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Sabato, 20 Aprile 2024
Fondazione Open

Renzi finisce a processo ma denuncia i magistrati

Tra i 15 indagati per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio ci sono il leader di Italia Viva, Maria Elena Boschi e il deputato del Pd Luca Lotti. Renzi parte al contrattaco ed esulta: "Finalmente in aula"

C'è Matteo Renzi tra i 15 indagati (tra cui quattro società) per cui la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Open. Oltre al leader di Italia Viva nella lista ci sono anche la deputata Maria Elena Boschi e il deputato del Partito Democratico Luca Lotti. L'udienza davanti al giudice per le indagini preliminari si terrà il 4 aprile. Renzi è imputato per il reato di finanziamento illecito ai partiti assieme all'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditore Marco Carrai e Patrizio Donnini, a Boschi e Lotti.

Due gli episodi di corruzione per l'esercizio della funzione che vengono contestati entrambi a Lotti, ex membro del cda della Fondazione e membro del governo tra il 2014 e il 2017, prima come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come ministro dello Sport, periodo in cui, secondo le accuse della Procura, si sarebbe adoperato per disposizioni normative favorevoli a due società che aveva finanziato Open, la Toto Costruzioni e la British American Tobacco. Tra le accuse anche un episodio di presunto autoriciclaggio e traffico d'influenze illecite. L'inchiesta della procura fiorentina, guidata da Giuseppe Creazzo, è stata condotta dal procuratore aggiunto Luca Turco e il pubblico ministero Antonino Nastasi. 

"Non ho commesso reati": Renzi e denuncia i magistrati

Il leader di Italia Viva ha commentato: "Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso". Intanto, l'ufficio stampa di Renzi ha comunicato che "il senatore ha provveduto a firmare una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi. L'atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del'articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell'articolo 323 del codice penale. Renzi ha chiesto di essere ascoltato dai PM genovesi riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro Creazzo, Turco, Nastasi".

"Nella giornata di oggi - prosegue l'ufficio stampa di Renzi - è stata fissata l'udienza preliminare per il processo Open che si terrà il giorno 4 aprile. Si tratta di un atto scontato e ampiamente atteso che arriva ad anni di distanza dai sequestri del novembre 2019 poi giudicati illegittimi dalla Corte di Cassazione".

"Finalmente inizia il processo nelle aule e non solo sui media. E i cittadini potranno adesso rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell'accusa e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze -prosegue-. È utile ricordare a questo proposito che la richiesta è stata firmata dal Procuratore Creazzo, sanzionato per molestie sessuali dal CSM; dal Procuratore Aggiunto Turco, che volle l'arresto dei genitori di Renzi poi annullato dal Tribunale della Libertà e dal Procuratore Nastasi, accusato da un ufficiale dell'Arma dei Carabinieri di aver inquinato la scena criminis nell'ambito della morte del dirigente MPS David Rossi. Questi sono gli accusatori".

"Il senatore Renzi nelle scorse settimane aveva chiesto di essere interrogato dopo che i PM avessero risposto alle istanze della difesa. Tale risposte non sono mai arrivate. Per questo nelle prossime settimane la difesa del senatore Renzi si riserva di produrre memorie difensive in vista dell'udienza preliminare anche prima del dibattito parlamentare in Senato sul conflitto di attribuzione che si terrà ragionevolmente nel mese di marzo", aggiunge ancora l'Ufficio stampa di Renzi.

Fondazione Open: l'inchiesta iniziata nel 2019

E' diventata di pubblico dominio nell'autunno del 2019 la notizia dell'esistenza dell'inchiesta della procura di Firenze (iscritta come fascicolo 3.745/19) sulla Fondazione Open, considerata la 'cassaforte renziana', attiva tra il 2012 e il 2018, per agevolare la scalata all'interno del Pd dell'allora sindaco del capoluogo toscano Matteo Renzi, ed organizzare le convention della Leopolda. Tra i mesi di settembre e novembre di tre anni fa i militari della Guardia di Finanza, su ordini dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi, fecero eseguire decine di perquisizioni nei confronti dei soggetti privati che avevano effettuato rilevanti donazioni alla Fondazione Open, di cui è stato presidente l'avvocato Alberto Bianchi. E proprio Bianchi è stato il primo ad essere indagato per traffico di influenze illecite tra il 2016 e il 2018 e per reati in violazione della legge sul finanziamenti dei partiti politici. Durante le perquisizioni furono sequestrati anche i bilanci della Fondazione e la lista dei finanziatori. Ingente materiale, compresi pc e telefonini, fu sequestrato anche a taluni dei donatori, perquisiti in diverse città: Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena.

Contro i decreti di sequestro sono stati presentati ricorsi in Cassazione e poi anche al Tribunale del Riesame. Bianchi è considerato uno degli uomini più vicini all'ex premier, uno dei membri della cerchia del cosiddetto 'giglio magico', come i deputati Maria Elena Boschi e Luca Lotti e l'imprenditore Marco Carrai, tutti presenti nel consiglio della Fondazione. I pm fiorentini hanno considerato fin dall'inizio dell'inchiesta la Fondazione Open un'articolazione di partito che faceva capo alla corrente renziana del Pd. I magistrati hanno ipotizzano nel corso delle indagini i reati di traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali oltre che quello di finanziamento illecito ai partiti. Dall'inchiesta è emerso che durante la sua attività la Fondazione Open avrebbe raccolto un totale di circa 7 milioni di euro: 670.000 nel 2012, 700.000 nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450.000 nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, 1 milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018.

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