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Giovedì, 25 Aprile 2024

Stefano Pagliarini

Responsabile redazione

Caro Pd, ma quale direzione? Apri le porte del congresso

No, non ci siamo. Si chiama “Direzione” (articolo sei del regolamento del partito) ed è l’organo esecutivo degli indirizzi espressi dall’assemblea. Ma quello di ieri è stato l’ennesimo sfogatoio. Lo abbiamo visto e rivisto dal 2008, quando i democratici contavano dodici milioni di voti a oggi, quando ne contano poco più di cinque milioni. Le polemiche; le frecciate a chi aveva fatto le liste da parte di chi ne era rimasto fuori; messaggi in codice e litigi persino sull'ordine degli interventi. Abbiamo sentito di tutto. Colpa del capitalismo, colpa dei 5 Stelle, colpa del mercato, colpa del segretario. Forse serviva depressurizzare quella montagna di non detto ma adesso, caro Partito democratico, fatti un favore: chiarisciti bene cosa vuoi fare.

Fino ad oggi ne hai combinate di tutti i colori. Hai prodotto due riforme elettorali: l’Italicum, bocciato dalla Corte Costituzionale e il Rosatellum per battere il Movimento 5 Stelle, peccato che ha vinto le elezioni e ti ha anche dettato l’agenda con Giuseppe Conte presidente del Consiglio. Con Renzi avevi raggiunto l’apice, schiantandoti su una riforma della Costituzione, che si può sempre toccare se lo fai tu ma se lo fa al destra scatta l’allerta fascismo. Hai fatto dimettere l’ennesimo segretario dopo un anno che era tornato da Parigi, dove era fuggito dopo lo sgambetto di Renzi nel 2014 con il famoso "Enrico stai sereno". Per oltre dieci anni hai governato sempre senza mai vincere le elezioni. Con i Cinque Stelle ci hai fatto venire il mal di testa: prima erano il male; poi ci hai governato (con Zingaretti che ha definito Conte "punto di riferimento della sinistra") e adesso, dopo che hanno aperto alla crisi di governo culminata con la caduta di Draghi, non ne vuoi più sapere. O forse no visto che Matteo Ricci, interpretando il sentimento di tanti, ha detto che si deve tornare a parlare con il M5s. Solo nell’ultima settimana, in una lettera agli iscritti, Letta ha detto che tutto era discussione, anche simbolo e nome, salvo presentarsi ieri e dire che “quel simbolo non lo cambierei”.

Allora calma. Un consiglio? Alza lo sguardo. Guarda fuori. Riconosci quegli interlocutori orfani di un riferimento politico e culturale. Parla ai giovani e ai precari. Sono i primi a non vedere più un futuro. Una parte del Paese è smarrito. Se un giovane non vede un domani per sè, è condannto al nichilismo, che in politica si traduce nell'astensionismo e nell'anti politica. Ti dice qualcosa? Esatto. Ci siamo già. Parla a quei milioni di ragazzi e ragazze che non hanno potuto votare perché il Governo, di cui eri parte, non è stato in grado di proporre una legge per il voto digitale ai fuori sede. Dopo l’esperienza del Covid, torna a parlare alla scienza, ai ricercatori universitari che contribuiscono al progresso della società con un decimo degli investimenti delle risorse di cui dispongono i loro colleghi del resto d’Europa. Parla a medici e infermieri che non trovano mai nessuno disponibile a formarli. Parla alle donne, mortificate sul posti di lavoro da chi le vede solo come oggetti del piacere sessuale, soprattutto alle giovanissime, che ti hanno cacciato dalle piazze nelle quali erano scese per dire "giù le mani dai nostri diritti". Anche loro sono arrabbiate perché hanno paura e ti hanno cacciato perché non sai più interpretare il loro sentimento. Non cambi loro la vita se nomini due donne a capo delle delegazioni parlamentari. Parla ai precari, a chi è assunto ma si fa il mazzo lavorando dieci ore al giorno per mille euro e quattro gallette di stipendio. Rivolgiti a chi arriva alla soglia dei trent’anni e vorrebbe un figlio ma è attanagliato dai dubbi perché ancora non è arrivato un contratto a tempo indeterminato. Ascolta e fai tue le istanze di chi passa le giornate ad accudire un malato terminale il cui unico sogno è decidere come e quando andarsene, senza il peso sul cuore di dover farsi portare in Svizzera. Parla agli insegnanti, che in questo Paese prendono uno stipendio da fame e devono anche vedersi scavalcare nell'assegnazione delle cattedre dei meno meritevoli perché l'algoritmo ideato dal Ministero è un disastro.

"Nel Pd ancora cultura patriarcale. Femministe contro di noi? Abbiamo delle responsabilità"

Caro Pd, apri le porte del congresso. Per frenare le truppe cammellate hai tenuto fuori gli elettori. Apri una campagna straordinaria di iscrizione con agevolazioni per chi ha meno di trenta anni e torna nelle strade parlando un nuovo linguaggio. Di quale futuro sogni per noi tutti. Prova a riconsegnare una prospettiva di società a chi oggi vive con ansia l'alba del giorno dopo. Poi, continua pure a sventolare il vessillo dell'antifascismo. Ci mancherebbe. I valori e la memoria storica di chi ha contribuito a liberarci dalla violenza di un autoritarismo devono rimanere intatte. Ma gli autoritarismi e i totalitarismi proliferano nella paura, nell’insicurezza e nella rabbia. I sentimenti di chi non trova più un motivo per guardare ai prossimi dieci anni ma ha il fuoco dentro di chi vorrebbe cambiare tutto. Nel 2018 era stato il Movimento 5 Stelle a dare a queste persone una prospettiva. È un fatto, piaccia o no. Altrimenti la sinistra in Italia resterà solo il piacere del ricordo di una storia gloriosa.

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