Piantedosi contro i migranti: "Mettono in pericolo i loro figli". Le opposizioni insorgono: "Parole indegne"
Il ministro dell'interno attacca chi parte "La disperazione non può mai giustificare queste condizioni di viaggio". Durissima la reazione delle opposizioni. Fratoianni: "Offende le vittime del naufragio di Crotone".
"La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli". Le parole del ministro dell'interno Matteo Piantedosi risuonano come pietre nel dibattito sull'immigrazione che si è scatenato dopo il naufragio di Crotone con oltre 60 vittime accertate. Il ministro, a margine di un convegno dell'Anci sulle polizie locali, si è fermato qualche istante a parlare con i giornalisti. Poi ha aggiunto "Il contrasto agli scafisti? È un problema internazionale, ci stiamo lavorando. L'Europa? "Sto andando in Francia", ha aggiunto il titolare del Viminale prima di andare via.
Una frase che fa salire tutte le opposizioni sulle barricate. Tra i primi a reagire alle parole di Piantedosi è il leader di Azione Carlo Calenda che su twitter attacca il ministro: "Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile."
Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile. https://t.co/kn9wxXjgXw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 27, 2023
Durissime anche le parole del neo segretario di +Europa Riccardo Magi: "C'è da inorridire alle parole del ministro Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi. Si trattava di persone che, vista la loro provenienza, quasi sicuramente avrebbero avuto diritto a protezione internazionale". Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, attacca a testa bassa: "Il nervosismo dei rappresentanti del governo non può travalicare il confine della decenza: sentire il ministro dell'Interno parlare di 'vocazione alle partenze', 'la disperazione non giustifica i viaggi a rischio', quando poi sono parole relative a naufraghi provenienti da Afghanistan, Siria o Iraq, è offensivo nei confronti delle vittime. È arrivato il momento che la smettano con la retorica, quando fanno la guerra a chi salva vite o quando fanno di tutto perché non ci siano canali regolari di ingresso e corridoi umanitari, e poi vorremo sapere quante reti criminali che organizzano questo commercio sono state colpite in Libia o in Turchia, quando invece sovvenzionano gli schiavisti e chi organizza i lager sulla terraferma. Ecco, il governo dia piuttosto risposte - conclude Fratoianni - a queste domande".