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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il Parlamento dei voltagabbana: 184 politici hanno cambiato partito

Record storico per i cambi di casacca: dopo pochi mesi di governo Renzi si contano quasi duecento parlamentari transfughi. L'emorragia è trasversale, ma è il Pd ad attrarre di più i "voltagabbana"

ROMA - Potete chiamarli transfughi, fuoriusciti, traditori, pentiti, stabilizzatori, responsabili. Oppure, molto più semplicemente, voltagabbana. Sono i parlamentari che, per ragioni di natura politica e personale o a seconda degli umori e delle convenienze politiche, passano da un partito all'altro. Con buona pace degli ideali e degli elettori. E' un tema vecchio, certo, quello degli "opportunisti" pronti a salire sul carro del vincitore. E anche la Costituzione difende il diritto di un politico a passare da uno schieramento all'altro, vietando espressamente il vincolo di mandato.

Il fatto nuovo, però, è che i cambi di casacca in questa legislatura sono già un record, e siamo ancora a metà del cammino: dopo pochi mesi di governo Renzi - il premier ha prestato giuramento il 22 febbraio 2014 succedendo ad Enrico Letta - ben 184 senatori e deputati hanno cambiato gruppo. Roba da guinness dei primati, perché se il ritmo sarà questo a fine legislatura nel 2018 i "voltagabbana" saranno più di cinquecento. 

UN RECORD STORICO - E' un Parlamento mobile e trasformista, insomma, che in quanto a cambi di casacca supera persino la legislatura 2008-2013, quella per intenderci di Antonio Razzi e Domenico Scilipoti (i due parlamentari dell'Idv passati nel gruppo dei "Responsabili" nel dicembre 2010 in coincidenza con un voto di fiducia fondamentale per la sopravvivenza del governo Berlusconi). I transfughi allora furono 160. Oggi sono quasi duecento, vale a dire quasi il 20% del totale.

L'EMORRAGIA TRASVERSALE - E se le maggioranze si fanno e si disfano, a beneficiarne è soprattutto - ovviamente - chi sta al governo. L'effetto "calamita" è forte, così come la capacità renziana di fare "scouting", e i numeri parlano chiaro: il gruppo del Pd alle Camere diventa sempre più corposo. Il passaggio dei senatori montiani nell'area dem è l'ultimo di una serie di riposizionamenti avvenuti in questi primi due anni di legislatura targata Renzi. Prima dei centristi, i democratici avevano accolto otto fuoriusciti di Sel capitanati da Gennaro Migliore e tre esponenti della Lista Tsipras. Rispetto all'esordio, oggi il Partito democratico ha guadagnato sedici parlamentari.

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Anche il Movimento 5 stelle, alla sua prima esperienza in Parlamento, ha avuto una storia tormentata: tra espulsioni, dimissioni e addii, al Senato e alla Camera il gruppo iniziale ha perso trentasei eletti. Quasi tutti sono passati al gruppo Misto. La risorta Forza Italia, invece, è a meno sessanta. Tutta "colpa" dell'esodo dal Pdl e del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che ha accolto tanti illustri ex azzurri (Cicchitto, De Girolamo, Sacconi, Lupi, Schifani). Renzi ringrazia, perché il bacino in cui pescare delusi e transfughi per far quadrare i numeri per le riforme è assai ampio. E gli italiani? Osservano impassibili l'esodo parlamentare, in attesa di capire come, quando e soprattutto chi votare. Casacca permettendo.

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