Una tassa di servizio al posto di Imu e Tares: il prezzo lo faranno i sindaci

Togliere l'Imu e addirittura la Tares. Sono questi gli obiettivi del governo Letta da qui alla fine dell'anno. La soluzione? Una "service tax", una tassa di servizio che "assorba l'Imu e la Tares".

L'annuncio dato lunedì 13 agosto dal sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta ha trovato subito terreno fertile in cui attecchire. Basta leggere le parole del presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, per capire che la strada è ormai scelta.

Intervistato dal Corriere della Sera, l'esponente democratico ha spiegato che la soluzione potrebbe essere una "tassa di servizio" che assorba l'Imu e la Tares con una maggiorazione attesa per il 2014: "L'Imu non esisterà più e si pagheranno le tasse sul valore dell'immobile correlato al valore del quartiere e dei servizi che offre il comune" che diventeranno "dei coefficienti con i quali stabilire il peso dell'imposta per quella casa in quella zona" dando ai sindaci il potere di decidere, sulla base di un parametro di reddito, che per noi potrebbe essere l'Isee, a chi far pagare, e quanto, la tassa sugli immobili".

La ratio della nuova norma? Semplice e intuitiva, almeno stando alle parole di Boccia. "Se siamo d'accordo nel dire che c'è differenza tra una casa in via Montenapoleone ed una a Baggio (prendendo come esempio Milano, ndr), tra una in via Condotti ed una a Tor Bella Monaca (qui siamo a Roma, ndr), allora è impossibile non trovare un accordo sull'Imu".

Quanto alla stabilità della larga intesa di governo, Boccia ha voluto ricordare che "il Pdl ha le stesse responsabilità di governo che abbiamo noi e che ha Scelta civica. Hanno delle proposte, e dunque devono indicare anche come coprirne i costi. Date le condizioni della finanza pubblica l'eliminazione o l'alleggerimento della tassa è possibile solo compensandola all'interno della fiscalità immobiliare e la fiscalità locale legata ai servizi".