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Giovedì, 25 Aprile 2024
Migranti

Perché la Germania vuole accogliere i profughi siriani

Sono passati pochi mesi da quando Merkel era così intransigente sui profughi da far piangere una bimba in tv. Adesso però ha completamente cambiato idea: come mai? La risposta va al di là della crisi umanitaria

Vi ricordate quando Merkel aveva fatto piangere una piccola palestinese in diretta tv, dicendole che in Germania non c'era posto per lei e la sua famiglia? Sembra tutto cambiato nel giro di pochi mesi, visto che il Paese ha sospeso il famoso trattato di Dublino e ha invitato i rifugiati siriani ad arrivare nelle città tedesche. In più sono pronti ben 6 miliardi di euro a disposizione dell'accoglienza dei richiedenti asilo per il 2016. Si è addirittura parlato di una modifica della costituzione tedesca per dare modificare, fin nei principi, le leggi in materia di accoglienza. Ma cosa sta succedendo in Germania?

BISOGNO DI LAVORATORI - Se quest'estate è iniziata con una Angela Merkel intransigente, inflessibile e più volte additata come crudele nei confronti di una Grecia povera e incapiente, adesso sembra il premier più umanitario dell'Unione. Ma i motivi non riguardano un'improvvisa illuminazione della leader della Germania. In questo momento il paese sta affrontando (come molti in Unione europea) una serie di problemi dovuti alla crisi demografica. In paricolare, proprio come negli anni '50, la Germania oggi ha una popolazione in costante invecchiamento e un bisogno costante di lavoratori giovani e qualificati. Secondo gli esperti nel 2020 il deficit arriverà a circa 2 milioni di unità. Come cinquant'anni fa, quando fu incentivata l'immigrazione turca, oggi c'è bisogno di manodopera e i rifugiati potrebbero colmare questa mancanza. 

RITORNO D'IMMAGINE - Senza contare il ritorno di "immagine" che un paese con un passato come quello tedesco potrebbe trarne: investire in accoglienza e incitare chi scappa dalla guerra a rifugiarsi qui significa mostrare quanto negli anni la popolazione tedesca sia cambiata. Ovviamente consultando i sondaggi dei media locali ci si imbatte in dati che non confermano un grande entusiasmo per l'arrivo dei profughi. Ma con questa mossa la Germania diventerebbe (in futuro) il paese europeo che ha trainato quella famosa transizione verso una società eterogenea, multinazionale e meticcia

PRAGMATISMO TEDESCO - La Germania sta affrontando il problema sia della crisi delle migrazioni che quello della crisi demografica: i tedeschi (come gli italiani) fanno pochi figli e l'immigrazione potrebbe salvarli da una società che negli anni si andrebbe svuotando. In effetti chi arriva dal Medio oriente in questi mesi solitamente è giovane, istruito e motivato: "Proprio quello di cui abbiamo bisogno" ha spiegato ai media il capo di Daimler, Dieter Zetsche. Non a caso la Merkel ha parlato specificatamente dei profughi siriani: in questo momento chi scappa dalla Siria fa parte della classe media di una società che fino a tre anni fa non aveva nulla che invidiare alle società europee. Si parla di medici, avvocati, professori, neolaureati. Tutte risorse umane da investire per la crescita del Pil tedesco. 

GLI ESTREMISMI - Quella della Merkel però sembra anche una risposta politica agli estremismi che si stanno sviluppano in Germania (e in tutta Europa). Quel sentimento xenofobo sempre più diffuso in diversi paesi europei, c'è anche in Germania e fa paura perché connesso con quel passato che nell'ultimo secolo i tedeschi hanno cercato di rielaborare. I gruppi neonazisti che tempo fa hanno sfilato per le vie di Berlino sono ancora presenti nel territorio tedesco. Sicuramente, sempre per quel famoso "ritorno d'immagine", le dichiarazioni della cancelliera hanno allontanato (almeno per il momento) quello spettro di quel passato che tutta l'Europa ha fatto fatica a rielaborare. 

Infine c'è una questione geopolitica da non sottovalutare: accogliere i profughi nei propri confini non significa soltanto sostenerli a livello umanitario. La guerra in Siria è andata avanti nell'indifferenza del resto del mondo per molto tempo. Adesso, con lo scoppio della crisi migratoria, non può più essere tralasciata. Vedremo cosa farà a riguardo quella che Forbes ha definito "la donna più potente del mondo". 

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