rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Legge elettorale

La vendetta è servita: Berlusconi "fa fuori" Alfano

La nuova legge elettorale partorita da Renzi e Berlusconi elimina il leader di Nuovo centrodestra dal Parlamento. Se si votasse oggi, Alfano non avrebbe nessun seggio

ROMA - L'obiettivo è centrato. L'Italicum, la nuova legge elettorale "partorita" da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, assicura governabilità. E l'avrebbe assicurata anche nell'ormai lontano 2013 quando il risultato delle urne fu tanto ambiguo da dare il là all'esperienza delle larghe intese. Tutti felici e contenti, quindi? Assolutamente no. Perché se Grillo ha già espresso tutte le sue preoccupazioni con un laconico "Ecco il Pregiudicatellum", Alfano e Monti hanno incassato in silenzio ma ben consci che questa nuova legge elettorale potrebbe mettere la parola fine sui loro partiti "personali". 

A dimostrarlo è YouTrend, che ha fatto i conti per capire cosa sarebbe successo nel 2013 e, soprattutto, per capire cosa potrebbe succedere  al prossimo voto.  

ELEZIONI 2013 - All'ultima tornata elettorale nessun partito o coalizione avrebbe vinto il premio di maggioranza al primo turno, non avendo raggiunto il 35% dei voti. L'unica via possibile per l'Italicum sarebbe stato quindi un ballottaggio tra Pd e M5s: il vincitore avrebbe avuto il 53% dei seggi, quindi 334 poltrone. Al primo dei perdenti sarebbero andati 137-137 seggi, al Pdl 115 e a Scelta Civica 44 o 45. 

Se invece si considerano le coalizioni come "liste uniche" - per via delle alte soglie di sbarramento e delle norme anti-liste civetta annunciate da Renzi - sarebbero andati al ballottaggio la lista Bersani e quella Berlusconi. Se al ballottaggio avesse vinto Bersani, avrebbe ottenuto 334 seggi, Berlusconi 132, il M5S 116 e i montiani 48. Se invece a prevalere fosse stato Berlusconi, Bersani ne avrebbe ottenuti 134, 115 per Grillo e 47 per Monti. Anche qui, insomma, governabilità assicurata. 

ELEZIONI OGGI - Risultato che, mostra YouTrend, si raggiungerebbe anche oggi. A costo, però, di lasciare indietro qualche partito. Se fossero confermate le intenzioni di voto rilevate dai sondaggi degli ultimi 15 giorni, ci sarebbe ugualmente bisogno di un ballottaggio, poiché nessun partito arriverebbe al 35%. Solo tre partiti supererebbero le alte soglie di sbarramento e sono gli stessi che competerebbero per arrivare al ballottaggio: certamente il Pd, dato sopra il 30%, e che se vincesse al ballottaggio otterrebbe 334 seggi, contro i 150 di Forza Italia e i 146 del M5S. Se invece vincesse al ballottaggio Forza Italia, al Pd andrebbero 177 seggi e al M5S 119. Infine, se fosse il partito di Grillo ad accedere al ballottaggio ed a battere il PD, sarebbero i grillini a vincere i 334 seggi, lasciando il PD a 175 e Forza Italia a 121.

In caso di vittoria al primo turno - con centrodestra o centrosinistra che superano il 35% - i 334 seggi sarebbero subito assegnati alla coalizione di Renzi o a quella di centrodestra. Al secondo arrivato spetterebbero comunque 184-185 seggi, mentre il M5S, terzo, ne avrebbe 111-112.

In tutto questo, però, c'è un assenza "ingombrante". Se si andasse a votare oggi con il sistema ideato da Renzi e Berlusconi non comparirebbero mai i nomi di Mario Monti e di Angelino Alfano: la vendetta è servita?

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La vendetta è servita: Berlusconi "fa fuori" Alfano

Today è in caricamento