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Giovedì, 25 Aprile 2024
La scheda

Chi è Pier Ferdinando Casini, il moderato in Parlamento da 10 legislature

Bolognese, 66 anni compiuti, democristiano doc. La prima elezione nel 1983 come deputato, ha uno scranno ancora oggi ma in Senato. E' stato presidente della Camera. Ha attraversato prima e seconda Repubblica, riuscendo a dialogare con tutti gli schieramenti

Il suo nome torna con insistenza in campo col passare delle ore, potrebbe essere l'uomo dell'intesa tra centrodestra e centrosinistra per la scelta del nuovo capo dello Stato. Parliamo di Pier Ferdinando Casini: politico di lungo corso e democristiano doc. Entra in Parlamento per la prima volta nel 1983, ha uno scranno ancora oggi. 

Nato a Bologna il 3 dicembre 1955, è laureato in giurisprudenza. Due matrimoni alle spalle e quattro figli: Maria Carolina, Benedetta, Caterina e Francesco. Inizia dal basso, dalla "gavetta". Diventa consigliere comunale di Bologna nel 1980. Nel 1983 la prima elezione in Parlamento come deputato. Nel 2001 diventa presidente della Camera. Durante la sua presidenza, si tiene la storica visita di papa Giovanni Paolo II a Montecitorio, il 14 novembre 2002. 

E’ stato presidente del Centro Cristiano Democratico. Nel corso della sua attività di deputato, è stato a lungo componente – tra le altre – delle commissioni Affari Esteri e Comunitari e Difesa. E’ stato anche vicepresidente della vommissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia. Nel corso della XVII legislatura è stato presidente della commissione Affari esteri del Senato. Si è dimesso dall’incarico il 27 settembre 2017, in coincidenza con l’elezione alla presidenza della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene rieletto al Senato nel collegio di Bologna. Il 2 agosto 2018 è stato eletto, con voto bipartisan, presidente dell’Interparlamentare italiana, organismo bicamerale che aderisce all’organizzazione mondiale dei Parlamenti (UIP) con sede a Ginevra.

Dalla sua anche un'esperienza in Europa. E’ deputato europeo dal 1994 al 1999 (IV legislatura) e dal 1999 al 2001 (V legislatura). Al Parlamento europeo è stato iscritto al Gruppo del Partito Popolare Europeo e ha fatto parte della commissione per le relazioni economiche esterne (IV legislatura) e della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (V legislatura).

La formazione di Casini è targata Dc, corrente dorotea, poi confluisce nel “clan” di Arnaldo Forlani, grazie al quale nel 1989 entra nella direzione nazionale. La capacità di mediare, trattare, fare accordi, stando sempre al centro senza sbandare mai è forse la chiave che gli ha consentito di sedere in dieci legislature. Ha attraversato le varie fasi della Repubblica. Nel 1994, d’accordo con Mastella si avvicina a Berlusconi. Nel 2002 fonda l'Udc. Nel 2008 il divorzio col Cavaliere, esce da quello che era il "Polo delle Libertà" e quindi dall'area di governo. Dopo la caduta di Berlusconi, appoggia convintamente il governo di Mario Monti e, da allora, tutti gli esecutivi che si sono succeduti dal 2013: Enrico Letta (che potrebbe ricordarsi di quell’antico sostegno), Matteo Renzi, Paolo Gentiloni. Nel 2018, alle ultime elezioni, viene eletto nelle liste del Partito democratico nella sua Bologna. Ora siede del gruppo delle autonomie.

Negli ultimi sei mesi ha scelto il basso profilo. Dichiarazioni pubbliche centellinate. Un paio di comunicazioni quasi "di servizio" quando ha avuto il Covid, una nota per felicitarsi della liberazione di Patrick Zaki, una per rendere omaggio a Desmond Tutu, poi un messaggio di cordoglio per la morte del fratello di Ignazio La Russa, il ricordo di David Sassoli. Su tutto il resto silenzio assoluto. Solo nei giorni scorsi su Instagram una foto di lui ragazzo, in bianco e nero, e una didascalia breve: "La passione politica è la mia vita" seguita da un cuore e dal Tricolore. Chissà che non sia l'ultimo post da senatore, prima del "grande salto".

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