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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Donne, immigrazione e integrazione: oltre gli stereotipi. Il convegno a Roma con Emma Bonino

Grande successo per il convegno organizzato da Pari o Dispare e Radicali italiani alla Casa internazionale delle donne di Roma. Ospite d'onore dell'evento è stata Emma Bonino, che ha toccato vari temi, come l'immigrazione e le pari opportunità

Sala gremita ieri, 6 luglio, al convegno organizzato da Pari o Dispare, associazione per la parità di genere e contro le discriminazioni multiple, la Casa internazionale delle donne e con la partecipazione di Emma Bonino, esponente radicale, nonostante lo sciopero dei mezzi e il grande caldo, in giornate politicamente bollenti soprattutto sul tema migranti.

Segno che il tema dell'immigrazione, "oltre gli stereotipi", come recitava il titolo dell'incontro, interessa davvero e che esiste la necessità di capire il fenomeno, fuori dai cliché e dai litigi da talk show, cercando di governarlo positivamente.
Secondo i dati pubblicati su Open Migration, aggiornati al 2016, tra i migranti che raggiungono l’Europa le donne sono un terzo e in Italia rappresentano il 10% del totale dei flussi.

“Non disponiamo di ricerche e studi ufficiali  - afferma Emma Bonino, leader radicale e presidente onoraria di Pari o Dispare -  ma abbiamo tutta evidenza che la parte al femminile del fenomeno migratorio sia doppiamente oppressa e vessata.
Sappiamo  ad es. come tra le donne provenienti dalla Nigeria, tutte partivano da un sobborgo di Benin City con la promessa di un lavoro e giunte in Libia aveva inizio la loro schiavitù. Lì vengono private di documenti, trattenute in campi molto simili ai lager e conosciamo cosa succede una volte giunte in Italia. Tutto questo è un problema ma non è un’invasione. E la politica deve governare questo fenomeno, pensando alle norme per tutelare i più deboli i cui diritti vengono messi a repentaglio”.

Nel corso del convegno Linda Laura Sabbadini è intervenuta fornendo un racconto basato sui numeri: 5.000.000 di stranieri regolari che si sono stabilizzati nel nostro Paese. I flussi in ingresso che popolano i nostri giornali sono sempre più spesso transitori e motivati dalla ricerca di protezione internazionale e sempre meno come flusso di migrazione. In questo contesto la questione delle migranti va alleggerita di tutti gli stereotipi intorno alle donne: passive, arretrate, sottomesse alla tradizione. Un’immagine distorta e stereotipata. In realtà analizzando i numeri delle donne migranti scopriamo delle donne come attrici sociali con un ruolo fondamentale, meritevole di studio se veramente vogliamo avviare dei processi veri di integrazione e inclusione. A livello mondiale tra i migranti - secondo i dati ONU -  le donne che vivono in un luogo differente da quello di origine è il 48% (rispetto ad al 52% degli uomini).

Le straniere stabilizzate in Italia rappresentano il 52%, 1 nato su 5 in Italia nasce da un genitore straniero. Le donne si sono inserite da un punto di vista del lavoro pagando meno rispetto agli uomini migranti, inserendosi nei servizi alle famiglie (assistenza agli anziani e ai disabili) anziché in quelli industriali come hanno fatto gli uomini migranti. C’è poi un secondo aspetto fondamentale: l’occupazione italiana diminuisce in alcuni settori che non sono gli stessi in cui cresce la quota occupazionale degli immigrati perché si inseriscono in nicchie di lavoro non qualificato. Infine tendiamo sempre a immaginare queste donne come madri, con bassa istruzione e arretrate: in realtà abbiamo tante tipologie. Abbiamo le donne apripista, pensiamo alle donne filippine ad esempio, ossia quelle che partono per prima e cercando solo dopo il loro inserimento il resto della famiglia. Ci sono poi le donne del ricongiungimento famigliare, come le donne della comunità marocchina e di quella albanese.Infine ci sono ad esempio le donne ucraine che non arrivano da famiglie spezzati ma tendono a costruirsi una famiglia successivamente. Il vero rischio riguarda le donne del traffico, che subiscono la tratta.

L’integrazione e l’accoglienza si costruiscono a scuola dove - come affermato da Daniele Grassucci di Skuola.net - si fa la prima esperienza di comunità e la prima prova di cittadinanza. 815.000 alunni sono stranieri, rappresentano il 10% del totale.
Il problema è che questi alunni sono distribuiti in modo non omogeneo. Abbiamo scuole dove gli studenti sono solo italiani ed altre in cui gli studenti non italiani sono il 30%. Questo crea la situazione delle scuole ghetto e non aiuta a creare le condizioni per una vera e giusta integrazione. 563 scuole in Italia registrano oltre il 50% di studenti non italiani. Secondo una ricerca di Skuola.net i ragazzi non vedono nella diversità culturale, nella diversa nazionalità una barriera che invece viene percepita e creata dagli adulti.

Le partecipanti al convegno e in particolare l'associazione contro le discriminazioni di genere e multiple Pari o Dispare, di cui Emma Bonino è Presidente onoraria, hanno ribadito la necessità di superare il primo step sul tema immigrazione, perseguendo e raggiungendo l'obiettivo di raccogliere tutte le firme necessarie per la proposta di legge di iniziativa popolare " Ero straniero, l'umanità che fa bene", superando la legge Bossi Fini e il reato di clandestinità.

Nel corso dell'incontro, l'associazione Pari o Dispare, ha ribadito il proprio impegno nell'elaborare proposte convincenti non solo per l'accoglienza, ma per l'integrazione dei nuovi migranti e delle nuove immigrate, con idee concrete che riguardano il mondo del lavoro autonomo, del mercato del lavoro e del welfare, che verranno presentate nel mese di ottobre, quando vi sarà una assemblea di rilancio dell'organizzazione, con testimonial d'eccezione e delle proposte e campagne per il 2017 e 2018.

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