODOTA’ “Confermiamo il voto per Stefano Rodotà”. Sei parole, quelle pronunciate dal governatore della Puglia, Nichi Vendola, che segnano la rottura tra Sel ed il Pd. Oggi –ha proseguito – siamo di fronte a un punto terminale per l’elezione del Presidente della Repubblica. Esprimo anzitutto un grandissimo rispetto per il vecchio Napolitano, che ha accolto con grandissima generosità l’invito delle forze politiche a rientrare in campo, in un ruolo di supplenza di fronte all’incapacità dei partiti di rispondere ai loro compiti”.

SESTA VOTAZIONE - A Montecitorio è iniziata la sesta votazione per l'elezione del nuovo capo dello Stato.

BERSANI 2 – Ne è uscito con le ossa rotte ed è stato costretto al passo indietro. Ma a Bersani non è passata la voglia di sorridere ed ironizzare. Così in uno scambio di battute tra i giornalisti in Transatlantico ha detto, sorridendo: “Che faccio ora? Non vado all'estero...”

IL NO DI BARCA – L’assemblea del Pd ha accompagnato il sì di Napolitano con un lungo applauso. Tutti contenti, o quasi, tranne uno. Un ‘no’ di quelli che pesano: il ministro Fabrizio Barca che, in un clima pressoché da congresso, critica la scelta e rilancia su un nome caro al Sel e 5 Stelle: “Incomprensibile che il PD non appoggi Stefano Rodotà o non proponga Emma Bonino”.

BERSANI – L’ultima partita da segretario Bersani l’ha condotta nel nome di Napolitano. “Dai confronti è emersa una convergenza ampia per la richiesta a Giorgio Napolitano di una sua rielezione”, ha riferito il segretario dimissionario all’assemblea del gruppo.  Nei contatti notturni tra le forze, ha aggiunto, “era emersa una evidente impasse” salvo la convergenza su Napolitano. “Vorrei chiarire – ha sottolineato – che si è discusso solo di presidenza della Repubblica”. E rivolto ai suoi, a quei parlamentari dubbiosi e che magari vorrebbero calcare l’onta del dissenso da social network, avverte: “Arriverà un momento in cui si spegne il telefonino e il parlamentare si prende le sue responsabilità”.

CANCELLIERI – In mattinata qualcuno aveva pensato anche all’attuale ministro degli Interni, Annamaria Cancellieri, come il nome giusto per uscire dell’impasse. Poi il sì di Napolitano ha messo tutti d’accordo, con grande soddisfazione della diretta interessata: “Esprimo grande soddisfazione per la decisione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di accettare la ricandidatura alla più alta carica dello Stato. Un gesto di grande responsabilità istituzionale di cui l’intero Paese non può che essergli grato”.

PDL – Il Popolo della libertà alla sesta votazione sosterrà compatto la nomina di Giorgio Napolitano. Il sì, arrivato al termine dell’assemblea del gruppo, è stato accompagnato da un applauso. "Siamo convintamente sul si' a Napolitano", ha sottolineato il segretario Angelino Alfano.

LA LEGA PER NAPOLITANO – “Nella riunione di gruppo – ha affermato il leghista Massimo Bitonciabbiamo deciso di votare Napolitano. Lo abbiamo scelto anche come viatico per la formazione di un governo ma ci opponiamo preventivamente ad una soluzione Amato. In ogni caso sarà l’ultima votazione alla quale partecipiamo”.

LE CONDIZIONI DI NAPOLITANO. Il capo dello Stato avrebbe chiesto delle garanzie forti per avviare una riflessione personale. Fonti parlamentari confermano che Pier Luigi Bersani ha chiesto la disponibilità del presidente a fare un ulteriore sforzo per tirare fuori la politica dal gravissimo stallo in cui è finita. Napolitano avrebbe chiesto una serie di garanzie: prima fra tutte che l'accordo tra le forze politiche non sia limitato al solo suo nome ma sia legato a doppio filo ad una intesa sul prossimo governo

Come ricostruisce l'Ansa fonti del Pd in particolare spiegano che il presidente non può in alcun caso essere messo nella situazione di dover riaprire consultazioni al buio con il rischio di sentirsi riproporre i veti di poche settimane fa. Fonti del centrodestra invece sottolineano come la difficoltà principale sia proprio la spaccatura del Pd e le conseguenti incognite nel segreto dell'urna.

Voci sempre più insistenti vorrebbero in un largo sì a un eventuale Governo Amato la condizione dettata da Napolitano ai quattro partiti che sarebbe chiamati al "governissimo": Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega Nord.

M5S: "AVANTI CON RODOTA'". Il M5S sembra non gradire le voci sempre più insistenti sulla possibilità che le forze politiche lancino un appello a Giorgio Napolitano per un secondo mandato. I grillini a Montecitorio, arrivati alla spicciolata per la quinta chiama, restano di sasso davanti all'ipotesi di un reincarico al Presidente uscente. "La prima cosa che dovrebbe fare il Capo dello Stato - sottolinea Manlio Di Stefano, deputato del Movimento - è avviare le consultazioni in vista di un incarico per la formazione di governo. Napolitano non c'è riuscito, ridargli il mandato vorrebbe dire dare continuità a qualcosa che non esiste, che non ha dato risposte". 

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