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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il programma

Cosa farà il governo di centrodestra

Il programma condiviso da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati tocca 15 punti chiave, dall'energia al fisco, passando per la politica industriale e il Pnrr. Promesse che andranno tradotte in realtà, ma per vedere i volti che comporranno il nuovo esecutivo sarà necessario attendere ancora qualche settimana

Il centrodestra trionfa alle elezioni politiche e si appresta a dare forma al prossimo governo. Ma cosa farà il nuovo esecutivo guidato dalla coalizione composta da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia? Al di là delle dichiarazioni rilasciate durante la campagna elettorale dai rappresentanti dei singoli partiti, i punti chiave del programma di governo del centrodestra sono rintracciabili nel documento di 15 pagine dal titolo: "Per L'Italia Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra".

Giorgia Meloni ha vinto le elezioni: cosa succede ora

Nel testo, disponibile a questo link, sono elencati tutti i temi più importanti su cui il nuovo governo dovrà intervenire, dalle infrastrutture al lavoro, passando per l'energia e il fisco. 

Il caro-energia e lo scostamento di bilancio

L'aumento dell'inflazione e il macigno del caro-energia sono senza dubbio uno dei temi più caldi che l'esecutivo di centrodestra dovrà affrontare. Durante la campagna elettorale sono emerse alcuni punti di vista differenti in merito alle misure da adottare per sostenere famiglie e imprese. Se Salvini chiedeva uno scostamento di bilancio tra i 30 e i 40 miliardi di euro, Giorgia Meloni si è manifestata più tiepida su questa ipotesi, che vorrebbe dire aumentare il deficit rispetto a quanto previsto nella legge di Bilancio approvata dal Parlamento. "Lo scostamento non è una soluzione - ha ripetuto in questi giorni la leader di Fratelli d'Italia - si trasformerebbe in un pozzo senza fondo perché sono soldi che regaliamo alla speculazione". Una linea condivisa anche da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: "Metteremo tutte le risorse necessarie contro il caro-bollette e credo - ha sottolineato - sia possibile farlo con le risorse di cui disponiamo. Non permetteremo a nessun costo e in nessun caso che gli aumenti dell'energia si scarichino sulle bollette pagate da imprese e famiglie e lo faremo se possibile anche, e io lo credo, evitando uno scostamento".

Fisco e politica industriale

Per quanto riguarda il fisco, programma di FdI i punti principali sono "un nuovo patto fiscale per l'Italia" in cui i rapporti tra Stato e contribuente "siano ispirati alla reciproca fiducia. È necessario ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all'insegna dell'equità". E ancora: estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato; introduzione della flat tax sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese; progressiva eliminazione dell'Irap e razionalizzazione dei micro-tributi. Cedolare secca al 21% anche per l'affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate e degradate. Innalzamento del limite all'uso del denaro contante, allineandolo alla media dell'Unione europea. Porre fine alla miope politica dei bonus, da sostituire con misure stabili e durature. Tax expenditures: revisione e razionalizzazione del sistema di detrazioni, deduzioni e agevolazioni. 

Passando alla politica industriale, Meloni ha ripetuto in questi giorni che "quello che deve fare lo Stato è non disturbare chi vuole fare, chi vuole lavorare, chi vuole assumere, abbiamo invece uno Stato che mette i bastoni tra le ruote alle nostre imprese. La tassazione è un tema centrale, bisogna abbassare il cuneo fiscale di 5 punti sui redditi più bassi e poi favorire la formula fiscale "più assumi meno paghi" per impedire la verticalizzazione della ricchezza".

E il Pnrr? Nel programma del centrodestra si legge che verrà perseguito il "pieno utilizzo delle risorse del Pnrr, colmando gli attuali ritardi di attuazione e si cercherà un accordo con la Commissione europea, così come previsto dai Regolamenti europei, per la revisione del Pnrr in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità". Un tiro poi corretto dalla stessa Giorgia Meloni in seguito alle critiche arrivate da Bruxelles, che aveva messo in guardia in merito ad un possibile stravolgimento del piano: "Io voglio fare un tagliando del Pnrr per capire se questi soldi arrivano a terra. È aumentato il prezzo delle materie prime e i contratti e i bandi non sono stati rinegoziati. Sta per accadere che i bandi andranno deserti. Alle aziende che erano pronte non conviene più. Se non si aggiornano i costi, quei soldi non si portano mai a terra".

Il piano per l'energia

Sulle tematiche energetiche il centrodestra si è mostrato coeso e d'accordo, almeno per quanto riguarda i punti principali del programma elettorale. come il price cap e il disaccoppiamento dei costi di gas ed elettricità. Sul lungo periodo, sempre secondo il programma, FdI, Lega e Forza Italia prevedono "un aumento della produzione di energie rinnovabili, pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale in un'ottica di utilizzo sostenibile delle fonti". Per quanto riguarda il nucleare, il piano parla di far "ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro". 

Quando arriva il nuovo governo?

Ma per conoscere i volti che comporranno il nuovo esecutivo e che proveranno a mettere in pratica questo programma sarà necessario attendere ancora qualche settimana. La 19esima legislatura inizierà formalmente giovedì 13 ottobre con la convocazione di Camera e Senato per la formazione dei gruppi parlamentari. Per la prima volta le due camere si riuniranno con il nuovo assetto frutto della riforma sul taglio degli eletti, quindi con 400 deputati e 200 senatori, più i 6 a vita, invece che 630 deputati e 315 senatori. Il primo passo per i gruppi parlamentari sarà quello di indicare i presidenti delle assemblee per Senato e Camera, con l'elezione che potrebbe rivelarsi più tortuosa a Montecitorio, dove è necessaria una maggioranza dei due terzi nelle prime due votazioni, mentre dalla terza scatta la maggioranza assoluta. 

Dopo l'elezione dei capigruppo, toccherà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella affidare l'incarico, dando inizio alle consultazioni e al toto-ministri. Non è semplice prevedere quanto tempo ci vorrà per avere operativo il nuovo governo: secondo gli scenari più ottimistici il giuramento potrebbe arrivare nella prima metà di novembre, soprattutto in presenza di una maggioranza chiara rappresentata dalla coalizione di centrodestra. Nel 2018 ci vollero 90 giorni per trovare l'intesa che poi diede vita al primo governo Conte, ma in quel caso per raggiungere la maggioranza fu necessario mettere in piedi una improbabile alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle. Una situazione molto diversa da quella odierna, con Fratelli d'Italia primo partito, e con la coalizione che supera il 44% dei consensi contando Lega, Fratelli d'Italia e Noi Moderati.

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