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Venerdì, 29 Marzo 2024
QUIRINALE

Napolitano bis: l'uomo del Colle ha ridetto sì

Giorgio Napolitano è stato rieletto al sesto scrutinio con 738 voti: giuramento lunedì alle 17. E' il primo capo dello Stato a ricevere l'incarico per due volte. E ora si lavora al governo di larghe intese: Amato o Letta premier

ROMA - "Lunedì dinanzi alle Camere avrò modo di dire quali sono i termini nei quali ho ritenuto di dover accogliere la richiesta delle forze politiche a ricandidarmi. Auspico fortemente che tutti sappiano onorare i loro doveri concorrendo nel rafforzamento delle istituzioni repubblicane. Tutti guardino come ho fatto io alla situazione difficile del Paese, ai suoi problemi, alla sua immagine e al suo ruolo nel mondo".

Queste le prime parole del "nuovo" Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un breve intervento ieri sera al Quirinale. L'undicesimo capo dello Stato sarà dunque anche il dodicesimo, dopo che i 1007 delegati hanno ri-affidato a Napolitano il compito di guidare la Repubblica. 88 anni il prossimo 29 giugno, "Re Giorgio" è il primo capo dello Stato della storia d'Italia a ricevere l'incarico per due volte. Il giuramento ufficiale come presidente della Repubblica si terrà lunedì alle 17 a Montecitorio, alla presenza dei grandi elettori. Questi i risultati ufficiali della sesta votazione: Giorgio Napolitano 738 (ben oltre i due terzi dei voti), Stefano Rodotà 217, Sergio Di Caprio (il comandante "Ultimo") 12, Romano Prodi 2, Massimo D'Alema 2, Silvio Berlusconi 1, Renato Schifani 1 e Francesco Guccini 1, bianche 10, nulle 12. 

CHI L'HA VOTATO - Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega Nord hanno ridato fiducia al presidente uscente. Un voto che sancisce il prossimo passo: un "governissimo" per dare all'Italia un esecutivo che agisca su una serie di punti ben precisi per poi andare verso nuove elezioni. E mentre in Parlamento Napolitano veniva proclamato presidente, fuori, in piazza Montecitorio, la tensione ha iniziato a farsi sempre più palbabile con grillini e "movimenti pro Rodotà" scesi per protestare contro quello che Grillo ha definito un vero e proprio "colpo di Stato". In serata, poi, il leader dei 5 Stelle ha rinviato la manifestazione di protesta: si terrà oggi pomeriggio in piazza Santi Apostoli.

IPOTESI AMATO O LETTA PREMIER

REAZIONI ALLA CAMERA E IN PIAZZA - Superato il quorum di 504 voti, dai banchi del Pd, del Pdl, di Scelta civica e della Lega è partita una vera e propria standing ovation. Immobili invece i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Diversi parlamentari democratici e del Pdl si sono rivolti verso i grillini dicendo loro di alzarsi in piedi e applaudire. Da alcuni banchi del centrosinistra e di Scelta civica qualcuno ha urlato anche "Buffoni, Buffoni". Diversa invece la reazione in piazza Monecitorio: una bordata di fischi e le grida "vergogna, vergogna", e "Italia libera", hanno accolto la notizia della rielezione. 

GLI APPLAUSI IN AULA

GLI AUGURI E LE REAZIONI DEI POLITICI - I primi auguri al capo dello Stato sono arrivati, a scrutinio non ancora concluso, dal presidente del Senato Pietro Grasso: "Giorgio Napolitano conferma ancora una volta di essere un grande servitore dello Stato e un grande italiano. In questi sette anni è stato un esempio di saggezza politica, il vero garante delle istituzioni, ha guidato il Paese in un percorso di riscoperta del senso dello Stato e del valore dell'unità nazionale. La sua elezione per un secondo mandato rassicura tutti i cittadini in un momento difficile per il Paese".

Dal canto suo, Silvio Berlusconi ha dichiarato: "Oggi è una giornata importante per la nostra Repubblica. Ringrazio il presidente Giorgio Napolitano per lo spirito di servizio e per la generosità personale e politica con cui ha accettato di proseguire il suo impegno e la sua opera in un contesto tanto difficile e incerto". "Non è questo il momento per altre valutazioni - ha aggiunto - Ma tutti gli italiani, da 54 giorni, hanno potuto vedere e giudicare il nostro comportamento sensato e responsabile rispetto a quello della sinistra e del Partito Democratico". "Deluso? Nient'affatto". Sono state queste le prime parole di Romano Prodi, tradito ieri dal Pd, al suo arrivo da Parigi all’aeroporto di Bologna. "Vi ringrazio dell’accoglienza, mi fa piacere. Mi ricorda i vecchi tempi e basta", ha continuato rispondendo ai cronisti che invano gli hanno chiesto di commentare l’attuale situazione politica. E ancora: "Quanta gente, non sono mica presidente della Repubblica…". "E' un risultato eccellente, grazie Napolitano". Così Pier Luigi Bersani commenta la rielezione di Giorgio Napolitano a Capo dello Stato.

UN PRESIDENTE DA RECORD

"Diamo un saluto al rinnovato presidente della Repubblica", ha detto Stefano Rodotà in apertura dell'incontro in corso nel Teatro Petruzzelli di Bari organizzato dal quotidiano 'la Repubblica'. "Oggi c'è una vicenda faticosa e difficile che si è conclusa", ha affermato. "A nome mio personale e di tutta la città di Firenze porgo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano i più fervidi auguri di buon lavoro. Ringrazio il Presidente della Repubblica per la straordinaria generosità che ha animato la sua scelta: so che si tratta di un sacrificio personale. Spero che questa disponibilità incoraggi un atteggiamento consapevole da parte dei partiti e dei parlamentari. Firenze attende presto il suo presidente". Questo il commento di Matteo Renzi. Mario Monti, invece, ha telefonato dall'Aula di Montecitorio al Presidente della Repubblica per esprimergli profonda gratitudine per aver accettato, con grande spirito di sacrificio, di proseguire nel suo alto magistero istituzionale e morale, in questa difficile fase della vita nazionale.

CIAMPI E IL "NO" AL BIS - Prima di Napolitano anche a Carlo Azeglio Ciampi, nel 2006, fu chiesto da più forze politiche di rendersi disponibile a un "bis": si dichiararono a favore di un secondo mandato Silvio Berlusconi e l'allora presidente dei Ds Massimo D'Alema. Ma Ciampi disse "no" e spiegò le sue motivazioni con una nota ufficiale, il 3 maggio 2006: l'età avanzata e la convinzione che "il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato". Ma non c'era una situazione di emergenza, non c'erano state cinque fumate nere e due leader del centrosinistra, come Franco Marini e Romano Prodi, "bruciati".

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