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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Nel giorno di Epifani i giovani di OccupyPd contestano i democrat

Si sono dati appuntamento nel parcheggio di Nuova Fiera di Roma con t-shirt polemiche, "Siamo più di 101", e con uno striscione al veleno: "Ci avete fatto vergognare 101 volte"

Sono stati i primi ad arrivare nel parcheggio della Nuova Fiera di Roma. Prima ancora che arrivasse Guglielmo Epifani, l’ex segretario della Cgil indicato come futuro segretario del Pd. La controassemblea firmata da OccupyPd è andata in scena di buon ora. Un documento (poi consegnato alla vicepresidente dell'assemblea, Marina Sereni), t-shirt e cartelli con uno slogan chiaro: “Siamo più di 101”, in polemica con i franchi tiratori che durante l’elezione del Presidente della Repubblica impallinarono Romano Prodi. Una ferita che ai militanti e dirigenti di questa sorta di corrente trasversale, verdissima, brucia ancora. Stanno fuori dal vertice sul dopo Bersani, srotolano uno striscione avvelenato: “Ci avete fatto vergognare 101 volte”, si smarcano dalla logica dell’apparato, sono intolleranti al governissimo, e chiedono a tutti i delegati, che alla spicciolata raggiungono l’auditorium, un confronto aperto e continui spazi di discussione. Hanno intercettato i mal di pancia, la delusione di parte del corpo elettorale, e si sono fatti rete.

L’assemblea comincia ad animarsi ed è subito ‘caccia’ ai volti noti del partito. Con la maglietta della vergogna indosso, distribuiscono il loro volantino e cercano un colloquio all’aperto. Il primo ad avvicinarsi è il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Che si fruga in tasca, versa i due euro e compra la maglietta ‘commemorativa’ del tradimento. La compra ma non la indossa. Poi è la volta di Stefano Fassina. Si ferma e ci scambia due chiacchere: “Terremo fermi i nostri punti, il governo resterà fino a quando bisognerà risolvere i problemi gravi che ha il Paese stremato”. Si ma, gli rinfacciano i ragazzi di OccupyPd, “comanda Berlusconi”. Il  viceministro all’Economia ribatte: “Noi terremo fermi i nostri punti, questo non è il governo di cambiamento, se volevamo fare un inciucio Bersani era a Palazzo Chigi da tre mesi, con questo governo non ci saranno mai leggi ad personam”. Consegnano la t-shirt a Epifani, scambiano due battute con Pippo Civati, e con Laura Puppato. A tutti consegnano il loro documento. Arriva anche Matteo Renzi, si ferma, vorrebbe far due chiacchere, ma ci sono troppi taccuini: “Non ti rispondo – dice ad una ragazza – perché se no bisogna rispondere anche ai giornalisti, ma se vieni dentro ne parliamo”.

La protesta di Occupy Pd

Dentro, appunto. Nel polo fieristico a cui non sono ammessi. Fino verso le 11 del mattino, quando una delegazione è autorizzata a prendere parte all’assemblea. E da dentro provano a farsi sentire: “OccupyPd non è solo protesta ma anche proposta”. Inizia così l’intervento di Ludovica Cioria, rappresentante di OccupyPd, davanti ai 511 delegati democrat. Il movimento “ha preso atto della scelta di dar vita a un governo politico con il Pdl” che “non è certo un ‘governo di scopo’, come avevamo chiesto”. Per questo la giovanissima chiede al suo partito di “resettata la dirigenza” che  “sarebbe una presa di coscienza politica e lancerebbe la nuova fase costituente del nostro partito attraverso un congresso aperto a tutti. Vogliamo che il partito si apra ancora di più alla società civile e vogliamo fortemente che si faccia chiarezza circa i tempi, i temi e le modalità del nostro impegno nel governo Letta-Alfano”.

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