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Venerdì, 19 Aprile 2024
Taranto

Operai in cima all'Ilva: "Pronti a tutto"

Sale la tensione a Taranto. Cinque lavoratori hanno trascorso la notte a 60 metri di altezza sull'altoforno 5, il più alto d'Europa. Qui aspetteranno la decisione del gip che però sembra intenzionato a bocciare il piano di risanamento presentato dall'azienda.

Cinque operai da ieri sera sulla torre di smistamento dell'altoforno 5, il più altro d'Europa, a ben 60 metri d'altezza. Altri venti stamattina sono saliti sul camino E312, a una trentina di metri. E' così che i lavoratori dell'Ilva hanno deciso di attendere la decisione - prevista in giornata - del gip Patrizia Todisco sul piano di risanamento da 400 milioni di euro presentato la scorsa settimana dal presidente dell'azienda, Bruno Ferrante.

Un piano già bocciato dai custodi giudiziari e dalla procura in quanto "inadeguato": troppo pochi 400 milioni di euro per mettere in sicurezza l'area a caldo della fabbrica, sequestrata lo scorso 25 luglio.

Ilva, 10 operai si incatenano sulla torre dell'altoforno | INFOPHOTO

Da quel che è potuto apprendere, i custodi giudiziari dell'area hanno consegnato al procuratore una relazione dettagliata nella quale si osserva come il piano presentato dall'Ilva "sembra seguire lo stesso schema dei diversi atti di intesa che negli anni passati l'azienda ha sottoscritto con la Regione Puglia". Sia con Fitto che con Vendola al governo.

Atti di intesa rimasti progetti che poi non hanno trovato compimento.

Le immagini dell'Ilva di Taranto



PIANO FERRANTE. Nel piano, lo stabilimento siderurgico chiede di poter mantenere una minima produzione, mentre il sequestro stabilito dalla magistratura non prevede la facoltà d'uso dell'intera area a caldo. La fermata di alcuni impianti, suggerita dai custodi giudiziari per permetterne il rifacimento di alcuni altoforni ed impianti delle cokerie, in modo da interrompere i fenomeni inquinanti, potrebbe ridurre la capacità produttiva dello stabilimento e con essa l'occupazione.

LA PROTESTA. Gli operai saliti a sessanta metri di altezza hanno ricevuto la solidarietà di diversi colleghi che hanno deciso di "occupare" il camino E312.

La protesta potrebbe quindi continuare a oltranza in caso di un'ordinanza sfavorevole per l 'Ilva da parte del gip.

E proprio per attendere la decisione del gip Todisco centinaia di lavoratori dell'Ilva si sono già radunando nei pressi della direzione dello stabilimento, nella parte interna. Intanto è in corso una riunione tra i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm mentre un'altra cinquantina di operai sosta all'esterno della direzione.

PIANO VERSO BOCCIATURA. Dalle prime notizie in nostro possesso provenienti dalla procura, i custodi giudiziari avrebbero sollecitato le operazioni di "immediato spegnimento" degli Altiforni 1 e 5. Il che sembra portare a una bocciatura da parte del gip del piano presentato da Ferrante.

Stando così le cose, l'Ilva non potrebbe mantenere attiva la minima produzione richiesta dall'azienda. "Troppo alto" ci spiegano fonti della procura "il rischio ambientale e alla salute dei cittadini".

FIM CISL: "BASTA TATTICISMI". Dalle 6 di questa mattina i delegati e gli esecutivi della Fim Cisl dell'Ilva di Taranto stanno incontrando i lavoratori, presso le portinerie A, D e Tubifici "per spiegare l'azione sindacale intrapresa volta a coniugare le ragioni del lavoro con le ragioni della salute e dell'ambiente". Contestualmente stanno distribuendo un volantino illustrativo in cui si sottolinea che "dalla giornata di venerdì continuano a susseguirsi pareri della Magistratura, a diversi livelli (dai custodi, alla Procura, sino all'ultima decisione del Gip), di bocciatura del Piano d'interventi predisposto dall'Ilva" e che "già al termine dell'incontro di martedì 18 settembre la Fim Cisl nazionale e di Taranto aveva giudicato il Piano troppo parziale e inadeguato rispetto agli obiettivi di ambientalizzazione e riqualificazione industriale, troppo distanti dalle prescrizioni dei custodi giudiziari e di quelle che immaginiamo scaturiranno dalla revisione della nuova Aia, la cui istruttoria sarà chiusa il prossimo 30 settembre".

Per questo, per la Fim Cisl "è da tempo scaduta la fase di tatticismi, annunci e risposte palliative agli obiettivi di ambientalizzazione e di salvaguardia occupazionale. Crediamo opportuno che l'azienda dimostri da subito la capacità di dare concretezza con misure immediate. Riteniamo che la gran parte degli interventi, anche attraverso una loro periodizzazione, sia compatibile con l'attività produttiva e pertanto con la salvaguardia dell'occupazione"

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