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Venerdì, 29 Marzo 2024
POLITICA

Lo stop di Napolitano: "Questo Parlamento è legittimo"

Dopo la bocciatura del Porcellum, il capo dello Stato va in pressing sui partiti: "La riforma del sistema del voto è un imperativo, e va superato il proporzionale"

ROMA - E' una risposta indiretta a Beppe Grillo quella del capo dello Stato Napolitano. Se stamattina il leader del Movimento 5 stelle aveva parlato di un "Parlamento illegittimo" dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta, per il presidente della Repubblica non si discute la legittimità del Parlamento, ma è necessario fare subito una riforma del sistema elettorale e superare il sistema proporzionale.

"E' la Corte stessa che non mette in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione", ha Napolitano, parlando ai giornalisti entrando a Palazzo Reale a Napoli.

E pazienza se i parlamentari italiani siano in Camera e Senato grazie a una "legge fuori legge", come ribadito dai grillini. "Parliamo di una sentenza della Corte Costituzionale che, espressamente, si riferisce al Parlamento attuale dicendo che esso può ben approvare in qualsiasi momento la legge elettorale", ha aggiunto il capo dello Stato.

Per Napolitano sul tema della legge elettorale "il problema era e resta quello dell'espressione di una volontà politica del Parlamento, tesa a produrre, finalmente, la riforma elettorale giudicata necessaria da tutte le parti". "Diventa, ormai, imperativa l'espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito superamento, dal 1993, del sistema proporzionale, e di ribadirlo insieme con l'introduzione di modifiche costituzionali per quel che riguarda almeno il numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo paritario". ha aggiunto il presidente della Repubblica.

"La decisione della Corte costituzionale non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a intervenire modificando la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità". Il capo dello Stato ha poi spiegato che questi punti "erano stati segnalati già nelle sentenze emesse dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2008 e nel gennaio 2012 esaminando le richieste di referendum abrogativi della legge vigente", ha aggiunto il presidente.

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