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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Corea del Nord

Perché l'affaire dell'ambasciatore della Nord Corea ricorda il caso Shalabayeva

I deputati e senatori del Movimento 5 Stelle hanno chiamato in causa Matteo Salvini chiedendo al ministro degli interni di riferire in Parlamento sulla sparizione della figlia 17enne di Jo Song Gil, il "dissidente" ambasciatore nordcoreano a Roma

La figlia 17enne di Jo Song Gil, il diplomatico nordcoreano che ricopriva l'incarico di ambasciatore ad interim a Roma, scomparso nel nulla lo scorso anno, è stata rimpatriata a Pyongyang ed è ora sotto la custodia delle autorità nordcoreane.

A denunciarlo è Thae Yong-ho, ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra, anch'egli disertore. Confermando le indiscrezioni comparse in questi giorni sulla stampa sudcoreana, nel corso di una conferenza stampa a Seul, Thae Yong-ho ha detto di aver verificato nelle ultime settimane le voci secondo le quali la figlia di Jo era stata riportata con forza in Corea del Nord, prima che la ragazza potesse disertare.

"La Corea del Nord ha rimpatriato immediatamente con la forza la ragazza"

Attraverso proprie fonti, Thae, "ho avuto conferma che la figlia di Jo Song Gil è stata rimpatriata in Corea del Nord ed è sotto il controllo delle autorità nordcoreane".

Aggiornamento 22 febbraio 2019 >> In una lettera il governo nordcoreano scrive: "La ragazza odiava i genitori per averla abbandonata e per questo aveva insistito per rientrare in Corea del Nord dove lʼattendevano i nonni"

Nord Corea, chi è Jo Song Gil

Si ritiene che Jo, incaricato d'affari dell'ambasciata nordcoreana a Roma, abbia disertato lo scorso novembre. La sua defezione è stata confermata il mese scorso dall'intelligence sudcoreana, ma ancora non si ha notizia di dove si trovi l'ex diplomatico.

Secondo quanto apprende l'agenzia Adnkronos da fonti qualificate la figlia di Jo Song Gil sarebbe tornata in patria il 15 di novembre, nello stesso mese della scomparsa del padre, e l'ambasciata avrebbe comunicato ufficialmente il rientro della ragazza alla Farnesina.

Secondo il nostro ministero degli esteri la giovane sarebbe rimasta a Roma dopo che il padre ambasciatore, insieme alla moglie, ha fatto perdere le proprie tracce. La ragazza avrebbe chiesto di tornare dai nonni ed il 15 novembre sarebbe stata prelevata dal personale dell'ambasciata, portata in aeroporto a Roma e riportata a Pyongyang.

Un nuovo caso Shalabayeva?

I deputati e senatori del Movimento 5 Stelle hanno chiamato in causa Matteo Salvini chiedendo al ministro degli interni di riferire in Parlamento.

"Chiediamo al ministro dell'Interno di riferire in Parlamento e di fare chiarezza sulle notizie relative al rapimento e al rimpatrio forzato della figlia minorenne dell'ex ambasciatore nordcoreano da parte dei servizi di Pyongyang. Se i fatti fossero confermati sarebbero gravissimi, un nuovo caso Shalabayeva".

"Non è tollerabile che agenti dell'intelligence di un Paese straniero agiscano indisturbati in territorio italiano compiendo attività illegali. La giovane rischia nel suo Paese di essere imprigionata e torturata", concludono i 5 Stelle.

Nicola Fratoianni e Andrea Romano, a nome di Leu e del Pd, hanno chiesto in aula alla Camera che i ministri degli Esteri e dell'Interno, riferiscano sul caso. "Se confermata, questa notizia costituirebbe un motivo di grandissimo imbarazzo per il nostro Paese - ha dichiarato Fratoianni - sarebbe grave se, davvero, servizi segreti stranieri fossero in grado di muoversi liberamente, di rapire e rimpatriare una persona minorenne".

"Stiamo parlando di una ragazza minorenne - ha affermato Andrea Romano - legalmente residente in Italia. Chiediamo ai ministri Moavero e Salvini di riferire urgentemente e di chiarire se c'è stata davvero un'incursione a scopo di rapimento di agenti di servizi segreti stranieri, in un Paese come il nostro che dovrebbe essere considerato sicuro".

Che cos'è il caso Shalabayeva

È bene ricordare come il caso sembri ricalcare un precedente che riguardò da vicini l'ex ministro dell'interno Angelino Alfano. Era il 28 maggio 2013 quando Alma Shalabayeva - moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov - viene fermata da alcuni agenti della questura di Roma, insieme alla figlia di 6 anni. Solo due giorni dopo, il 30 maggio 2013, la questura ne firma l’espulsione contestando l'ingresso illegale in Italia.

La vicenda trovò ampio risalto poiché mise in luce una complicità tra gli apparati italiani e kazaki. Dopo l'esplosione del caso il 27 dicembre 2013 Alma rientra in Italia con la figlia più piccola, Aula, ricevendo poi il 18 aprile 2014 lo status di "rifugiato".

Per il caso Shalabayeva il processo inizierà il 24 settembre 2019 a Perugia e vede imputati sei poliziotti e un giudice di pace, mentre per tre funzionari dell’ambasciata del Kazakistan è stata riconosciuta l’immunità diplomatica. Gli indagati sono accusati a vario titolo di sequestro di persona e falso.

Nord Corea, la nota della Farnesina

Il 3 gennaio scorso la Farnesina aveva già reso noto di aver ricevuto per via diplomatica dall’Ambasciata della Corea del Nord a Roma la comunicazione relativa all’avvicendamento del funzionario presso l’Ambasciata stessa. La Farnesina ha ricevuto due note formali al riguardo. La prima, datata 20 novembre 2018, con la quale veniva data notizia dell’assunzione delle funzioni di Incaricato d’Affari a Roma da parte del Signor Kim Chon. La seconda, datata 5 dicembre 2018, con la quale si informava che l’ex Incaricato d’Affari Jo Song Gil e la moglie avevano lasciato l’Ambasciata il 10 novembre e che la figlia, avendo richiesto di rientrare nel suo Paese dai nonni, vi aveva fatto rientro, il 14 novembre 2018, accompagnata da personale femminile dell’Ambasciata.

Nord Corea, Razzi: "Hanno lasciato la figlia perché è disabile"

"La figlia dell'ambasciatore nordcoreano a Roma è stata portata via con la forza? Sono tutte cazzate". A parlare è l'ex senatore Antonio Razzi, che oggi è intervenuto a Un Giorno da Pecora, il programma di Rai Radio1 condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro.

"La madre e il papà di questa ragazza sono scappati e hanno lasciato la figlia in ambasciata, perché è disabile. Vista la situazione, i responsabili dell'ambasciata l'hanno accompagnata all'aeroporto per rimandarla a Pyongyang dai nonni. Lei era felicissima. A me lo hanno detto i servizi segreti"

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