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Venerdì, 19 Aprile 2024
Crisi economica

Pil, -2,6% in un anno: mai così male dal 2009

Dati Istat: è il terzo trimestre consecutivo che si registra il segno negativo. Italia fanalino di coda tra le economie più importanti del paese.

Per il terzo mese consecutivo il Pil cala. E scende fino a toccare i livelli più bassi da fine 2009 ad oggi. Come riporta l'Istat, nel periodo aprile-giugno il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2011.

Il dato tendenziale è quello che però fotografa meglio - o peggio - il grave momento dell'economia italiana: il calo è infatti il più rilevante dal 2009, quando si è registrato il -3,5%.

L'Istat rivede quindi al ribasso la stima sul Pil nel secondo trimestre che indicavano un -0,7% congiunturale e un -2,5% tendenziale.

Passando al confronto, emerge come l'Italia sia - tra le maggiori economie del pianeta - triste fanalino di coda. Nel secondo trimestre 2012, infatti, il Pil è aumentato dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,3% in Germania e Giappone. E' invece rimasto sostanzialmente invariato in Francia mentre ha registrato il -0,5% nel Regno Unito.

A pesare sull'economia è soprattutto il crollo della spesa delle famiglie italiane che nel periodo aprile-giugno registra un preoccupante -3,5%. Un dato dovuto a diminuzioni del 10,1% degli acquisti di beni durevoli e del 3,5% per quelli non durevoli.

ALLARME CONFCOMMERCIO -  "Il dato sul Pil, corretto al ribasso rispetto alla stima preliminare, fornisce un quadro molto preoccupante sulla situazione economica italiana, in cui l'unico elemento positivo e' rappresentato dalla tenuta delle esportazioni, compresa la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese". Questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio alle rilevazioni diffuse oggi dall'Istat. "La domanda interna - continua la nota - mostra una contrazione straordinariamente accentuata. Il 2012 si avvia, dunque, a registrare la peggiore caduta reale della spesa per famiglia da quando si dispone di dati affidabili. In termini di consumi delle famiglie residenti, la contrazione tendenziale del 3,6% trova, infatti, due soli precedenti nel primo e nel secondo trimestre del 1993. Emerge, inoltre, una sostanziale invarianza dei consumi pubblici, a conferma delle difficolta' di ridurre la spesa pubblica che continua, nonostante i molti provvedimenti, a risultare molto rigida. Tutto cio' rende piu' evidente - conclude l'Ufficio Studi - l'urgenza di pensare alla crescita insieme, e forse anche prima, agli equilibri di bilancio pubblico".

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