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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Nuovo governo, Di Battista e Renzi spaccano l'intesa tra M5s e Pd

Ore febbrili per la trattativa tra Di Maio e Zingaretti: 10 i punti presentati dal primo, 5 quelli imprescindibili per il secondo. Ma tra i dem è già guerra interna: Renzi accusa Gentiloni di aver provato a far saltare l'accordo. Zingaretti: "Ridicolo"

La trattativa per verificare le chances per una nuova maggioranza in grado di sostenere un governo giallorosso è decollata tra le polemiche. Dopo l'approvazione dell'assemblea pentastellata alla delega per il primo incontro, tuttavia sono stati i due convitati di pietra, Alessandro Di Battista e Matteo Renzi a intralciare il primo incontro tra le delegazioni Pd e M5s impegnate a tracciare i contorni di un nuovo patto di governo.

Di Battista si è apertamente schierato contro le elezioni "subito" ma al tempo stesso non ha fatto mistero che dei "due forni" aperti con Lega e Pd sia proprio quello con Salvini quello preferito. Ma solo a patto di un premier politico pentastellato. Mentre per l'accordo col Pd non si dovrebbe transigere sul taglio dei "345 parlamentari e la revoca delle concessioni autostradali ad Atlantia".

Intanto il Partito Democratico si è trovato a litigare sulle parole di Renzi che aveva accusato l'ex premier Gentiloni di aver tentato di sabotare l'intesa dei dem con i 5 Stelle. Durissima la nota del segretario Zingaretti che bolla come ridicolo e offensivo "sostenere che sia esistita una manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l'ipotesi di un nuovo Governo".

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Intanto dopo l'incontro tra le delegazioni Pd e M5s è trapelato come si sia trattato in modo "costruttivo" sulle garanzie per il taglio dei parlamentari, primo punto per l'intesa Pd-M5s. "Non ci sono ostacoli insormontabili" ha aggiunto Andrea Orlando, vicesegretario Pd. Di "ampia convergenza su ambiente e sociale" parla l'ex ministro dei trasporti Graziano Delrio: "C'è un lavoro molto serio da fare sulla legge di bilancio, sulle priorità". 

"Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari - spiegano dal Pd - Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzia costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. È questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi".

C'è tempo fino a martedì, quando Mattarella inaugurerà un nuovo giro di consultazioni, poi sarà incarico: giallorosso o a un premier "elettorale", per portare l'Italia al voto.

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Resta, ovviamente, il problema di fare la sintesi tra i due programmi dei partiti arrivati primo e secondo alle elezioni del 4 marzo 2018. E restano tutti i problemi legati al nome del presidente del Consiglio e poi anche alla squadra di governo. Il premier 'giallorosso' dovrà essere sul tavolo del prossimo giro di consultazioni al Quirinale. "Il nome di Conte ormai è fuori", assicurano dal Pd facendo notare che anche Di Maio, dopo l'incontro con Mattarella, non abbia mai citato il nome del premier uscente. I dem, però, si aspettano che proprio per questo motivo il M5s rilancerà sul premier, con lo stesso Luigi Di Maio in cima alla lista. In questo caso, diventerebbero concrete le chance di Paolo Gentiloni di diventare commissario Ue.

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Concentriamoci sui programmi. Sono 5 i punti imprescindibili dettati da Nicola Zingaretti e 10 quelli presentati da Luigi Di Maio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ripartire con un nuovo esecutivo. Punti che fanno emergere, in filigrana, anche le distanze e le convergenze tra le due forze politiche. La domanda per risolvere il rebus è una sola: riusciranno M5s e Pd a trovare la quadra tra i loro programmi per avviare una trattativa?

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Il primo dei "10 obiettivi prioritari" portati all'attenzione del capo dello Stato da Di Maio è la riforma del taglio dei parlamentari. "Per noi deve essere un obiettivo di questa legislatura" e "deve essere tra le priorità del calendario in Aula: non la daremo vinta a chi vuole tenersi stretti 345 parlamentari in più", ha spiegato il capo pentastellato. La riforma, per Di Maio, sarebbe il presupposto per il prosieguo della legislatura e per darle solidità. Anche oggi, in un'intervista al 'Corriere della Sera', Di Maio ha ribadito che il taglio dei parlamentari si deve fare subito. "Non si rinvia, non ha senso - ha spiegato -. In politica per anni abbiamo sentito dire lo faremo, lo faremo. È ora di fare adesso, non domani. Se c'è volontà si fa adesso, è già calendarizzato". Dal canto loro, i dem non sembrano storcere il naso alla riforma ma sottolineano che "lo stop alla riduzione dei parlamentari è legata al lavoro da fare su una riforma organica, ampia, che comprenda anche il taglio dei parlamentari insieme a altri punti, a partire da una legge elettorale coerente".

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Un punto di convergenza tra i programmi di M5s e Pd è anche l'accordo sulla manovra. Imprescindibile sia per Luigi Di Maio sia per Nicola Zingaretti un pre accordo. Per i pentastellati la manovra dovrà essere "equa" e prevedere "lo stop all'aumento dell'Iva, il salario minimo orario, il taglio del cuneo fiscale, la sburocratizzazione, il sostegno alle famiglie, alle nascite, alla disabilità e all'emergenza abitativa". Nei cinque punti del Pd, Zingaretti ha invece indicato "una svolta radicale delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti".

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A mettere d'accordo pentastellati e grillini è anche il capitolo ambiente. Se Zingaretti punta su "una nuova stagione dello sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale" come terzo punto del programma dem, Di Maio rilancia con 'Green New Deal' da realizzare "nei prossimi decenni". Un patto, in sostanza, che "porti l'Italia verso l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100%" e chiusura a inceneritori e trivelle. I Cinquestelle puntano inoltre "all'economia circolare e alla eco-innovazione e norme contro l'obsolescenza programmata; una legge su rifiuti zero e investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile". Di Maio,poi, propone una nuova governance per la tv di Stato "ispirata al modello Bbc inglese" e una legge "seria" sul conflitto di interessi.

Capitolo immigrazione. Il Pd invoca una "svolta nella gestione dei flussi migratori, fondata sui principi di solidarietà, legalità e sicurezza". I Cinquestelle, a loro volta, chiedono il "contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell'Unione europea nei Paesi di provenienza e transito" e la modifica del Regolamento di Dublino.

E veniamo ai nodi giustizia, banche e investimenti per il Sud. Di Maio li definisce "prioritari". E nel caso di un accordo con il Pd, va da sé che dovranno essere approvati anche dai dem. Si tratta di giustizia (per la quale Di Maio chiede di dimezzarne i tempi e riformare il metodo di elezione del Csm; di un piano di investimenti per il Sud, ("anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese Sul piano economico-finanziario" e di una riforma del sistema bancario (per separare "le banche di investimenti da banche commerciali"). Tra i punti di Di Maio spicca inoltre la lotta all'evasione fiscale, tema che metterebbe senz'altro d'accordo anche i dem.

L’audio di Renzi contro Gentiloni: "Ha provato a far saltare l’accordo con i 5 stelle"

Mentre decolla la trattativa 'giallorossa', però, spunta un audio che rischia di creare il caos. Matteo Renzi accusa Paolo Gentiloni, suo successore a Palazzo Chigi e attuale presidente Pd, di aver provato a far saltare l'intesa dei dem con i 5 Stelle. In un audio, registrato mentre l'ex premier parla alla sua scuola di formazione politica a Barga, in provincia di Lucca, Renzi spiega ai ragazzi che sarebbe stato Paolo Gentiloni "a far passare il messaggio di una triplice richiesta di abiura ai 5 stelle", facendo riferimento alle tre condizioni poste dal Pd al Movimento 5 stelle per una trattativa: oltre al ritiro dei decreti sicurezza e al pre-accordo sulla legge di bilancio, il tema del taglio dei parlamentari. "I 5 stelle - continua Renzi - ci avevano detto 'noi ci stiamo se ci garantite che possiamo arrivare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari'. L'ala trattativista, guidata da Franceschini, aveva detto: 'A noi va bene se garantite dei contrappesi'".

"Non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni"

Poi l'affondo a Gentiloni: "Il modo in cui lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto. E qui è bellissima la lezione di politica applicata: Gentiloni era al Colle ma non ha aperto bocca. Non ha detto nella sede ufficiale ciò che pensava, o che secondo lui andava fatto. Ma lo ha detto a due giornali. E qui è successo un mezzo caos". Infatti, continua l'ex premier, "la parte dei 5 Stelle che vuol far saltare tutto - legata a Di Battista e Paragone - a quel punto ha detto 'Zingaretti è Giuda'. E in questo rilancio il messaggio M5s è stato: 'Noi andremo alle 17 da Mattarella a dire mai con il Pd'". Quindi l’ultima bordata di Renzi: "Se uno, contravvenendo alle regole interne, dà uno spin che fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni".

Audio di Renzi, Zingaretti: "Ridicolo e offensivo"

Durissima la nota del segretario del Pd Nicola Zingaretti che bolla come ridicolo e offensivo "sostenere che sia esistita una manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l'ipotesi di un nuovo Governo". Poi l'appello a fermare questo continuo proliferare di comunicati, battute, interviste che "mettono tutto a rischio e logorano la nostra credibilità"

"Non è mai esistita ovviamente nessuna manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l'ipotesi di un nuovo Governo e sostenerlo è ridicolo e offensivo. Stiamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di svolta per cambiare l'Italia; e questo passa per uno spirito unitario, per difendere contenuti storia e valori del Partito Democratico".

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