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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Italia

Storie grilline: il microchip sotto pelle e il Movimento "braccato" dai media

L'intervista a Ballarò del neo parlamentare 5 Stelle e un Movimento che si sente costantemente "sotto assedio"

Il Movimento 5 Stelle in queste ultime ore sta pagando lo scotto della prima ‘uscita in società’. A volte, un po’ come in quei romanzi scontati, in costume, in cui semmai l’autore si lascia andare a 10 pagine civettuole su un ballo di gala, capita. Si perché l’ingresso nell’area ‘nobile’ dei grillini è stato di quelli fragorosi. Primo partito d’Italia ed indiscusso ago della bilancia dell’intricatissima partita post-elettorale. Per questo corteggiatissimo. Soprattutto da Pierluigi Bersani che da sinistra, con 8 punti programmatici in mano, vorrebbe costruire quell’intesa che lo porterebbe alla guida del Paese. Governo di minoranza, di scopo, per l’Italia, di responsabilità; le diciture di questo esperimento, che pare segato sul nascere, sono plurime. Ma questa è un’altra storia, un po’ troppo seria rispetto all’argomento da trattare.

A fianco dell’assiduo corteggiamento di chi ha in dote parte del futuro istituzionale, sta camminando parallelamente un fenomeno particolare, sintetizzabile in una domanda: chi sono i grillini, i neoeletti a Camera e Senato? Così comincia la corsa a ricercar storie passate e presenti, legger blog, frasi d’autore, fino ad entrare nella vita privata di chi oltrepasserà le soglie di palazzo Madame e Montecitorio. Beppe Grillo, sbotta, digrigna e lancia a modo suo accuse al sistema: “I conduttori televisivi sono pagati dai partiti per sputtanare il M5S”. E poi: “Le televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto, le sette sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda”.

Ma perché tutta questa rabbia? È colpa del mondo dell’informazione se in un’intervista a Ballarò, Paolo Bernini, neo parlamentare 5 Stelle, si spinge tanto in là nel suo dire da sostenere una teoria sul controllo dei cittadini già avviata negli Stati Uniti. Gli Usa, per Bernini, 25 anni laureato e vegano, starebbero infatti impiantando un microchip “all’interno del corpo umano”. E ancora: “I media non fanno solo informazione ma dirigono anche le scelte”.

"MICROCHIP SOTTO PELLE": GUARDA IL VIDEO

DIFESA - Tutto il suo ragionamento parte da ‘Zeitgeist’, un filmato che ha spopolato su youtube e che racchiude e sintetizza la celebre teoria del complotto. L’intervista viene mandata in onda da Floris. Qualche imbarazzo, qualche risata amara, chi ci crede, che cambia canale. Tanto che Bernini, come raccontato da Repubblica.it, si difende: “Mi sono trovato la troupe televisiva Rai, senza preavviso, davanti casa. È rimasta in camera mia una buona mezz’ora. Anche sul microchip, la questione è semplice: ho riferito di quelli utilizzati per controllo biomedico, di cui si parla nel filmato. Riferire qualcosa non significa per forza farlo proprio, o sbaglio? Sono cosciente del fatto che il filmato contenga errori, ma mi incuriosisce lo sguardo ‘alternativo’ che fornisce nella lettura della realtà. Punto. Poi è stato fatto un abile lavoro di post-produzione, et voilà, il risultato è sotto gli occhi di tutti”. Si difende, spiega, attacca e si scusa. Peccati di ingenuità, dice poi lui stesso. Il punto è che il Movimento 5 Stelle si sente costantemente sotto assedio.

Fin qui ci siamo. Ma la domanda è questa ed è rivolta a tutti i grillini. Di chi sono le responsabilità in questo specifico caso, di chi parla o di chi manda in onda? È giusto o sbagliato che gli italiani conoscano le opinioni dei loro “dipendenti”? La difesa più gettonata tra le mura 5 Stelle racconta di un’informazione tesa a demolire la creatura nata con la discesa (o la salita) in campo del blogger genovese. Può darsi, per carità. Tuttavia l’unicità della casistica, sbandierata con sospetto non celato da Grillo, è un falso storico. Le ‘Iene’, infatti, hanno oramai abituato il pubblico agli sfondoni dei parlamentari. Una troupe fuori da Montecitorio e via alle domande. Cultura generale, geopolitica, letteratura, storia, geografia, scienza, con tanto di sfondoni inenarrabili, che passeranno al vaglio della storia. La lista è lunghissima.

E allora delle due, una: o la prassi si permette con tutti, non tacendo sulle lacune, la pochezza culturale, fino ad arrivare al racconto delle opinioni più strampalate del “dipendente”, oppure si oscura tutto. C’è solo da decidere se un parlamentare è solo quello che fa, oppure è anche quello che dice. Anche perché, come disse bene Nanni Moretti in ‘Palombella Rossa’, “le parole sono importanti”. Per la prossima volta un consiglio: mai entrare in un bar e raccontare di esser stati rapiti dagli alieni, anche se fosse vero.

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