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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Chi sarà il nuovo premier: oggi o domani il nome (ma può saltare tutto)

Fico dovrà salire martedì al Colle con un accordo sul programma e una proposta per Palazzo Chigi. Oggi i tavoli con la maggioranza e quelli con i leader. Tutti dovranno scoprire le carte. Il primo candidato è Conte, ma ce ne sono altri. Ma potrebbe anche finire male. Ecco perché

Si avvicina il momento della scelta di Roberto Fico. Stamattina alle 9,30 è prevista una riunione dei capigruppo di maggioranza intorno a un tavolo per discutere del programma del prossimo governo. Domani, martedì 2 febbraio, il presidente della Camera dovrà salire al Colle per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella i risultati dei colloqui e quello che tutti attendono: ovvero se esiste un'intesa sul nome del prossimo presidente del Consiglio. E quindi tra oggi e domani tutti dovranno scoprire le carte e dire su chi puntano. 

Oggi o domani il nome del premier (ma può saltare tutto)

Il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico, Liberi e Uguali e il nuovo gruppo degli Europeisti hanno già fatto il nome di Giuseppe Conte. Soltanto Italia Viva non ha voluto indicarlo: segno che la caccia all'Avvocato del Popolo è ancora aperta). Oggi il tavolo del programma sarà aperto a 15 rappresentanti più i tecnici e quindi si arriverà a sfiorare o superare la ventina di persone. I gruppi rappresentati saranno il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali, Centro Democratico, Europeisti, Maie e Per le Autonomie. Nelle prossime ore il compito di Fico è solo quello di raccogliere le richieste dei singoli partiti, farne una sintesi, magari sminando le questioni più divisive, in modo da istruire, già nel tavolo di domani, un lavoro preparatorio utile al premier incaricato. Ma proprio qui potrebbe nascondersi l'insidia che potrebbe far fallire il piano di Fico. 

Perché è evidente che se i "temi" che Fico porterà al Colle saranno quelli di cui si è parlato nei giorni scorsi (Recovery Plan, infrastrutture, riforma della giustizia, riforma della legge elettorale) non si farà molta fatica a trovare un accordo sul cosa. Il problema sarà l'accordo sul come. Ma se invece Italia Viva o altri dovessero chiedere il Mes o l'abolizione del reddito di cittadinanza, questo farebbe saltare il tavolo dell'accordo con l'eventuale maggioranza colpendo così a cascata il piano per fare il nome di un premier a Mattarella. Sul fondo Salva Stati "la trattativa non ci sarà, per il M5S la discussione su questo è chiusa: per noi attivarlo è impossibile perché non terremmo, il gruppo esploderebbe", spiega una fonte M5s di primo piano all'Adnkronos, assicurando che, su questo punto, "anche Crimi è stato molto chiaro: non c'è negoziato".

Cedere sul Mes sarebbe il bacio della morte di Renzi, in un momento in cui il M5s sembra vertere in uno stato comatoso. Intanto la fronda degli anti-renziani -una ventina tra deputati e senatori - ha rinunciato alla riunione di oggi, complice la fuga di notizie sull'incontro. "Crimi, Di Maio e gli altri li aspettiamo al varco -dice un senatore di peso, tra gli anti-renziani - stanno facendo i conti senza l'oste, sono così sicuri che il M5S potrà garantire gli stessi numeri del Conte II? Se pensano di procedere come nulla fosse sono completamente folli". Ma anche il M5s sta muovendosi in direzione ostile, visto che il Fatto racconta che i grillini mirano a introdurre nel contratto di governo un codice etico che escluda gli indagati dall’esecutivo: una norma che escluderebbe dal governo Renzi e Boschi, indagati nell’inchiesta sulla fondazione Open. 

Roberto Fico e il nome del premier

Per il Conte-Ter quindi nonostante gli annunci contrari sarà molto probabilmente oggi la giornata decisiva. Perché sia Italia Viva che il MoVimento 5 Stelle hanno l'opportunità di far saltare il tavolo sul programma per due motivi opposti: i renziani perché così salterebbe prima di iniziare il tavolo sul nome del premier; i grillini perché così riuscirebbero a tenere in piedi un partito che sul ritorno di Iv in maggioranza si sta spaccando sempre di più. La riunione con i leader dei partiti è prevista subito dopo quella sul programma e quindi avrà luogo soltanto se la prima dovesse avere un esito felice. Sarà lì che la trattativa su Conte entrerà nel vivo e che potrebbero arrivare delle sorprese. Perché a quel punto o il veto di Renzi cadrà e la crisi di governo al buio si concluderà con un sostanziale nulla di fatto, oppure dovrà essere lui a fare un nome alternativo. Un principio ribadito da Goffredo Bettini, esponente della direzione dem e pontiere fra le forze politiche di maggioranza e non solo. Conte, sottolinea Bettini, è l'unica soluzione al momento perché "ha lavorato bene e ha riportato l'Italia nella sua collocazione europeista, ha già ottenuto la fiducia alla Camera e ha un larghissimo consenso al Senato". Senza Conte, la strada indicata dal Pd è quella delle elezioni anticipate, a giugno.

Le ipotesi da questo punto di vista sono sempre le stesse. Il nome più gettonato resta quello di Mario Draghi, che però accetterebbe difficilmente una situazione così balcanizzata e in ogni caso ieri il Quirinale ha smentito di averlo contattato durante le consultazioni (alcuni giornali avevano però precisato che era stato contattato ma non per sondare la sua disponibilità ad assumere l'incarico. Un altro nome che circola è quello di Marta Cartabia, candidata tecnica e vicina a Mattarella. Quanto a Fico, un retroscena del Corriere della Sera racconta che il leader di Italia viva in questi giorni gli ha gentilmente offerto Palazzo Chigi, pur di scalzare Giuseppe Conte.

Un modo anche per incrinare la compattezza del Movimento e per schiacciare a sinistra i 5 Stelle. Fico ha declinato l’offerta, ben consapevole delle difficoltà dell’impresa, dell’opacità dell’avance e del fatto che, anche nel caso improbabile di un successo, sarebbe apparso come l’accoltellatore di Conte.

Secondo il quotidiano Fico punta invece a fare il sindaco di Napoli. Senza contare che dopo il nome del premier si aprirà la partita vera, quella dei posti in squadra. Nella quale sarà difficile che Iv accetti veti nei confronti di Maria Elena Boschi o Ettore Rosato, indicati come eventuali prossimi ministri di un governo retto dall'attuale maggioranza. 

Il piano B: il governo istituzionale

Il piano B è invece quello del governo istituzionale. Sostenuto, come scrive ancora il Corriere, da una maggioranza Ursula possibilmente allargata a Forza Italia e, addirittura, con l'astensione della Lega (cosa che spaccherebbe di sicuro il M5s). E qui per guidarlo, oltre al solito Draghi e a Cartabia, si fanno anche i nomi di Carlo Cottarelli, Ignazio Visco e Luciana Lamorgese. O di un super-governo che vedrebbe Cartabia premier e Draghi ministro dell'Economia a gestire il Recovery Plan con l'ipotesi di sbarcare subito dopo al Quirinale. 

Repubblica scrive che non è escluso che Fico chieda o Mattarella gli conceda altri due giorni. Il presidente della Repubblica in questi giorni ha esortato i partiti a fare presto. Ma se Fico fallisse o Renzi mettesse un veto sul nome di Conte, si imporrebbero nuove consultazioni e si ricomincerebbe a sondare i gruppi. Con il centrodestra che rientrerebbe in gioco. 

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